Primo giorno di lavoro
L’operaio era al suo primo giorno di lavoro ed è rimasto schiacciato sotto un pesante macchinario. Ha riportato un trauma cranico e toracico e ferite a una gamba e a un braccio rivelatesi fatali. Abdul Ruman, era originario del Bangladesh. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: ha disposto l’autopsia, il sequestro del macchinario, e indagini per appurare se il giovane aveva un regolare contratto. L’indagine punta ad accertare eventuali responsabilità.
La strage continua
La strage sul lavoro non si ferma. Sono già centinaia i morti nei primi mesi del 2023 e ieri si è registrato un nuovo pesantissimo tributo di sangue. Sono tre i lavoratori deceduti in Lombardia che non faranno più ritorno a casa. Oltre ad Abdul Ruman al primo giorno di lavoro, la stessa sorte è toccata anche a Daniele Salvini padre di un bambino di 8 mesi, morto a Bagolino in provincia di Brescia. Infine ha perso la vita anche un operaio di 60 anni, caduto da un’impalcatura all’interno di un cantiere edile a Macherio (Monza).
Sconcerto e rabbia
Sconcerto e rabbia sono stati espressi da parte dei sindacati: la Cub punta l’indice contro la precarietà e chiede controlli “veri” e l’istituzione del reato di ‘omicidio sul lavoro’. Durissimo il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli: “E’ una vergogna, governo dopo governo non cambia nulla: si istituisca il reato di omicidio sul lavoro e si chiudano le aziende che non rispettano le leggi, mantenendo il salario per i lavoratori”.
Rispetto delle norme di sicurezza
La Cgil, dal canto suo, pretende “interventi immediati e non solo parole: è una guerra continua”. Vincenzo Greco, della segreteria Cgil Milano e responsabile sicurezza sul lavoro, sottolinea che “siamo di fronte a una tendenza che non si inverte e questo è un fatto drammatico. Bisogna far rispettare la legalità cioè rapporti lavoro contrattualizzati, le norme sulla sicurezza soprattutto sulla prevenzione e un sistema di controlli e sanzioni che non faccia passare l’idea di impunità”.