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Rozzano, una colata di un milione di metri cubi di cemento per realizzare la “Città nuova”

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L'area verde di Rozzano su cui dovrebbe sorgere la "Città nuova" con il suo milione di metri cubi di cemento

Protocollato a maggio dall’immobiliare che fa capo alla famiglia Cabassi il piano di attuazione per il nuovo quartiere. Le proteste delle associazioni ambientaliste

di Francesco Semeraro

Nel lontano 1966 Adriano Celentano nella famosissima canzone “Il ragazzo della via Gluck” chiosava: “Eh no / Non so, non so perché / Perché continuano / A costruire, le case / E non lasciano l’erba / Non lasciano l’erba / Non lasciano l’erba / Non lasciano l’erba / Eh no, Se andiamo avanti così/, chissà come si farà / chissà”

“Città nuova”, problemi vecchi

A Rozzano la domanda che si pongono i residenti sembra essere la stessa: è possibile che la città debba subire scelte folli fatte negli anni scorsi da amministrazioni che sono state squalificate dai cittadini? Sul tavolo questa volta c’è una colata di cemento di circa un milione di metri cubi per realizzare un nuovo quartiere, la cosiddetta “Città nuova”. Contro il progetto, il cui piano di attuazione è stato protocollato lo scorso maggio, pochi mesi prima che scadesse, si sono schierate le associazioni ambientaliste,  l’associazione culturale Rozzano Oggi e il gruppo web Piazzafoglia.  Tutti puntano l’indice contro questo consumo abnorme di suolo.

Come sei grattacieli Pirelli

Parliamo di un milione di metri cubi che il Pgt di Rozzano prevede di inserire in uno dei pochi spazi agricoli rimasti in città, nell’area che va partendo da Ovest dall’autostrada dei Fiori, a Nord la tangenziale Ovest e a est il Naviglio (adiacente alla pista ciclabile) e la trafficata ex Statale dei Giovi. Il progetto sul tavolo è quello di costruire un quartiere dove siano presenti sia appartamenti residenziali sia uffici. Se tutto  dovesse essere realizzato, l’impatto sarà notevole. Per rendere idea, secondo Paolo Lozza esperto di Legambiente e rappresentante degli ambientalisti nel direttivo dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano, le costruzioni saranno pari a più o meno sei grattacieli Pirelli.

Il silenzio degli amministratori

L’approvazione del Pgt di Rozzano è da sempre contestata dalla stessa Associazione per il Parco Sud Milano e Legambiente, ma dalla sua approvazione sono passati ben cinque anni e nulla è stato mai modificato: ogni interpellanza si è scontrata contro il silenzio assordante degli amministratori tra le cui fila militano ex ambientalisti o presunti tali. Si è mossa al contrario la proprietà, un’immobiliare della famiglia Cabassi (per intenderci la stessa proprietaria del Forum di Assago) che a fine maggio ha protocollato, come detto, l’istanza di attuazione. 

Guinzagli sciolti sui Pgt

La tempistica non è casuale, ha confermato Pietro Mezzi consigliere delegato alla pianificazione territoriale di Città Metropolitana in un incontro sul tema tenutosi a Rozzano nei giorni scorsi: “Il protocollo avviene due giorni prima della scadenza della clausola capestro contenuta nella legge 31 del 2014 che, invece di promuovere la riduzione del consumo di suolo, ha in sostanza dato il via libera per trenta mesi a tutti i progetti inseriti nei Pgt comunali”. Infatti, la Regione Lombardia, in attesa che approvi la propria legge sul consumo del suolo, ha deliberato che restino in vigore i vecchi Pgt, anche se prevedono di massacrare il territorio, come nel caso di Rozzano. E proprio per questa ragione, moltissime immobiliari sono corse a protocollare i progetti attuativi nei vari comuni di tutta la regione.

Diritto alla salute

Sulla questione per lungo tempo c’è stato un contenzioso pendente davanti al tribunale regionale tra Comune, proprietaria dell’area ed ex provincia di Milano. I giudici amministrativi hanno dato ragione alla proprietà, esautorando di fatto da ogni decisione Città metropolitana che ha ereditato le funzioni dell’ex provincia.  Ma gli ambientalisti, quelli veri, insistono.  Viviamo un momento storico particolarmente delicato a livello ambientale, l’inquinamento sta raggiungendo picchi mai toccati. È veramente necessario costruire ancora? La questione tocca tutti, nessuno escluso. Qui sono in ballo diritti fondamentali  come quello alla salute e quello a  vivere in un ambiente salubre.

Celentano preveggente

Forse la risposta è già stata data nel 1966 da Adriano Celentano: “Non so, non so perché / Perché continuano / A costruire, le case / E non lasciano l’erba / Non lasciano l’erba / Non lasciano l’erba…

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2 Commenti

  1. Spero che alla fine prevalga il buon senso e il rispetto per l’ambiente e non solo per i loro portafogli se proprio devono costruire e non ne possono fare a meno che costruiscano delle palazzine molto più basse con tanto verde intorno ci sarebbe più rispetto per l’ambiete e per chi ci andrà a vivere insomma qualcuno li fermi!!!

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