Il titolo di questo articolo avrebbe potuto essere anche: “Piscina comunale, un tuffo in un mare di polemiche”. Un tuffo con triplo salto mortale. Ed è quello che è accaduto. Dopo mesi di silenzio assoluto sul futuro della piscina comunale di Cesano Boscone, è bastato, come ha fatto Rai 1, inserire alcune immagini del degrado che regna nell’area dove sorgerà, oppure come ha fatto pocketnews.it ripercorrere le tappe che ne hanno segnato la storia sin dal 2005, e si è scatenato l’inferno.
Il fanatismo
In campo sono scesi sia i caporioni (speriamo che Simone Negri e Fabio Raimondo ci perdonino per questo appellativo) sia gli “aficionados” che secondo gli esperti dell’Oxford Languages significa: “tifosi, ammiratori fanatici”. E se Negri ha difeso il suo operato (ci mancherebbe altro), e Raimondo ha confermato le sue perplessità, solo il fanatismo può spiegare alcuni commenti letti sui social. C’è gente che per fede (o ottusità, a volte il confine è molto labile) difende l’indifendibile. Si può difendere un’opera che è in itinere [in via di svolgimento o di realizzazione] da quasi vent’anni? Secondo noi, no! In un’azienda privata, i responsabili sarebbero stati cacciati e, probabilmente non avrebbero più occupato alcuna posizione dirigenziale. In politica accade.
La corsa alla puntualizzazione
Non solo accade, ma quando qualcuno si permette di ricordare il passato o il presente, visto che il cantiere della piscina non è stato ancora aperto, viene tacciato di chissà quali oscure trame elettorali. Così come è capitato alla trasmissione di Rai 1 e all’articolo di pocketnews.it. Richieste di confronti, qualche velata minaccia e accuse che fanno ridere per il solo fatto d’essere state formulate. Di tutto e di più. Si è scatenata una specie di corsa alla puntualizzazione, al dettaglio da azzeccagarbugli di manzoniana memoria.
Entro “qualche settimana”
Così, dopo mesi di silenzio da parte di amministratori locali e addetti ai lavori, oggi pomeriggio, il Comune di Cesano è sceso in campo e ha diffuso un comunicato con il quale annuncia l’apertura del cantiere entro “qualche settimana”. Lo stesso annuncio che aveva fatto l’allora sindaco Negri nel novembre del 2018, cinque anni e mezzo fa. Dopo aver parlato “del raggruppamento temporaneo di imprese per appalti pubblici “di cui fanno parte il gruppo bancario ICCREA, il Consorzio Ercole, che costruisce impianti sportivi, e A&T Europe spa” quindi del fior fiore delle aziende del settore, Negri aveva detto: “Se tutto dovesse procedere senza ulteriori intoppi, il cantiere potrebbe partire in primavera e la piscina essere a disposizione nell’arco di un massimo di 23 mesi dall’avvio dei lavori”.
Tutta colpa del Covid?
Certo, il Covid ha bloccato quasi tutto. Intanto val la pena ricordare che solo il 9 gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva dichiarato l’avvenuto isolamento, da parte delle autorità sanitarie cinesi, di un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo: il 2019-nCoV (conosciuto anche come COVID-2019). Cioè cioè un anno e mezzo dopo l’annuncio di Negri. Ma come si fa poi a dimenticare che il primo progetto è datato 2005? Sull’impianto, il comune aveva speso già 1,65 milioni di euro, una cifra che l’amministrazione locale aveva dovuto sborsare in qualità di garante della società che, attraverso il sistema del project financing, avrebbe dovuto costruire e gestire l’impianto natatorio a costo zero per la comunità. Altro che a costo zero. Il comune aveva rischiato di pagare 4,8 milioni per una fideiussione sottoscritta a favore dell’impresa costruttrice. L’azienda incaricata era fallita e la struttura non è mai entrata in funzione se non qualche mese nel 2011, a cavallo della campagna elettorale dell’allora sindaco Vincenzo D’Avanzo.
Cantiere elettorale?
E a proposito di campagne elettorali, a due anni dalla fine dell’emergenza Covid e a meno di tre mesi dalle elezioni amministrative che decideranno chi governerà Cesano per i prossimi anni, ecco che (“Annunciazione, Annunciazione”, declamava Massimo Troisi in uno sketch televisivo): “Il cantiere della nuova piscina aprirà fra qualche settimana”. All’annuncio segue una “decisa presa di posizione”: «Le notizie di immobilismo sono prive di fondamento e respingiamo al mittente qualsiasi tentativo di mettere in dubbio la strenua ricerca dell’interesse pubblico, nella massima trasparenza di tutti gli atti amministrativi». Nessuno ha mai messo in dubbio la trasparenza degli atti amministrativi. Il problema è di opportunità: vale ancora la pena spendere una decina di milioni di euro per un impianto di quelle dimensioni o è nell’interesse pubblico adottare una scelta più conservativa?
Si poteva iniziare a settembre, anzi no: a gennaio
Paradossale sembrano essere le dichiarazioni dell’attuale sindaco Gattuso e dell’assessore Marco Pozza sugli ultimi ritardi. Hanno infatti fatto scrivere dal loro ufficio stampa: «Abbiamo completato da tempo tutte le procedure. Si poteva iniziare a settembre, ma mancava l’aggiornamento di alcuni documenti che abbiamo chiesto all’operatore e i tempi si sono ulteriormente allungati. A dicembre, i tecnici sono stati presentati al direttore lavori nominato dal Comune e i lavori sarebbero potuti iniziare a metà gennaio. Ma mancava ancora la nomina del Cse (coordinatore sicurezza in fase esecutiva) che, dopo una verifica sulla compatibilità di possibili candidati, avverrà entro una decina di giorni da parte del Rup (responsabile unico del procedimento) come è stato concordato ieri con il referente dell’impresa». L’ultima domanda che forse come tante altre rimarrà senza risposta è: Ma, visto il tempo trascorso, non potevano pensarci prima?