Uno scherzo da prete. È quello che i ragazzi del Cesano Boscone Idrostar hanno fatto ai loro colleghi del Real Trezzano, vincendo il derby del Naviglio. Un risultato che ha sorpreso solo chi non ha seguito le vicende delle due squadre negli ultimi tempi: i gialloblù di mister Grigolo erano in crescita (quella di ieri è la quarta vittoria consecutiva), i gialloneri del presidente Serviddio, in calo. Comunque è stata una partita dura, maschia, come si diceva sino a qualche tempo fa.
Poca concretezza
È il Trezzano ad aprire le danze con Giovine che va via sulla destra e incrocia un rasoterra respinto da Pipitone. Replica poco dopo Grimaldi che calcia al volo ma la palla sorvola la traversa. La pressione del Trezzano continua con Hazah: il suo tiro è ancora respinto da Pipitone. Le occasioni su susseguono ma per un motivo o per l’altro i gialloneri non riescono a concretizzare. Il Cesano si limita a controllare senza alcun affanno.
Partita dura
I gialloblù sono comunque in agguato e a inizio del secondo tempo vanno in vantaggio: cross di Lorenzo Paoletti, la palla sfugge dalle mani di Balbo. Appostato come un falco Simone Regazzoli la spinge dentro. Pochi minuti dopo Paoletti potrebbe raddoppiare. Questa volta Balbo si esibisce in un grande intervento a terra. La partita a questo punto diventa ancora più dura. Con il Trezzano che tenta di agguantare il pareggio, il Cesano a controllare e a ripartire. Il colpaccio a favore dei giallo neri sembra materializzarsi nel recupero quando su rimesssa lunga di Kah, Pipitone esce ma non blocca. Belsito prova a girare la palla, ma questa vola alta sulla traversa.
L’ora del rimpianto
Secondo il mister cesanese Grigolo, la squadra c’è e finalmente sta mettendo in mostra tutte le sue qualità, peccato sia emersa così tardi, sollevando qualche rimpianto in una rosa partita per non retrocedere che ora si trova a ridosso dei play off. Il Trezzano, dal canto suo, lamenta troppe assenze di uomini importanti, ma se si vuole fare il salto di categoria, non bisogna mai dare a chi va in campo alibi controproducenti.
