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Parla Pierluigi Ramponi, ex capogruppo Pd di Corsico: rotto il rapporto di fiducia con il sindaco Ventura

pocketnews.it gli ha rivolto una serie di domande su quel che accade in città, dentro e fuori dal palazzo. Ecco le risposte…

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Nella foto, Pierluigi Ramponi ex capogruppo del Pd di Corsico in consiglio comunale
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Nella foto, Pierluigi Ramponi ex capogruppo del Pd di Corsico in consiglio comunale

La persona è di spessore. Ha 75 anni: per 30 è stato sindacalista della Cisl bancari e per altri 12 si è occupato di formazione per conto di alcune importanti aziende italiane. Da tre anni è sceso nell’agone politico “per dare una mano al Pd che aveva bisogno di aiuto”, dice. Dopo le elezioni Pierluigi Ramponi è stato nominato capogruppo dei democratici nel Consiglio comunale di Corsico. L’incarico è durato solo un anno. Poi ha dato le dimissioni. Il motivo? “Si è rotto il rapporto di fiducia con il sindaco Ventura: non mi piaceva essere il capo degli «alzatori di mano». Io ho un altro concetto di capo. Ventura ascolta poco e, essendo stato eletto direttamente dal popolo, crede di dover rispondere solo al popolo”.

Dentro e fuori dal palazzo

Non si sa ancora per quanto tempo rimarrà all’interno del Pd (e dopo la pubblicazione di questa intervista non crediamo molto a lungo). A lui, una delle poche anime libere all’interno del variegato mondo politico locale, abbiamo rivolto una serie di domande su quel che accade a Corsico, dentro e fuori dal palazzo. A cominciare dalla questione della ricicleria (una specie di discarica dove conferire i rifiuti solidi: televisori, ferri da stiro e quant’altro si decida di eliminare dalla propria casa) che Milano vorrebbe costruire in via Gonin a pochi passi dal quartiere Molinetto di Lorenteggio, che tanto preoccupa i suoi abitanti.

Sull’argomento ha presentato un’interrogazione che sarà discussa durante il Consiglio comunale che si terrà domani. Quali problemi creerebbe la ricicleria agli abitanti di Corsico?
“Intanto un aumento del traffico pesante. La ricicleria dovrebbe sostituire quella dismessa in via Troya a Milano. Quando era aperta si formavano file di camion che arrivavano sin sulla circonvallazione. Non solo. Era popolata da nomadi che poi abbandonavano parte dei rifiuti che prelevavano nelle vie circostanti. Stiamo parlando di una zona su cui convergono quattro capolinea di autobus e tram. Fra un anno o due sarà inaugurato anche il capolinea della metropolitana M4 di San Cristoforo che dista solo due fermate di bus. Ci sarebbe l’opportunità per gli abitanti di Corsico di usufruire di un servizio che risolverebbe molti problemi di mobilità. Se si realizzasse la ricicleria tutto questo non sarebbe possibile”.

È una scelta prettamente politica? E perché l’amministrazione di Corsico non è sin ora intervenuta?
“Certo si tratta proprio di una decisione politica: di Milano che piazza queste strutture al confine con altri comuni. Toglie i disagi ai suoi residenti e li trasferisce sulla schiena di quelli dei comuni vicini. Probabilmente, domani sera, Ventura dirà che cosa sta facendo o che ha fatto per impedire che il trasferimento avvenga. Certamente qualcosa va fatto. A 500 metri da via Gonin c’è la ricicleria di Corsico di via Monferrato. Si trova in un’area industriale parzialmente dismessa che non creerebbe alcun problema o ne creerebbe di inferiori, se diventasse sovracomunale e fosse aperta anche ai residenti di Milano. Credo e spero si stia lavorando in questa direzione”.

Alcuni rumors attribuiscono a Santo Minniti, presidente del Municipio 6 di Milano la volontà di aprire la discarica in via Gonin. Minniti sarebbe appoggiato dal sindaco di Corsico Stefano Ventura nella corsa alla segreteria provinciale del Pd. È questo il motivo per cui da via Roma sin ora non si è mosso un capello per contrastare questa iniziativa?
“Non sono preparato su questo argomento. So che Minniti corre contro Alessandro Capelli per la carica di segretario provinciale del Pd, ma non sono dentro le dinamiche delle alleanze e di chi sostiene chi”.

