La vaccinazione
Da qualche giorno, c’è un percorso di vaccinazione dedicato, attivato nel Dipartimento di Oncologia medica dell’Asst Rhodense di Milano. I pazienti coinvolti nel percorso – sia quelli sottoposti a trattamento chemioterapico sia quelli in follow up – sono contattati dal clinico di riferimento con il supporto dell’associazione ‘La Lampada di Aladino’ per fissare un appuntamento e procedere con la vaccinazione all’interno del reparto.
Malati a rischio
Generalmente, il sistema immunitario produce anticorpi sufficienti a bloccare la malattia, ma il virus può restare inattivo nel tessuto nervoso per anni o anche per tutta la vita. Si ritiene che la riattivazione sia legata a un abbassamento improvviso delle difese immunitarie, in concomitanza con periodi di forte stress psicofisico, di terapie farmacologiche di immunosoppressione (tipiche dei trapianti d’organo), chemio o radioterapiche, di malattie che colpiscono il sistema immunitario come l’Hiv e in soggetti fragili con difese immunitarie deboli o compromesse come gli anziani.
Il progetto
“Il progetto nasce dalle raccomandazioni dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) – spiega Roberto Bollina, direttore Struttura complessa di Oncologia e direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’Asst Rhodense di Milano – che ribadiscono l’importanza della vaccinazione contro l’Herpes Zoster, il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, in pazienti immunodepressi o in trattamenti chemioterapici. Secondo le raccomandazioni- continua – non solo i pazienti oncologici hanno il doppio delle possibilità di sviluppare l’Herpes zoster ma hanno anche un’elevata probabilità di affrontare le gravi conseguenze del virus, che possono portare alla morte. Per questo è fondamentale che tutti i cittadini con neoplasia, in particolare quelli immunodepressi – aggiunge- siano vaccinati contro l’Herpes zoster. Da qui l’idea di creare questo percorso di vaccinazione sfruttando il rapporto di fiducia ed empatia che si viene a creare fra paziente e specialista, facendo le vaccinazioni direttamente in reparto”.
Le complicanze
Circa un adulto su 3 è a rischio di sviluppare un episodio di Herpes zoster nel corso della propria vita. La malattia si associa una pessima qualità di vita e può portare a numerose complicanze. La più comune è la nevralgia post-erpetica, caratterizzata da un dolore molto forte a livello del nervo coinvolto. Un’altra complicanza è la sindrome di Ramsay Hunt, quando l’infezione coinvolge il nervo facciale, causando paralisi facciale e perdita dell’udito, ma ci possono essere infezioni agli occhi o, ancora, infiammazione di polmoni, fegato, meningi ed encefalo.
La protezione
“La vaccinazione – osserva Bollina – è un ottimo strumento di protezione perché questi pazienti immunodepressi possono subire una recrudescenza del virus della Varicella zoster e contrarre la patologia. Ecco perché abbiamo voluto attivare questo percorso di protezione, dei pazienti in cura presso la nostra struttura, che ha potuto prendere forma grazie alla disponibilità e alla buona volontà dei clinici e degli infermieri della Asst Rhodense. Essenziale – sottolinea – anche il supporto dell’associazione ‘La lampada di Aladino Ets’, che collabora con noi da più di dieci anni, e che sottoporrà ai pazienti anche un questionario che consentirà di conoscere e analizzare il loro livello di conoscenza dei rischi e delle opportunità di protezione dall’Herpes zoster”.