sabato, Novembre 15, 2025
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Corsico, tutta la verità sul caso del campo parrocchiale di via Ugo Foscolo che divide la città

sporting corsico
Nella foto, lo schermo utilizzato ieri sera per spiegare le ragioni del contenzioso aperto sul campo dello sporting

Negli ultimi anni a Corsico il tema delle strutture sportive è diventato sempre più urgente. Campi chiusi, spazi lasciati all’abbandono, impianti che in passato erano punti di riferimento per i giovani oggi versano in condizioni critiche. Tra questi, spicca il caso del campo parrocchiale di via Ugo Foscolo, un luogo simbolico per il quartiere e sede storica della squadra di calcio dello Sporting Corsico. Si tratta di una vicenda che intreccia sport, gestione degli spazi, identità di comunità, rapporti interni alla parrocchia e persino dinamiche politiche locali. Giovedì e venerdì si sono tenute due assemblee che avrebbero dovuto chiarire i passi da fare.

Un cambio di dirigenza che accende la miccia

La situazione si è complicata dopo le ultime elezioni societarie dello Sporting, che hanno portato alla guida Emanuele Mancone e una nuova dirigenza con un progetto più strutturato e professionalizzante. Secondo quanto emerso negli incontri interni, proprio questo cambio di approccio avrebbe creato frizioni con il precedente direttivo, con il parroco e con parte del Consiglio Pastorale. Da qui, un progressivo irrigidimento dei rapporti fino a momenti di forte tensione registrati nella riunione tenuta nel bar dell’oratorio, dove – stando ai racconti – non sarebbero mancati contrasti verbali e scambi di accuse.

La frattura è diventata evidente: una parte della comunità parrocchiale sostiene la vecchia dirigenza e guarda con sospetto il nuovo progetto sportivo, ritenuto troppo “professionale” per un oratorio, mentre la nuova guida rivendica una visione capace di offrire ai ragazzi un percorso di crescita anche calcistica e non solo ricreativa.A testimonianza della gravità della situazione, è stata chiamata in causa persino la Curia, allo scopo di individuare un arbitro super partes.

Il nodo del comodato e dei costi

Il punto critico, oggi, riguarda la decisione della parrocchia di non rinnovare la convenzione che assegna il campo in comodato d’uso gratuito allo Sporting. La società, pur non pagando un affitto, sostiene da anni circa 15 mila euro annui di costi per un forfait legato alle utenze. La nuova dirigenza contesta la mancanza di trasparenza sulle spese effettive e lamenta difficoltà nel verificare l’effettivo uso delle risorse. Il timore dello Sporting è che la revoca del campo non risponda solo a motivazioni tecniche, ma anche alle tensioni personali e gestionali che si sono create negli ultimi mesi.

La possibilità di trasferirsi in un altro impianto comunale, come il campo Giorgella, è stata scartata: la struttura è attualmente in stato di abbandono e richiederebbe investimenti ritenuti ingenti e immediatamente insostenibili.Il direttivo è chiaro: “non ci spostiamo e lotteremo per rimanere qui”.

Una comunità che si divide, e una politica che sembra distante

La vertenza ha assunto rilevanza anche a livello cittadino. L’assessore allo Sport di Corsico, Di Stefano, avrebbe espresso in un incontro una posizione poco incoraggiante per la società, affermando che “il calcio non interessa più a nessuno e che non si è più negli anni ‘90”. Parole che hanno irritato parte dei sostenitori e delle famiglie legate allo Sporting, soprattutto perché la società coinvolge oltre 150 giovani e negli anni ha sfiorato categorie semi-professionistiche. Questa percezione di distanza istituzionale ha alimentato una mobilitazione spontanea tra i cittadini, sfociata in una raccolta firme su change.org che ha superato le 700 adesioni, segno di un malcontento diffuso e di un legame profondo tra la comunità e il campo di via Ugo Foscolo.

Il presente e i possibili scenari

Al momento, lo Sporting ha comunicato che non lascerà il campo a maggio. La società è pronta, se necessario, ad avviare una battaglia legale per difendere il proprio diritto a restare, rivendicando il lavoro svolto negli anni e il ruolo sociale svolto per i più giovani. È stata formalmente richiesta una nuova riunione con il Consiglio Pastorale, quello Economico e il parroco, ma la sensazione diffusa è che la strada sia ancora lunga e accidentata.

Oltre il calcio: un simbolo di comunità

Il caso del campo di via Ugo Foscolo non riguarda solo lo sport. Tocca il modo in cui una comunità decide di utilizzare i propri spazi, sostenere le proprie associazioni, accompagnare i giovani nella crescita e mantenere vivo il legame tra oratorio, territorio e iniziative sociali. In un contesto dove diverse strutture sportive di Corsico risultano chiuse o abbandonate, un ulteriore impoverimento rischierebbe di privare i ragazzi di uno dei pochi spazi ancora vivi e funzionanti.

Questa non è solo una partita da vincere sul campo, ma una sfida identitaria: capire che ruolo debba avere lo sport nella vita cittadina e come evitare che decisioni calate dall’alto o tensioni interne privino un’intera generazione di un luogo dove crescere, sognare e sentirsi parte di qualcosa.

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