
Sarà celebrato il prossimo 10 maggio il processo per direttissima di Mario Franchino muratore 28enne, rinchiuso in carcere a Pavia per avere preso a calci, pugni e schiaffi una bambina di nove mesi, figlia della sua compagna. I due condividevano un appartamento di Casarile, comune al confine con Binasco, che si affaccia sulla statale dei Giovi. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari, Fabio Lambertucci.
Picchiata con violenza
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Franchino, nel pomeriggio del primo ottobre dell’anno scorso, mentre si trovava da solo in casa con la piccola, che piangeva, avrebbe cominciato a picchiarla con violenza. Secondo il capo d’imputazione l’avrebbe uccisa se non fosse arrivata la nonna della piccola che aveva dato l’allarme. La donna era stata allertata dalla mamma della bimba preoccupata per il fatto che non riusciva a contattare il compagno al telefono: una volta in casa, avrebbe trovato la nipotina con grosse ecchimosi sul volto e sul torace. Chiamato il 118, la piccola era stata poi trasportata in ospedale in gravissime condizioni.
Vuoti di memoria
Interrogato, Franchino, pur assumendosi la responsabilità del pestaggio, aveva detto di non ricordare nulla e di avere dei vuoti di memoria. L’uomo era stato fermato e rinchiuso nel carcere di Pavia con l’accusa di tentato omicidio in attesa dell’interrogatorio di garanzia. La bambina, in gravi condizioni, era stata ricoverata prima al San Matteo di Pavia, poi in terapia intensiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
La decisione del gip
La coppia viveva da meno di un anno a Borgo Verde. La donna, dipendente di un supermercato, quel sabato pomeriggio aveva lasciato la figlia avuta da un precedente matrimonio al nuovo compagno. Dopi sei mesi di indagini, è arrivata la decisione del gip: Franchino deve essere processato. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, la piccola era stata presa a schiaffi, strattoni e calci, subendo “lesioni gravi”, facendole rischiare la vita prima di essere salvata.