mercoledì, Ottobre 15, 2025
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Trezzano dedica una via a Don Giuseppe Ponti: “Ha conquistato il cuore della città”

murales dedicato a don giuseppe ponti a Trezzano sul Naviglio
Nell’immagine, il murales dedicato a don Giuseppe Ponti a Trezzano sul Naviglio

“A Trezzano sul Naviglio ho dato l’anima, ma il mio cuore è a Samarate”. Con queste parole, cariche di affetto e memoria, don Giuseppe Ponti – per tutti “don Peppino” – amava descrivere il suo legame con le due comunità che hanno segnato la sua vita. Oggi, domenica 18 maggio, Trezzano gli ha reso omaggio intitolandogli una via proprio di fronte alla chiesa di Sant’Ambrogio, luogo simbolico della sua lunga missione sacerdotale durata oltre trent’anni. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti numerosi cittadini, rappresentanti delle istituzioni locali e anche il sindaco di Samarate, Alessandro Ferrazzi, in rappresentanza della città natale di don Peppino, dove il sacerdote ha scelto di essere sepolto. Un momento commovente, che ha unito idealmente le due comunità.

“È un risultato che parte da lontano – ha dichiarato il sindaco di Trezzano, Giuseppe Morandi – e sono felice di aver potuto tagliare questo nastro. Mi legano a lui molti ricordi d’infanzia. Don Peppino è stato molto più che un parroco: ha scritto cinque libri sulla storia della nostra città, è stato una guida spirituale ma anche culturale per tutti noi”. Don Giuseppe Ponti arrivò a Trezzano nel 1964. Gli furono affidate le chiavi della chiesa di Sant’Ambrogio, ma con il tempo conquistò anche quelle del cuore della città. Rimase parroco fino al 1996, lasciando un’impronta indelebile grazie alla sua capacità di ascoltare, confortare e far sorridere. “Molti lo considerano ancora oggi il padre spirituale di Trezzano”, ha ricordato qualcuno durante la cerimonia.

Non fu solo un pastore d’anime, ma anche un appassionato promotore sociale e culturale. Fu tra i principali artefici del gemellaggio con la cittadina tedesca di Eching, fondò l’Avis locale e contribuì alla creazione di numerose associazioni. Si impegnò attivamente per il restauro degli affreschi della chiesa di Sant’Ambrogio, riportandola al suo antico splendore cistercense. E con la collana di libri Trecianum, raccolse e trasmise la storia e l’identità della città. Si spense improvvisamente il 17 febbraio 2012. Il suo funerale fu un momento di lutto collettivo: centinaia di trezzanesi riempirono la chiesa, il piazzale e l’oratorio per dargli l’ultimo saluto, molti con il volto rigato dalle lacrime.

Già nel 2016, una mozione presentata da Giuseppe Russomanno aveva chiesto di intitolare una strada a suo nome. Ci sono voluti nove anni, ma oggi quel desiderio si è finalmente realizzato. Con l’intitolazione di una via a don Peppino Ponti, Trezzano non solo rende omaggio a un sacerdote amatissimo, ma tenta di riscoprire il senso profondo di comunità che lui ha sempre cercato di costruire. Proprio quel senso che, come diceva, “oggi manca”. E che il suo esempio può ancora ispirare.

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