lunedì, Ottobre 6, 2025
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Marina Suma e Marco Belocchi aprono il Fellini con “Clonazione da Tiffany”

L’appuntamento al teatro di viale Lombardia, a Rozzano, è per sabato 9 marzo alle 20,45

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Nell’immagine qui in alto una foto di scena di “Clonazione da Tiffany”

“Si ride tantissimo”. Questo è il biglietto da visita di “Clonazione da Tiffany” di Giovanni Ribaud, in scena sabato 9 marzo al teatro Fellini di viale Lombardia a Rozzano. Si tratta di una commedia comica che sfiora quella dell’assurdo, con un filone fantascientifico che prende spunto da una clonazione. Non solo quella. Al centro ci sono i rapporti di coppia. Racconta di un marito che perde la moglie in un improbabile incidente e cede alle lusinghe di un “clonatore” e millantatore, che fa ritornare la moglie in vita clonata. Poi però questo clone si scontra con la vita di tutti i giorni, con le sue regole e le sue aspettative, tanto che alla fine questo marito non lo vorrà più accanto.

La morale della favola

I protagonisti sono Marco Bellocchi, che ne cura anche la regia e che in scena veste i panni di Gustavo Paletta, il marito vedovo, e Marina Suma, la moglie clonata. La morale della favola? È meglio una moglie imperfetta ma piena di difetti, che il suo clone. Il che sottintende: quando una persona va via (non necessariamente muore) è giusto farla tornare? “Clonazione da Tiffany” è un testo originale, a tratti sorprendente, che prendendo le mosse dal collaudato meccanismo della commedia comica si spinge a toccare temi innovativi, fantascientifici, di un futuro ora quanto mai immediato, forse addirittura dietro l’angolo.

La trama

Gustavo Paletta, un uomo comune, di mezza età, vedovo inconsolabile, si fa irretire dalle lusinghe di un venditore di sogni impossibili e cede alla tentazione di un fantascientifico progetto di clonazione umana per poter riabbracciare la moglie tragicamente scomparsa. L’esperimento riesce, ma contemporaneamente si innesca l’insanabile dissidio con la normale realtà quotidiana: come fa ad inserirsi un clone quando è stato già emesso un atto di morte? Come giustificarlo davanti ai parenti e agli amici? E sarà poi all’altezza delle aspettative?

Tematica inquietante

Una commedia esilarante, ma non solo. Al fondo si percepisce una tematica quanto mai contemporanea e inquietante: il conflitto tra il progresso esasperato, una tecnologia che si insinua sempre più nel nostro quotidiano, fino a sostituire corpi e intelligenze, verso la quale siamo inevitabilmente e forse tragicamente proiettati, e l’elemento umano che, con la sua energia, i suoi sentimenti, spesso si rivela ancor più avanzato e dirompente e che comunque rimane alla fine il perno centrale intorno a cui deve girare il mondo. Spunti di riflessione e colpi di scena ne fanno quindi un testo godibilissimo, intelligente, moderno. Al Fellini, sabato sera.

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