
Lo ha chiesto al Tribunale di Sorveglianza di Milano, il pm Adriana Blasco facendo riferimento, tra le altre cose, agli insulti che il boss avrebbe rivolto una settimana fa ad alcuni giornalisti
Tanto tuonò che piovve. Tempi duri per Rocco Papalia, definito da più parti il ‘padrino’ di Buccinasco. Considerato uno dei più importanti capi della ‘ndrangheta al nord e scarcerato nel maggio dello scorso anno dopo 26 anni, potrebbe finire in un casa lavoro a causa delle sue ultime intemperanze. Strano per uno considerato un padrino pericoloso. Invece di “sparire” come si addice a un vero boss, è sempre al centro di polemiche e attenzioni da parte dei nuovi professionisti dell’antimafia che anche a Buccinasco non mancano. Mah!
Rinchiuso in una casa lavoro
Per lui non basta più la libertà vigilata ma deve essere applicata una misura di sicurezza detentiva, ovvero deve andare in una “casa di lavoro”, struttura per “internati” assimilabile al carcere. Lo ha chiesto al Tribunale di Sorveglianza di Milano, il pm Adriana Blasco facendo riferimento, tra le altre cose, agli insulti che il boss avrebbe rivolto una settimana fa ad alcuni giornalisti e alla precedente scoperta della guida senza patente di tre settimane fa.
La riunione di giunta
Le minacce ai giornalisti erano state pronunciate quando la Giunta comunale di Buccinasco si era riunita nella parte confiscata dalla villetta di Papalia. In quell’occasione il boss urlò contro i cronisti “la ‘ndrangheta siete voi”. Non contento minacciò Francesca Grillo del quotidiano Il Giorno e apostrofò Olivia Manola, del Corriere della sera, con epiteti a sfondo sessuale. All’istanza, depositata oggi, il pm ha allegato articoli e video relativi agli insulti, oltre a segnalare che Papalia, che ha la patente revocata, nei giorni scorsi era stato fermato alla guida dell’auto della moglie. I giudici dovranno fissare un’udienza per discutere in merito.
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