
All’uscita dell’Omnicomprensivo di Corsico gli studenti tirano un primo sospiro di sollievo dopo aver affrontato la prova di italiano della Maturità 2025. Le tracce, giudicate da molti “interessanti”, hanno comunque riservato alcune sorprese: tra tutte, il ritorno di Pasolini per la poesia e un brano del Gattopardo per l’analisi del testo. Altri le hanno considerate “normali”. Molti pensavano uscisse Montale, ricordano come proprio quest’anno si celebrino i 100 anni di “Ossi di Seppia”. Invece non è andata così.
Si potrebbe dire che ciò che accomuna i ragazzi che oggi hanno affrontato la prima prova della maturità all’istituto Righi Falcone e al liceo Vico di Corsico, è l’assoluta spossatezza. Sono stanchi accaldati e si sentono come se la prova di oggi li avesse asciugati. I 37 gradi registrati sul piazzale della scuola hanno dato loro un’aria più disidratata che preoccupata. Si potrebbe dire che sono sicuri di sé per come è andata, ma solo all’ombra e li si capisce bene. Affrontare una prova così importante con questo caldo è stata dura, e molti di loro quasi non riuscono a trovare la forza esprimere le loro impressioni, dopo essere stati spremuti dalle 7 tracce proposte dal ministero.
Qui, a Corsico, in via generale non sembrano aver apprezzato la scelta della traccia letteraria e quella di analisi del testo, caduta sulle opere di due autori che si affrontano a fine programma e che, quindi, non in tutte le classi sono stati approfonditi abbastanza da poterne scrivere: uno è Tomasi di Lampedusa con un estratto da “Il gattopardo”, e l’altro è Pier Paolo Pasolini con una breve poesia senza titolo tratta da Appendice I “Dal diario (1943-1945).
Criticabili secondo gli studenti anche le tracce sull’attualità. In molti dicono che mancavano di originalità. “Scrivere di Borsellino – racconta uno di loro che per timidezza o chissà cosa non ha voluto dire il suo nome – significa parlare di mafia, un argomento su cui tutti hanno scritto di tutto, rischiando, in un testo di esame, di essere troppo scontati”. Quali tesi sostenere se non quelle già tante volte trattate, soprattutto commentando in modo personale un articolo redazionale scritto dal famoso giudice nel 1992? Non se la è cavata bene ma neppure tanto male, la traccia sull’articolo del Corriere scritto da Anna Meldolesi e Chiara Lalli, “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?, Corriere della Sera, 13 dicembre 2024. Inesorabili, i ragazzi l’hanno considerata troppo superficiale, di sole tre righe, su un argomento che merita invece un approfondimento maggiore.
Poca fortuna anche per i temi storici: una traccia sul “new deal” e sulla ripresa dalla grande depressione economica degli Stati Uniti degli anni 30 e su un articolo di Piers Brendon che analizza le strategie attuate da Franklin Delano Roosevelt quando era presidente degli USA è stata considerata troppo lontana nel tempo da suscitare ancora emozioni, e la traccia sull’articolo di Pievani sul Antropocene molto tecnica. La traccia favorita, ma non per ripiego, dagli intervistati è stata quindi quella su un estratto da un editoriale del giornalista Riccardo Maccioni, pubblicato su Avvenire lo scorso anno e dedicato alla parola “Rispetto”, considerata la parola dell’anno dall’enciclopedia Treccani. Il rispetto, su cui basare tutte le relazioni umane. Un messaggio che pare abbiano sentito loro.
E’ stato Arafa Youssif, fra i primi studenti ad aver consegnato, a esprimere le sue opinioni: “non erano un granché, come tracce. Io ho svolto quella sul Rispetto. In aula eravamo 44 ed è una traccia che hanno scelto in tanti” dice. Sul suo futuro ha le idee chiare. Prossimo step, superare il test per la Bicocca, oppure, in caso non vada bene, inizierà a lavorare. “Con l’informatica si trova lavoro dappertutto” osserva convinto.
Anche Alberto Calnaghi, si è detto deluso dalle tracce, un po’ troppo scontate e non attuali. “Di mafia se ne parla sempre. E’ un tema importante, tanto trattato. Anche l’indignazione sui social è un tema importante però secondo me dovevano mettere un testo più specifico, perché comunque anche parlare di quelle cose è impegnativo. Quello che stavo dicendo è che io dal ministero mi aspettavo più argomenti riguardanti l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico, la parità di genere e soprattutto i femminicidi, perché quest’anno, in questi anni, sono successe molte cose, ma alla maturità non sono mai uscite tracce relative ai femminicidi”.
Anche Alberto come tanti altri ha sviluppato il suo tema di italiano sulla traccia dell’articolo di Macconi sul Rispetto. “E’ giusto – riflette – anche che non siano uscite tracce sulla guerra in Ucraina e Russia o comunque che trattino la politica, perché non sono argomenti neutrali. Nel senso che se becchi qualche professore della commissione che è pro all’Israele e tu scrivi a favore della Palestina, potresti rischiare il punteggio, e questo è un problema. Avevano definito la prova come equilibrata, e comunque attuale ma da quello che ho sentito mi aspettavo qualcosa veramente interessante. Parlare di Pasolini? Non abbiamo avuto il tempo di approfondirlo”. Ecco allora la scelta: “Il tema sul Rispetto si riferiva all’articolo di Avvenire, e faceva risaltare l’importanza del rispetto – interviene Marco – Ho parlato della sua importanza per costruire dei rapporti solidi tra le persone, piano piano e di come la mancanza di rispetto sfoci nella violenza, sulle donne, sugli animali e sulla natura.”
La chiusura è quasi un coro: “Non potevano mettere i brani facili, perché comunque è una prova di maturità. Però, anche Tomasi di Lampedusa, che in classe non abbiamo affrontato fino in fondo. Magari al classico fanno veramente le cose più approfondite anche a fine anno. Noi, essendo una RIM, Relazione Internazionale di Marketing, ci basiamo sull’economia, sul diritto. In Italiano abbiamo fatto un sacco di cose del programma, Montale, Verga, Pirandello, Ungaretti… Autori che non escono da una vita. Alcuni sono anche carini. Un esempio? Pirandello.” Sarà per un’altra volta