Un inizio di legislatura così turbolento non se lo aspettava. Invece uno scossone dopo l’altro, caso Anselmo e mensa non più gratis in primo piano, hanno provocato movimenti tellurici che sembrano essere il preludio di un disastro epocale. Lei è Cristina Perazzolo, neo presidente del Consiglio comunale di Rozzano, la figura istituzionale cui è delegato il compito di navigare tra i marosi e le turbolenze che, quasi quotidianamente, si verificano in ambito locale. Tocca a lei condurre in porto la barca dell’assemblea comunale senza che affondi. pocketnews.it l’ha intervistata.
– L’8 e 9 giugno, il centrodestra ha stravinto le elezioni amministrative con percentuali quasi bulgare. Immaginava un inizio di legislatura così conflittuale all’interno della stessa coalizione?
-“No, sinceramente no! Pensavo a un inizio più tranquillo e al lavoro che c’è da fare per garantire a Rozzano tutto quel di cui ha bisogno. Invece si sta perdendo tempo. Può capitare che all’interno dei vari gruppi ci siano opinioni differenti. Qualche volta si arriva alle contestazioni, ma poi si lavora tutti insieme e si rema nella stessa direzione. Personalmente sono sorpresa da quel che è accaduto, però sono episodi che capitano a tutti i livelli, locali e nazionali. Questa volta è toccato a noi.”
– Unico neo di quelle elezioni è stato il risultato negativo della Lega. Ne ha analizzato i motivi?
“Ancora oggi siamo stupiti di quel risultato. Non avremmo mai immaginato fosse così basso. Pensavamo che i rozzanesi avrebbero riconosciuto il buon lavoro svolto nella scorsa legislatura e ci avrebbero premiato. Avevamo quattro assessori e dieci consiglieri comunali che si sono dedicati a soddisfare le esigenze dei residenti. Eravamo il primo partito sul territorio e visto il lavoro svolto su tematiche importanti pensavamo di raccogliere un riscontro positivo, riscontro che non c’è stato. Abbiamo allora concluso che, probabilmente, le elezioni locali possono essere state influenzate dalla situazione politica nazionale. Cinque anni fa con la Lega alle stelle siamo stati premiati, a giugno in una situazione totalmente diversa, penalizzati. Peccato, avremmo voluto continuare a lavorare in gruppo”
– La sua nomina a presidente del Consiglio è stata un premio o l’effetto del manuale Cencelli?
“Non credo sia effetto del manuale Cencelli. Certo gli incarichi vengono assegnati anche in base ai risultati elettorali, ma quando mi è stata proposta l’ho colta in maniera positiva: è la seconda carica più importante a livello locale ed è seconda solo al sindaco. Il ruolo, rispetto al lavoro svolto nella scorsa legislatura è un po’ diverso ma lo assolvo con passione ed entusiasmo, caratteristiche che da sempre mi contraddistinguono. Con il sindaco Ferretti c’è un rapporto di fiducia. E poi, non bisogna dimenticare che ho dieci anni di esperienza come vicepresidente del Consiglio, maturati con il Pd al governo della città”.
– Il sindaco Gianni Ferretti le ha affidato anche le deleghe di “supporto per le politiche sulle fragilità sociali” e sul piano di zona “dell’ambito distrettuale sociale e sociosanitario”. Che cosa significa in concreto?
“Non si tratta di deleghe assessorili, ma compiti di supporto al sindaco che è anche l’assessore delegato. Anche in questo caso mi occupo di materie sulle quali ho maturato una certa esperienza. Quando si parla di fragilità ci si riferisce a tutto ciò che riguarda i problemi sociali di fasce di popolazione che vanno dai più piccoli agli anziani. Si riferisce agli aspetti economici, della salute, delle politiche abitative. Per quanto riguarda il Piano di zona, già nello scorso mandato ho seguito l’assemblea dei sindaci in ambito Visconteo, che comprende undici comuni, e continuerò a farlo anche in questa. Gli ambiti sono sociale e sociosanitario”.
