
Quella qui raccontata è, probabilmente, una nuova “querelle” che terrà impegnati nei prossimi mesi amministratori e addetti ai lavori che viaggiano sull’asse via IV Novembre (sede del municipio di Trezzano) e via Gioia, (sede della stazione della Polizia locale) con una toccatina in via Manzoni (sede del Consiglio comunale). Sotto la lente c’è la gestione delle auto sequestrate (per mancanza di assicurazione o per debiti dei proprietari verso enti pubblici, perché coinvolte in gravi incidenti stradali e via via discorrendo) dalla polizia locale e affidate ai titolari di depositi convenzionati.
Orbene, secondo le disposizioni della Prefettura, questi veicoli, dopo novanta giorni dalla notifica del sequestro ai proprietari e l’invito a pagare il proprio debito, dovrebbero essere inviati agli istituti delle vendite giudiziarie (messe all’asta) per recuperare il credito o, se non hanno più alcun valore commerciale, alla rottamazione.
Che cosa invece sarebbe accaduto a Trezzano? Che chi doveva si sarebbe dimenticato di ultimare la procedura (l’invio all’asta o rottamazione). Così, i veicoli sequestrati sarebbero rimasti per anni parcheggiati all’interno dei depositi convenzionati il cui costo è, anche se parzialmente, a carico del comune. Non si parla di spiccioli. C’è chi parla di 150mila, chi di 200mila euro usciti dalle casse di via IV Novembre.
Un vero e proprio fiume di denaro finito nelle tasche di alcuni titolari di depositi convenzionati di Assago (12mila euro), di Albairate (5800 euro + ulteriori 85.000), di un autoparco al Giambellino (18/20mila euro). Si fa presto a fare i conti. Tenere un solo giorno l’auto parcheggiata all’interno di un deposito convenzionato costa dai 3,5 ai 4,5 euro. Già se si custodisse i canonici 90 giorni le cifre sarebbero ragguardevoli (dai 315 ai 405 euro per ogni veicolo). Se invece rimangono lì per anni, basta fare una semplice moltiplicazione e ci si rende conto dei numeri che vengono fuori.
Ci sarebbero auto sequestrate nel 2013, sette anni fa. Altre in date ancora precedenti. Il bello è che alcuni titolari dei depositi avrebbero minacciato Comune e prefettura di rivolgersi ai propri legali se le fatture inviate non fossero state pagate. E qui entra in scena la Polizia Locale che autorizza i pagamenti ma cui spettava e spetta seguire le procedure di sequestro, invio ai depositi, trasmissione atti alla Prefettura e dopo l’ok della stessa Prefettura alle case per la vendita giudiziaria. Viste le cifre pagate, sono anni che qualcosa si è inceppato nel meccanismo? Chi si è “dimenticato” di comunicare a tutti i soggetti in causa lo stato dell’arte di ogni singola procedura? Ci sono responsabilità? Di chi sono?
Dovranno essere accertate così come richiesto mediante una interrogazione presentata dall’ex generale medico Antonino Puleo, attualmente consigliere comunale eletto tra le fila della Lega. Che nella sua richiesta di chiarimenti ha scritto: “È chiaro che una dimenticanza così antica è frutto di un prolungato, anzi perenne stato di distrazione e di inefficienza di chi, per ironia o per altri insondabili motivi, gode addirittura di corposi “premi di risultato”.
L’attacco al vertice della Polizia Locale trezzanese è durissimo: “Ma quando si elargivano quei premi è mai venuto in mente a qualcuno cosa stava accadendo con la gestione della custodia dei veicoli sequestrati, affidati ai custodi autorizzati? Si ha la consapevolezza che la responsabilità di tutto questo non può che essere, in primo luogo di coloro che di quei custodi sono referenti e con i quali interagiscono?”
Interpellato da pocketnews.it sulla vicenda, il sindaco di Trezzano, Fabio Bottero, ha dichiarato: “Si tratta di un tema articolato che necessita di un approfondimento per fare tutte le verifiche richieste. Siamo fiduciosi che chi ha operato, abbia operato bene. Anche perché sin ora non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione dai revisori dei conti, tantomeno dal segretario comunale, sulla irregolarità delle procedure”.
Chiamato in causa, il comandante della Polizia locale di Trezzano, Michele Genna, si è difeso sottolineando l’assoluta correttezza delle procedure, almeno da parte del suo comando. “Si tratta – ha detto – di una decina di veicoli che per un motivo o per un altro la Prefettura, a causa di una serie di inosservanze, non ha mai svincolato e fatti rottamare o messi all’asta”.
Centocinquantamila euro per una decina di auto. Comunque si analizzi questa vicenda, sembra una cifra spropositata e al di fuori di ogni logica. “Alcune auto – ha confermato Genna – sono in deposito da una decina d’anni, forse di più. Sono casi particolari. Le somme vengono richieste dai titolari dei depositi, con i quali sono aperti alcuni contenziosi, alla Prefettura che poi impone al Comune la sua quota parte”. Si tratta sempre di un fiume di denaro che da Trezzano finisce nelle tasche di pochi eletti. In uno dei documenti in possesso di pocketnews.it si parla di un impegno di spesa di 103mila euro a favore dell’Autofficina Autoriparazione F.lli Mascolino di Albairate, prima ancora che vengano effettuati “i necessari controlli sulla giacenza dei veicoli ancora giacenti in deposito presso la summenzionata Mascolino”
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