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Non c’è pace per gli inquilini Aler che corrono il rischio di perdere la casa

La situazione a Rozzano sta diventando drammatica, i termini per il rilascio degli immobili sono scaduti o stanno per scadere e non si intravede una via d’uscita

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rozzano-case-AlerContinua il botta e risposta tra i responsabili della gestione Aler Rozzano e alcuni assegnatari delle case popolari di via Camelie, di via Gigli e dintorni cui è stata comunicata la decadenza del contratto d’affitto e il relativo invito a sgomberare gli alloggi in cui abitano.

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La situazione sta diventando drammatica, a Rozzano come negli altri comuni dove sorgono villaggi Aler, i termini per il rilascio dell’immobile sono scaduti o stanno per scadere e non si intravede una via d’uscita. I casi sono diversi ma hanno un comune denominatore, la volontà di Aler di procedere allo sfratto o costringere gli inquilini a firmare un nuovo contratto a prezzi decisamente più alti.

La denuncia arriva dalla Libas, l’associazione consumatori di Rozzano secondo cui Aler prima ha annunciato la decadenza con relativo sgombero degli alloggi e poi avrebbe convocato gli interessati “per trasformare il contratto di locazione da pubblico in privato  ai sensi della L.431/98”.

Emblematico è il caso di Anna Albano, rientrata a Rozzano per curare i suoi genitori poi entrambi morti. Il comune, sino ad oggi, non le ha concesso la residenza palleggiandone la responsabilità con l’Aler. L’Aler non le permette di subentrare nel contratto dei genitori perché non ha la residenza. Una specie di gioco perverso che ha provocato notevoli disagi, sia fisici, sia psicologici, alla protagonista.

“Mi domando – ha scritto Anna Albano alla Libas consumatori – che altro devo ancora subire dalle istituzioni, oltre a quello che ho dovuto affrontare e subire in questi ultimi due anni, prima con i miei due genitori malati, (ma di questo ne discuteremo nelle sedi appropriate) e da quando sono scomparsi ad oggi, tutto quello che ancora sto vivendo con le vicende di cui sopra. Altro che mettere al primo posto la tutela delle persone (soprattutto quelle oneste) ed i loro diritti… ma questa resta solo una mia considerazione”.

La vicenda di Antonio Campese, invece, riguarda il presunto “superamento della soglia economica di permanenza nei servizi abitativi pubblici”. Anche Campese, che contesta i conteggi effettuati da Aler sui suoi redditi, è stato invitato a lasciare l’appartamento oppure a “proseguire nella locazione dell’immobile… mediante la stipula di un nuovo contratto”.

Molti dei destinatari dello sfratto contestano i conteggi eseguiti dai funzionari Aler. Le loro storie sono quelle di sempre. La stragrande maggioranza sono storie di dignitosa povertà. C’è chi ha perso il lavoro, chi non lo ha mai trovato, chi è troppo vecchio o troppo malato per poterne eseguire uno. Molti chiedono che qualcuno li ascolti o che avvii una verifica sulle reali condizioni economiche di ogni singola famiglia. Altri promettono battaglia.

Si tratta di situazioni illustrate da Francesco Belluscio, presidente della Libas, in un incontro tenutosi la settimana scorsa, Venerdì 14  Maggio, nell’ufficio del sindaco  di Rozzano Gianni Ferretti e di Stefano Giannuzzi, responsabile  dell’unità operativa Aler di via Garofani.

Belluscio ha chiesto “ripetutamente di rispettare la modifica dell’articolo 18  del Regolamento regionale modificato già da due anni”. Modifica che permette il rientro nella casa in cui una persona è vissuta, se si è trasferita temporaneamente per motivi di lavoro o personali, come del caso della signora Albano, “sottoposta ad un vero calvario  fisico e psichico  per poter ottenere la residenza  e il subentro nell’alloggio che l’ha vista nascere”.

“In questa vicenda – sottolinea oggi Belluscio – voglio segnalare l’arbitrio degli uffici dell’anagrafe del comune che non riconoscono la modifica dell’articolo 18 del regolamento per quanto riguarda la residenza  su chiesta dagli “Ascendenti o Discendenti” del nucleo originario”.

“Sono centinaia – denuncia Belluscio – gli affittuari costretti a vivere nella paura di uno sfratto, ricattati attraverso l’aumento del reddito a dover accettare contratti più onerosi, pena  la decadenza dall’alloggio che andrebbe considerato già ampiamente riscattato e non più di proprietà del Locatore (Aler ex Iacp)”.

“La situazione è imbarazzante – conclude il presidente dell’associazione consumatori – anche in rapporto alle stesse politiche sociali che vedevano lo stesso sindaco Ferretti in tempi non sospetti, e posso darne testimonianza, allineato a questa giusta causa rappresentata dalla Libas. Ci sono stati continui annunci sull’applicazione della modifica del regolamento, di rappresentanti regionali come l’assessore alla casa e housing sociale Mattinzoli, annunci che poi nessuno raccoglie a livello locale facendo quasi capire che a Rozzano chi decide  per la residenza non è il Comune, ma una società per azioni pubbliche partecipata al 100% dalla Regione Lombardia”.

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