– Qualcuno dall’opposizione dice che sono incarichi che lei non potrebbe accettare visto che è anche presidente del Consiglio, quindi dovrebbe essere super partes, mentre i nuovi compiti potrebbero far sorgere conflitti tra l’una e le altre cariche. Qual è la sua posizione?
“Non è un incarico assessorile, ma esclusivamente di supporto in materie su cui ho accumulato molta esperienza. La conferma della fattibilità è arrivata dal Ministero degli interni secondo il quale, dal punto di vista normativo “nulla osata ad assegnare questo tipo di incarichi a un consigliere o dal presidente del Consiglio”.
– Domenico Anselmo ha accusato la maggioranza di aver sollevato la questione dell’incompatibilità perché non si è allineato alle decisioni del sindaco sulla scelta dei componenti della giunta. Può essere vero? E se c’erano incompatibilità non dovevano e potevano essere analizzate prima dell’appuntamento con le urne?
“Non so quale sia la vera motivazione. Di certo c’è che era emerso un consistente debito da parte dell’ex assessore Anselmo nei confronti di Ama. Per la legge, la carica di consigliere è incompatibile. Poi non so se ci sono altre questioni su cui Anselmo non era d’accordo. Avrebbe dovuto sapere che non poteva sedersi sui banchi del consiglio sino a quando non avesse sanato il debito con Ama, così come sarebbe stato opportuno che l’accertasse prima delle elezioni”.
– A che punto è la questione delle incompatibilità degli altri membri di giunta e Consiglio sollevata dallo stesso Anselmo? Il segretario comunale ha dato l’ok, ma la prefettura?
“Agli altri consiglieri è stato chiesto di produrre delle osservazioni sulla loro posizione. Osservazioni che sono state inviate al Prefetto cui lo stesso Anselmo si è rivolto. So che tutti hanno sanato le proprie posizioni, chi saldando piccoli debiti che avevano nei confronti dell’ente pubblico o partecipate, chi ha rinunciato a contratti in essere con l’amministrazione locale. Il fascicolo è accompagnato da una valutazione sottoscritta dal segretario comunale secondo il quale non ci sarebbero presupposti giuridici per iniziare un procedimento nei confronti di questi consiglieri. Al momento non ci sono ulteriori comunicazioni da parte della prefettura che potrebbe accogliere le conclusioni del segretario comunale e archiviare la questione oppure richiedere nuovi accertamenti”.
– Un altro incidente di percorso della nuova legislatura (che non sembra essere nata sotto i migliori auspici) è la questione mensa gratis. Prima il blocco, poi una parziale marcia indietro con la creazione di nuove fasce di reddito. Non ci si poteva pensare prima di scatenare il polverone che per giorni ha reso irrespirabile l’aria di Rozzano?
“Nella scorsa legislatura c’erano le condizioni economiche per garantire a tutti la mensa gratis. Quest’anno le condizioni sono cambiate. La mancanza di risorse ha richiesto la rimodulazione delle tariffe. Proprio ieri è stata approvata una nuova delibera che stabilisce le nuove fasce di reddito. Credo che quest’ultima soluzione sia accoglibile: si procede in base alle disponibilità economiche. Sulla prima delibera, probabilmente ha inciso lo scarso tempo a disposizione per individuare la soluzione migliore, visto l’inizio della scuola. Così non è stato. Si è corsi al riparo. Sulla questione mensa gratis vorrei sottolineare che la sottoscritta, il sindaco Ferretti e l’intera coalizione, ci aspettavamo che a livello nazionale si prendesse una qualche misura. La mensa rientra nel “tempo scuola” e la refezione dovrebbe essere gratuita. Purtroppo, al momento, il governo non ha intrapreso iniziative che avallino le nostre scelte. Noi lo speravamo, invece i tagli nel trasferimento di risorse ai comuni ci hanno costretto a scelte dolorose e a rivedere una misura che la città aveva apprezzato”.
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