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Sono di Rozzano i due killer di Giuseppe Giuliano ucciso cinque anni fa a Basilio

Il 25 febbraio del 2019 l’imprenditore edile venne ammazzato mentre si trovava nella Cascina Vione. Nel 2021 la Procura aveva chiesto l’archivazione dell’inchiesta, ieri è arrivata la svolta

carabinieri

 

Uno lo chiamano “Franco il Catanese”, l’altro è il “Cipolla”. Si tratta di due vecchie conoscenze delle forze dell’ordine di Rozzano: sono accusati dell’omicidio di Giuseppe Giuliano, un piccolo imprenditore edile ucciso mentre, a bordo del suo furgone, stava entrando nel cortile della Cascina Vione, a Basiglio. A cinque anni di distanza, i carabinieri del Nucleo investigativo hanno fermato i due presunti autori del delitto: in manette nella notte tra il 10 e l’11 luglio 2024 sono finiti Francesco Romeo, 74 anni, e il sessantunenne Davide Milazzo, entrambi residenti a Rozzano.

La svolta

Dopo più di un lustro da un assassinio che pareva destinato al dimenticatoio, è arrivata la svolta. Secondo gli investigatori sarebbe stato Romeo a sparare alla testa della loro vittima, mentre Milazzo avrebbe fatto da autista. L’inchiesta affidata ai pm Silvia Bonardi e Rosaria Stagnaro, sarebbe ripartita dopo alcune dichiarazioni auto-accusatorie rese da uno degli indagati (Milazzo), durante un interrogatorio avvenuto mercoledì 10 luglio. Un caso su cui i carabinieri della sezione Omicidi del Nucleo investigativo non hanno mai smesso di lavorare.

Cinque anni di indagini

Cinque anni fa, gli investigatori avevano puntato la lente sull’auto utilizzata nell’agguato, una Renault Twingo rossa, trovata bruciata a Rozzano la notte successiva al delitto. Avevano anche individuato il malvivente che l’aveva rubata a Pieve Emanuele e colui che l’aveva ricettata. Il problema fu che entrambi erano in carcere il giorno del’agguato. Avevano quindi un alibi di ferro e perciò uscirono subito dall’elenco dei sospettati. Tre anni fa, quindi, la Procura aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta,  archiviazione cui si erano opposti i familiari di Giuliano, la vedova Vanya Ivanova, che gestisce una pescheria a Binasco, e  le figlie Enza, Giovanna e Valentina, che non avevano mai smesso di chiedere giustizia. Il gip aveva disposto ulteriori approfondimenti su Milazzo, sospettato di aver pedinato l’imprenditore assassinato.

La pistola dell’agguato

In tutto questo tempo, i carabinieri non hanno mollato la presa. Milazzo detto “Cipolla”, era compagno di merende di Francesco Romeo alias “Franco il Catanese”. Le indagini avrebbero dimostrato che Romeo – la lista dei suoi precedenti penali è lunga e variegata – aveva nella sua disponibilità una pistola calibro 7.65, lo stesso calibro di quella dell’omicidio. L’agguato sarebbe stato organizzato nei minimi particolari, con tutta una serie di sopralluoghi e pedinamenti effettuati con la Twingo rubata nel luglio 2018 ripresa dalle telcamere che controllano il traffico nella zona, e con una Punto bianca di proprietà di Milazzo.

L’omicidio

I militari hanno ricostruito tutti i movimenti della Renault grazie al Gps.
Secondo i carabinieri, la matttina dell’agguato Milazzo e Romeo avrebbero seguito il furgone Doblò di Giuliano sin dalla sua partenza da Binasco, per poi precederlo nel cantiere a Borgo Vione. Milazzo avrebbe fatto scendere Romeo che si sarebbe avvicinato al furgone. Il primo colpo di pistola avrebbe mandato in frantumi il finestrino del lato di guida. Poi il killer avrebbe avrebbe sparato ancora, colpendo Giuliano al petto e alla testa.

Il movente

Sempre secondo le indagini, l’imprenditore sarebbe stato ucciso perchè si sarebbe rifiutato di soddisfare le “ richieste estorsive “da parte di Milazzo e Romeo., quest’ultimo specializzato in reati contro il patrimonio, in particolare furti di auto. Agli atti dell’indagine ci sono documenti che indicano Romeo come membro attivo di una banda di rapinatori che comprendeva anche il fratello Giuseppe e Vittorio Boiocchi, il capo della Curva Nord dell’Inter, ucciso sotto casa da due sicari in motocicletta non ancora identificati.

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