
Due anni fa, il massmediologo aveva affisso per le strade di Buccinasco alcuni manifesti che ritraevano Rocco Papalia da poco tornato in libertà dopo 26 anni trascorsi in carcere, in versione “drag queen”
Dopo Buccinasco, Platì. Non è facile la vita di Klaus Davi, il “comunicatore” che da tempo prende iniziative anche paradossali per far luce, a suo dire, sui legami di alcune famiglie di ‘ndrangheta con il territorio. Nei giorni scorsi, mentre si trovava a Platì, la sua auto è stata fatta bersaglio da un lancio di pietre. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Locri.
Drag queen
Klaus, due anni fa aveva affisso per le strade di Buccinasco alcuni manifesti che ritraevano Rocco Papalia da poco tornato in libertà dopo 26 anni trascorsi in carcere, in versione “drag queen”. Per quell’episodio, il massmediologo fu multato dal comune di Buccinasco per affissione abusiva.
Il ricorso
Contro la multa di 500 euro, Klavì fece ricorso sottolineando come avesse “portato avanti questa iniziativa in giro per l’Italia, anche in Calabria e in Sicilia, nessuno mi ha mai multato, tutti hanno riconosciuto il valore sociale dell’iniziativa”. Ma le affissioni erano abusive: non era stato chiesto alcun permesso al Comune quindi su di lui era calata la mannaia (solo figurativa) dell’inflessibile sindaco della città. L’ultimo atto della diatriba arrivò con l’accoglimento parziale del ricorso presentato dal legale di Davi contro la sanzione.
Grossi sassi
Nei giorni scorsi, il massmediologo si trovava a Platì a pochi metri dalla casa di Giuseppe Trimboli, che si trovava in vacanza nel paese aspromontano, quando la sua auto sarebbe stata colpita da due grossi sassi. Klaus Davi stava conducendo una inchiesta sulla famiglia Barbaro e aveva già realizzato alcuni servizi sulla nota famiglia di ‘ndranghetisti insediata in particolare a Buccinasco e nel Pavese.
Il raid
Al Tg4 Klaus Davi ha dichiarato: “Ero fuori casa. Aspettavo solo che arrivasse la persona che dovevo intervistare e sono piovuti i sassi. Chi li ha lanciati lo ha fatto da dietro la siepe e si è dileguato”. Un vero e proprio raid.
Attacchi omofobi
Poi ha proseguito: “Per fortuna non mi hanno colpito e in pochi minuti sono intervenute tempestivamente le volanti dell’Arma.” Successivamente all’aggressione sono proseguiti attacchi su Facebook anche di carattere omofobo, “profili che sono stati acquisiti dai carabinieri” ha confermato Davi sempre al Tg 4.
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