
Continua a crescere la preoccupazione tra i cittadini di Cesano Boscone per le molestie olfattive che da tempo rendono difficile la vita in diverse aree della città. A farsene portavoce è il sindaco Marco Pozza, che ha inviato una lettera ufficiale a Città metropolitana di Milano per chiedere chiarimenti e sollecitare interventi immediati nei confronti della società Synextra Spa (ex Masotina), che sarebbe all’origine del problema.
Il disagio, già documentato nel vicino Comune di Corsico, si è infatti esteso anche a Cesano, dove numerosi residenti lamentano odori nauseabondi e persistenti, presumibilmente riconducibili al materiale plastico stoccato all’aperto presso l’impianto Synextra. «Seguo la vicenda con molta preoccupazione – ha dichiarato il sindaco Pozza – e mi sono rivolto alla Città metropolitana unendomi alle segnalazioni già inviate da Corsico. I cesanesi non possono essere costretti a sopportare odori insopportabili nelle loro abitazioni. Non è accettabile», ha sottolineato.
Nei giorni scorsi, proprio su iniziativa delle istituzioni coinvolte, si è tenuto un nuovo incontro a Corsico, a cui hanno partecipato rappresentanti dei Comuni di Corsico e Cesano Boscone, tecnici di ARPA Lombardia, ATS Milano, Città metropolitana di Milano e i vertici della stessa Synextra Spa. Tuttavia, l’esito del confronto non ha portato a soluzioni concrete. Durante l’incontro, l’azienda ha ammesso difficoltà nello smaltimento dei rifiuti negli ultimi sei mesi, a causa di problemi tecnico-amministrativi, e ha presentato uno studio sulle emissioni olfattive commissionato al Politecnico di Milano.
Ma per il primo cittadino di Cesano, la situazione richiede misure immediate e risolutive. «La normativa è chiara – ha ribadito Pozza –: la gestione dei rifiuti non deve generare inconvenienti da odori. Gli studi di ARPA parlano chiaro: c’è un superamento dei limiti di legge. Occorrono controlli urgenti per tutelare la salute dei cittadini e la qualità della vita. Continueremo a seguire la vicenda quotidianamente e a pretendere interventi concreti».
La preoccupazione è condivisa anche da numerosi residenti, che ormai da mesi segnalano una situazione intollerabile, con effetti sulla vivibilità e potenziali rischi sanitari. La tutela ambientale e della salute pubblica resta ora nelle mani delle istituzioni, chiamate a vigilare sull’attività dell’impianto e ad agire con tempestività.