Lei per molti anni è stato leader nazionale della Cisl Bancari. Era considerato un pezzo da novanta che si è impegnato su vari fronti, dalla formazione al lavoro femminile. Perché si è lasciato coinvolgere in questa avventura corsichese?
“Come detto, volevo dare una mano. Ma una volta eletto mi sono ritrovato in un Consiglio comunale in cui i rapporti dei consiglieri eletti con il sindaco è di subalternità. Devo riconoscere che Ventura è un gran lavoratore, ma è anche uno che ascolta poco e non fa crescere la classe politica emersa dopo la sconfitta della Ferrucci ad opera di Errante. Gli manca il talento della condivisione con chi gli sta intorno: stabilisce rapporti non paritari e di subordinazione”.

Ha militato nella Cisl, ha una formazione cattolica ed è grazie ai voti dei cattolici che Ventura ha stravinto le elezioni. È lei il rappresentante degli interessi delle parrocchie in Consiglio comunale?
“No. Il Pd ha pescato molti voti all’interno delle parrocchie. Io non conosco alcun parroco, non pratico e non frequento. Espressione di quell’area era Isabella Stoppa ed è Francesco Di Stefano presidente delle Acli e attuale assessore. A Corsico, il Pd raccoglie voti tra la borghesia benestante, non è più il partito delle classi popolari e meno abbienti. Io non so quanto tempo rimarrò dento questo partito, il feeling iniziale si è esaurito: mi sono sentito e mi sento “straniero” al suo interno. Non condivido la teoria del nemico, mi infastidisce il muro contro muro. Serve mediazione per trovare soluzioni. Il rispetto dei ruoli deve esserci da parte di maggioranza e opposizione, con maggiori responsabilità da parte della maggioranza”.

Elena Galli e Isabella Stoppa (soprattutto quest’ultima sostenuta dalla parrocchia e da chi aveva creduto nella rinascita di Corsico), a detta di tutti erano le punte di diamante della giunta Ventura. Dopo un anno hanno dato entrambe le dimissioni. Ufficialmente per motivi personali, secondo molti dopo scontri durissimi con il sindaco. Lo zar ha creato la sua corte e loro interferivano con i suoi programmi?
“Scontri con Ventura li hanno tutti coloro che hanno personalità. No, per quanto riguarda Elena Galli, le motivazioni sono strettamente personali. Isabella Stoppa ha invece una concezione della politica che è incompatibile con quella del sindaco. È una donna di grande spessore e di grande capacità. Purtroppo, lo ribadisco, è incompatibile con Ventura. Dal punto di vista politico è stata una grossa perdita”

Una delle ultime polemiche riguarda le spese sostenute dall’amministrazione comunale per la festa patronale e dintorni. Si parla di 295.000 euro per due edizioni della Sagra, 70.000 euro per il teatro in piazza, 100.000 euro per Estate Insieme, 173.000 euro per la sostituzione del telone della tensostruttura Area Pozzi. Vista la situazione sociale che da sempre affligge Corsico, era proprio il caso di destinare tante risorse all’effimero?
“Panem et circenses (letteralmente «pane e giochi circensi» è una locuzione latina, usata nell’antica Roma per sintetizzare le aspirazioni dei popolani, o, in epoca contemporanea, in riferimento a strategie politiche demagogiche n.d.r.). I corsichesi soprattutto dopo il Covid e la crisi hanno bisogno di distrarsi. E la sagra è stata l’occasione offerta agli abitanti per distrarsi. Il Comune ha un bilancio di 40 milioni di euro e spende per la cultura solo il 2%. Rispetto alla sagra, credo non sia compito dell’amministrazione comunale organizzarla. Dovrebbe invece lavorare per creare una specie di comitato per la festa coinvolgendo magari le associazioni del territorio sul modello Buccinasco, un comitato che si occupi di idearla, conoscendo tradizioni, esigenze, e opportunità offerte dal territorio. Una sagra deve nascere dall’interno del luogo in cui si svolge, non essere calata dall’alto”.

Perché quando deve mandare a quel paese Ventura utilizza il latino?
“Perché mi piace e mi diverte. Andando a leggere aforismi e frasi famose di molti autori classici, latini e greci, si scopre uno spaccato che ben si adatta a quasi tutte le situazioni che si vengono a creare nella vita moderna. Avevano scritto su tutto e sapevano, più di duemila anni fa, come sarebbe andata. Sono di un’efficacia più che moderna, modernissima”.

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