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Polizie locali e droga: individuate mele marce a Trezzano e Milano

Dalla lettura delle carte d’accusa emerge un quadro sconcertante di comportamenti criminali

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polizia-locale-e-drogaPolizie locali nella bufera per due episodi venuti alla luce quasi contemporaneamente a Trezzano sul naviglio e a Milano. Nel primo comune, il nuovo comandante (nominato da poco più di un mese) che ha cercato di incastrare il suo ex capo, mettendole in auto della cocaina. Nel secondo quattro ‘ghisa’ che, invece, ai pusher sottraevano denaro, falsificando i verbali delle perquisizioni.

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Tra i due casi un unico comune denominatore: la droga e le esperienze vissute da alcuni dei protagonisti nell’ambito dell’Unità Contrasto Stupefacenti della Polizia Locale di Milano. Nel primo, Salvatore Furci, aveva vinto il concorso di ufficiale al Comando di Polizia locale di Corbetta (Milano) ma non aveva superato il periodo di prova anche per il parere negativo del comandante Lia Vismara ed era, fino a ieri, il comandante dei vigili di Trezzano sul Naviglio.

Dalla lettura delle carte d’accusa emerge un quadro sconcertante di comportamenti criminali. “E ricorda bene che io ho un jolly che tu ben sai…non tirare la corda …. c’è un detto che dice ‘morte mia morte tua…. non farmi fare il kamikaze…”. Scriveva Furci in un messaggio, riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, inviato nel dicembre 2019 via WhatsApp su una chat creata da lui stesso “all’indomani del suo allontanamento” da Corbetta .

Secondo il giudice “numerose intercettazioni attestano, inoltre, come Furci – che, appunto, per diversi anni ha svolto servizio presso l’Unità Contrasto Stupefacenti della Polizia Locale di Milano – anche a distanza di mesi dal suo licenziamento “ continuava a manifestare un’acuta ostilità nei confronti” di Lia Vismara e del sindaco di Corbetta, Marco Ballarini.

A gennaio 2020 la vendetta: con un complice, anch’egli arrestato, aveva messo nell’auto della donna alcune dosi di cocaina. In carcere si trova infatti anche un albanese, Mariglen Memushim, ritenuto colui che ha messo la droga nella macchina e che aveva telefonato ai carabinieri. È stata una perizia fonica a dimostrare che era stato lui.

Le accuse per entrambi sono di calunnia aggravata e detenzione di stupefacenti e l’arresto è arrivato al termine delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Milano, durante le quali sono stati analizzati i sistemi di videosorveglianza ed è stata acquisita la telefonata registrata dal112 con la quale era stata segnalata la presenza della droga. È stata la perizia fonica su questa telefonata
incastrare Memushim.

Sono invece finiti ai domiciliari quattro agenti della Polizia locale di Milano per falso ideologico perchè si sarebbero appropriati di soldi nel corso di una perquisizione in una casa di presunti spacciatori, compilando falsi verbali per intascare il denaro.

L’ordinanza è stata emessa dal gip Guido Salvini e l’inchiesta era scaturita da un servizio mandato in onda lo scorso ottobre da ‘Le Iene’. Dopo il servizio, gli agenti erano stati trasferiti ad altro incarico. Decisiva, la “video ripresa tramite due telecamere” piazzate dagli stessi pusher nella “sala e in camera da letto” della casa, come forma di protezione, e con cui e’ stata filmata “buona parte dell’intervento” del 7 ottobre scorso.

Per il gip Salvini, il quadro delle condotte “è certamente grave in ragione dell’approffittamento dell’esercizio delle funzioni di Polizia giudiziaria, ma concretamente la vasta eco avuta dal programma” e le iniziative “di carattere disciplinare già adottate dal Comando della Polizia locale, rendono assai lontani i rischi di reiterazione di analoghi comportamenti” e anche i rischi di inquinamento della prova “sono ormai piuttosto limitati”. Rimane però il danno d’immagine che questi due episodi hanno provocato alle Polizie locali dei due comuni in particolare, a quelle di tutti i comuni d’Italia in generale

 

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