
Corsico torna al centro della mappa digitale italiana. Dopo mesi di silenzio, Retelit, gruppo italiano delle telecomunicazioni controllato dalla spagnola Asterion, ha di fatto confermato la realizzazione di un nuovo datacenter sul territorio comunale. L’annuncio, seppur indiretto, è arrivato in occasione del riconoscimento attribuito dalla Camera di Commercio di Spagna in Italia a Retelit per il suo ruolo di “abilitatore di innovazione per le imprese e la pubblica amministrazione”, nonché per l’imponente piano di investimenti da oltre 370 milioni di euro destinato a nuovi data center e all’evoluzione della rete in fibra ottica nazionale.
Durante la cerimonia, la presidente Roberta Neri ha citato esplicitamente il sito corsichese come punto di partenza del programma:“I nuovi data center, a partire da quello che sorgerà a Corsico, saranno costruiti per prevedere il recupero del calore di scarto in energia per le famiglie e il territorio – ha spiegato –. La nostra infrastruttura è la spina dorsale dell’innovazione digitale del Paese e continuerà a crescere in chiave sostenibile.” Una dichiarazione che non lascia spazio a dubbi: per l’azienda, la costruzione a Corsico non è più una possibilità, ma una certezza operativa.
Un progetto strategico (e controverso)
Già lo scorso luglio, un’intervista dell’amministratore delegato Jorge Álvarez al Sole 24 Ore aveva anticipato l’intenzione di realizzare tre nuovi poli tecnologici “in fase avanzata di progettazione”: uno a Milano, uno a Roma e uno “nell’area di Corsico”, definito strategico per l’espansione del campus Avalon, infrastruttura che oggi gestisce circa l’80% del traffico internet italiano. Secondo Álvarez, l’obiettivo di Retelit è raddoppiare la potenza installata, passando dagli attuali 25 megawatt a 60 entro il 2027, con l’apertura del nuovo sito milanese prevista per la seconda metà del 2026.
Il precedente e le tensioni politiche
L’ipotesi di un mega data center a Corsico non è nuova. Già nel 2023, l’idea di realizzarlo in un’area prospiciente la Tangenziale Ovest aveva scatenato forti proteste tra i cittadini e profonde spaccature nella maggioranza comunale. La lista Insieme per Corsico si era dissociata dal progetto, e le tensioni avevano portato anche a un’espulsione eccellente nel Partito Democratico. Per mesi, la questione sembrava archiviata. Tuttavia, con il nuovo Piano di Governo del Territorio (Pgt) in fase di approvazione, l’argomento è riemerso. Secondo indiscrezioni, l’area individuata per l’impianto sarebbe quella attualmente occupata dalla Masotina, l’azienda di riciclo dei rifiuti plastici da tempo nel mirino per problemi ambientali e olfattivi.
Il nodo energetico e ambientale
Le opposizioni, intanto, tornano a esprimere dubbi. Già in passato, il capogruppo di Forza Italia Roberto Mei aveva definito l’installazione di un data center di tali dimensioni “una gran cavolata”, evidenziando l’impatto energetico elevato che una struttura di quel tipo comporterebbe. Retelit, dal canto suo, assicura che i nuovi poli digitali saranno modelli di efficienza e sostenibilità, con sistemi di recupero del calore e reti “green” dal punto di vista ambientale.
Una certezza per l’azienda, un rebus per la città
Di fatto, mentre Retelit parla di Corsico come di un sito già definito, nessun documento ufficiale risulta ancora depositato presso il Comune. Un elemento che contribuisce ad alimentare un clima di incertezza e sospetto, in una comunità che già in passato ha reagito con forza all’ipotesi di ospitare un’infrastruttura tanto imponente. Per ora, la certezza è una sola: Retelit considera Corsico parte integrante del suo futuro digitale. Ma per i residenti, il futuro del datacenter resta tutto da scrivere.











