
Ha 61 anni ed è invalido al 100%. Da quando è nato soffre di una lussazione all’anca congenita ereditata da sua madre che gli impedisce di camminare normalmente. Avendo anche il piede cavo, ha una scarsissima stabilità e qualsiasi movimento compia è a rischio caduta. Per chi non lo sapesse, il piede cavo è un’alterazione strutturale del piede che è caratterizzata da un aumento della volta (arco) longitudinale. Può dipendere da diverse cause e, a volte, può rappresentare la punta dell’iceberg di malattie neurologiche più importanti e da non sottovalutare.
Una città a misura di disabile?
Lui è Felice Del Giudice e ha chiesto l’aiuto di pocketnews.it per denunciare le difficoltà sue e di tutti coloro che hanno disabilità che impediscono una corretta deambulazione a vivere la propria vita con un minimo di normalità. “Barriere negli edifici pubblici e negli esercizi commerciali – dice – impediscono a chi soffre disabilità di vivere la quotidianità. Trezzano non è proprio quel che si dice una città a misura di disabile. Anzi”. I luoghi critici sono molti. A cominciare, per esempio, da tutti gli esercizi commerciali che si affacciano su viale Indipendenza. Tranne l’ufficio postale e la Farmacia ex comunale, con ce n’è uno che abbia uno scivolo per far scorrere la carrozzina.
Detro a ogni angolo
“Per le elezioni europee – racconta – sono stato costretto a recarmi in municipio per ritirare la tessera elettorale. Lo sportello è irrangiungibile perché dopo il cancello principale ci sono tre gradini insormontabili per una persona costretta in una sedia a rotelle. Per salire e scendere bisogna attaccarsi e farsi supportare da un accompagnatore. No accompagnatore, no certificato”. I disagi sono dietro a ogni angolo. Al quartiere Marchesina molti marciapiedi sono impraticabili, alcuni sono ricoperti di ghiaietta, altri sono degli sterrati.
Il ponte Gobbo
Un pericolo è rappresentato anche dal percorso pedonale che permette l’attraversamento del ponte Gobbo sul Naviglio: ha una pendenza insopportabile per chi “viaggia” sulla sedia a rotelle e quando è bagnato è estremamente scivoloso. Si rischia di cadere ad ogni passo. La situazione non è migliore al quartiere Zingone. Anche in quella zona le difficoltà non mancano. E sono le stesse di Trezzano centro e di Trezzano vecchio: locali pubblici senza scivolo che permetta l’entrata e l’uscita delle sedie a rotelle, marciapiedi dissestati dalla presenza di radici.
Il calvario
Se tutto questo non bastasse De Felice è anche senza una casa. Attualmente vive in via Salvini, all’estrema periferia sud di Trezzano, lontano da qualsiasi tipo di servizio pubblico e privato. Per lui, raggiungere via Roma o via Indipendenza è un calvario. Per ben tre volte ha partecipato ai bandi di assegnazione di una casa comunale o dell’Aler, per ben tre volte non gli è stata assegnata. “Eppure – dice – sono disabile al 100% e ho altre patologie che non mi permettono di lavorare. Vivo con una piccola pensione che già oggi non è sufficiente al mio mantenimento. Se non mi avessero aiutato a pagare le bollette, sarei senza luce e forse senza gas. Perché vengo scavalcato ogni volta?”
Il primo passo
“Solo un disabile – conclude – sa cosa sono i bisogni di un disabile e delle loro famiglie. Nessun altro sembra capire, né in Comune, né nelle diverse associazioni. Io tengo duro finché sarà possibile, ma avrei bisogno che qualcuno cominci a chiedersi se non può fare di più per risolvere almeno in parte di disagi che sono costretto a subire”. Una casa forse sarebbe un primo, importante, passo.