mercoledì, Ottobre 15, 2025
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Corsico, la vecchia stazione ferroviaria sempre più “desaparecida”

La ristrutturazione iniziata il 19 ottobre dell’anno scorso sembrava ultimata. Invece con lo stop ai lavori ordinato dall’ufficio edilizia che si è prolungato per mesi, sull’edificio e il suo utilizzo è calato il silenzio

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Nella foto, il cantiere aperto per la ristrutturazione della vecchia stazione di Corsico, poi chiuso in base a un’ordinanza dell’ufficio edilizia del Comune

Prima doveva essere il nuovo fiore all’occhiello di Corsico sul fronte degli interventi nel sociale. Poi i suoi lavori di ristrutturazione sono stati bloccati perché la pratica edilizia era priva delle necessarie autorizzazione della Sovrintendenza delle Belle Arti. Infine un velo di silenzio sembra essere calato sull’antica stazione ferroviaria di Corsico. Aperta nel 1870 contestualmente all’attivazione della tratta ferroviaria Milano – Mortara, è stata chiusa al traffico nel 2009.

Di proprietà delle Ferrovie dello Stato, in poco meno di tredici anni era diventata una specie di rifugio per sbandati. Il suo degrado era stato documentato a più riprese e a più riprese aveva provocato le proteste dei residenti. Sino all’anno scorso, quando era stata affidata tramite una convenzione alla Fondazione Fratelli di San Francesco che avrebbe dovuto trasformarla in un centro di accoglienza per disagiati con diverse problematiche.

Tutto ok? Neanche per sogno. Dopo che il comune aveva permesso l’apertura del cantiere che ha eseguito i lavori di ristrutturazione, gli stessi sono stati bloccati. A imporre l’alt al cantiere, un’ordinanza dell’ufficio edilizia privata comunale emessa lo scorso 10 marzo. Il motivo? Alla documentazione allegata per ottenere l’autorizzazione dei lavori, erano state riscontrate “diverse carenze documentali tra cui la necessaria autorizzazione di competenza della Sovrintendenza Archeologica, belle arti e paesaggi della Città metropolitana”.

In sostanza, essendo la stazione un edificio con pregi architettonici e storici, per eseguire qualsiasi lavoro era necessario avere l’ok della Sovrintendenza. Un provvedimento tardivo adottato quando i giochi erano fatti: la struttura non ha più nulla delle caratteristiche del vecchio edificio. Sparito l’abbaino, sparita la scritta CORSICO sulla facciata laterale, sparite le finestre ad arco. Destinatari dell’ordinanza che aveva imposto lo stop al cantiere, la Fondazione Fratelli di San Francesco, le Ferrovie dello Stato, proprietario dell’immobile; il direttore dei lavori architetto Stefano Bisaro e la Tg costruzioni, l’impresa che materialmente si è occupata dell’intervento edilizio.

I lavori, iniziati lo scorso 19 ottobre, sembravano ultimati l’edificio pronto all’uso. Invece con lo stop ordinato dall’ufficio edilizia che si è prolungato per mesi, non si sa quando saranno completati. Così, la Vecchia stazione è tornata alla ribalta grazie a una “interrogazione urgente” presentata dai gruppi di minoranza presenti nel Consiglio comunale di Corsico. Il documento contiene la richiesta di far luce sullo “stato dell’arte” dell’intera operazione. A cominciare dalle decisioni prese dalla Sovrintendenza sui lavori eseguiti.

I firmatari della interrogazione hanno scritto in una nota che l’accompagna: “Dalla determinazione, oltre tutto tardiva, dell’ amministrazione comunale di fermare i lavori per l’assenza di documentazione prescrittiva delle Belle Arti, risulta poco credibile che le relative istruzioni e/o prescrizioni della Sovrintendenza a seguito delle quali riprendere i lavori non siano ancora giunte”.

“È quindi interesse della cittadinanza – prosegue la nota – sapere che cosa sta accadendo. I lavori sono ancora fermi e non si sa se e quando riprenderanno. Lo ha deciso la Sovrintendenza? Lo ha deciso la Fondazione? Lo ha deciso il Comune? Il silenzio dell’ amministrazione corsichese non è più accettabile. Persa la bellezza dell’ antico manufatto storico della fine del 1900, la Stazione cominci la sua nuova vita”.

“Riteniamo – hanno concluso – che la stazione non meriti di essere abbandonata una seconda volta e auspichiamo – a questo punto – che le previste attività di tipo sociale della Fandazione San Francesco prendano il via”.

 

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