Ieri sera, si è tenuta a Cusago un’assemblea pubblica di presentazione del progetto di partenariato pubblico/privato che ha come obiettivo il recupero e la ristrutturazione del Castello, bene storico, simbolo, da sempre del paese. Quello illustrato è il quinto in poco meno di quindici anni. Tutti i precedenti sono rimasti lettera morta e, molti di essi non hanno superato la fase della proposta e dello studio di fattibilità. Riuscirà quest’ultimo a tagliare il traguardo? Secondo il sindaco Triulzi e maggioranza che governano Cusago, sì. Secondo alcuni membri della minoranza, pur essendo d’accordo sull’idea, la proposta presenta aspetti che andrebbero approfonditi.
Appuntamento dal notaio
L’ultimo piano proposto dall’ex sindaco Pallazolo era naufragato sullo scoglio della fondazione pubblico-privato che non aveva mai preso vita. Triulzi invece è convinto di farcela tanto che ha prenotato per il prossimo luglio un appuntamento con il notaio affinché rediga l’atto costitutivo della Fondazione “Merito et Tempore”, di cui farà parte il Comune e alla quale l’attuale proprietario del Castello, la Viridea srl, dovrebbe cedere il 60 per cento della struttura storica, conservandone il 40.
Il business plane
Cosa potrebbe realizzare il comune sul suo 60 per cento? Le idee sono molte. Compreso un auditorium, iniziative “destinate a farne un centro vitale, di storia e di arte del territorio”, di sviluppo economico del territorio (sagre e appuntamenti ecogastronomici) che dovranno garantire alla stessa fondazione un reddito che le permetta di sopravvivere ai costi che la gestione di spazi di quel tipo e dimensioni richiedono. Solo per la gestione della fondazione stessa è prevista una spesa di 100mila euro all’anno, suddivisi al 50 per centro tra i due soci. Quel che manca è un business plane sui costi a carico del Comune per mantenere l’auditorium e gli atri spazi.
Un letto nel Castello
Che cosa potrebbe fare la Viridea srl nelle aree che rimarrebbero di sua proprietà. Quasi di tutto. Le destinazioni previste dal piano di gestione del territorio sono: residenziale, terziario, servizi. Non potrà solo impiantare attività produttive. Si provi ad immaginare se la destinazione fosse residenziale: dormire e vivere all’interno di un castello (mutuando l’espressione da uno slogan pubblicitario) “non ha prezzo”.
Una vera fortuna
Le riflessioni che emergono dopo la presentazione dell’iniziativa sono molte. Intanto Viridea ha già speso più di un milione e mezzo di euro per ristrutturare il tetto, condizione necessaria per salvaguardare l’intera struttura, poi dovrà investire altri otto milioni, sempre di euro, per la ristrutturazione complessiva dello stesso maniero. Con una spesa appena appena importante (10 max 12 milioni di euro) si ritroverebbe un bene che, alla scadenza della convenzione (30 anni), quando, se non interverranno nuovi accordi, l’intero complesso dovrebbe ritornare di sua proprietà, e varrà una vera fortuna.
Uno sguardo al futuro
“Chissenefrega – ha detto qualcuno ieri sera – se l’operazione raggiunge l’obiettivo di far rivivere il Castello”. “Attenzione – hanno detto altri – al momento mancano tutti gli elementi per comprendere l’esatta dimensione e gli effetti sulle casse comunali dell’accordo tra ente locale e proprietà”. Cosa succederà, per esempio, se la Fondazione non dovesse trovare i finanziatori che dovrebbero investire risorse alla sua attività? Si ricomincerà tutto da capo? O cosa?