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L’Asl propone di vaccinare in ospedale i pazienti oncologici contro il Fuoco di sant’Antonio

Nei malati cancro il rischio di contrarre la patologia è doppio rispetto alla popolazione sana

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fuoco-di-santantoniok-Ha l’obiettivo di proteggere le persone immunodepresse o in trattamento chemioterapico dal rischio di sviluppare l’Herpes zoster (o Fuoco di Sant’Antonio), che nei pazienti con cancro è doppio rispetto alla popolazione sana. Si tratta di un virus della famiglia degli Herpes virus. Lo stesso virus causa anche la varicella. Si calcola che circa il 90% della popolazione si ammali di varicella nella vita e il 10% di questi abbia una recidiva dell’infezione nella forma del fuoco di Sant’Antonio.

La vaccinazione

Da qualche giorno, c’è un percorso di vaccinazione dedicato, attivato nel Dipartimento di Oncologia medica dell’Asst Rhodense di Milano. I pazienti coinvolti nel percorso – sia quelli sottoposti a trattamento chemioterapico sia quelli in follow up – sono contattati dal clinico di riferimento con il supporto dell’associazione ‘La Lampada di Aladino’ per fissare un appuntamento e procedere con la vaccinazione all’interno del reparto.

Malati a rischio

Generalmente, il sistema immunitario produce anticorpi sufficienti a bloccare la malattia, ma il virus può restare inattivo nel tessuto nervoso per anni o anche per tutta la vita. Si ritiene che la riattivazione sia legata a un abbassamento improvviso delle difese immunitarie, in concomitanza con periodi di forte stress psicofisico, di terapie farmacologiche di immunosoppressione (tipiche dei trapianti d’organo), chemio o radioterapiche, di malattie che colpiscono il sistema immunitario come l’Hiv e in soggetti fragili con difese immunitarie deboli o compromesse come gli anziani.

Il progetto

“Il progetto nasce dalle raccomandazioni dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) – spiega Roberto Bollina, direttore Struttura complessa di Oncologia e direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’Asst Rhodense di Milano – che ribadiscono l’importanza della vaccinazione contro l’Herpes Zoster, il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, in pazienti immunodepressi o in trattamenti chemioterapici. Secondo le raccomandazioni- continua – non solo i pazienti oncologici hanno il doppio delle possibilità di sviluppare l’Herpes zoster ma hanno anche un’elevata probabilità di affrontare le gravi conseguenze del virus, che possono portare alla morte. Per questo è fondamentale che tutti i cittadini con neoplasia, in particolare quelli immunodepressi – aggiunge- siano vaccinati contro l’Herpes zoster. Da qui l’idea di creare questo percorso di vaccinazione sfruttando il rapporto di fiducia ed empatia che si viene a creare fra paziente e specialista, facendo le vaccinazioni direttamente in reparto”.

Le complicanze

Circa un adulto su 3 è a rischio di sviluppare un episodio di Herpes zoster nel corso della propria vita. La malattia si associa una pessima qualità di vita e può portare a numerose complicanze. La più comune è la nevralgia post-erpetica, caratterizzata da un dolore molto forte a livello del nervo coinvolto. Un’altra complicanza è la sindrome di Ramsay Hunt, quando l’infezione coinvolge il nervo facciale, causando paralisi facciale e perdita dell’udito, ma ci possono essere infezioni agli occhi o, ancora, infiammazione di polmoni, fegato, meningi ed encefalo.

La protezione

“La vaccinazione – osserva Bollina – è un ottimo strumento di protezione perché questi pazienti immunodepressi possono subire una recrudescenza del virus della Varicella zoster e contrarre la patologia. Ecco perché abbiamo voluto attivare questo percorso di protezione, dei pazienti in cura presso la nostra struttura, che ha potuto prendere forma grazie alla disponibilità e alla buona volontà dei clinici e degli infermieri della Asst Rhodense. Essenziale – sottolinea – anche il supporto dell’associazione ‘La lampada di Aladino Ets’, che collabora con noi da più di dieci anni, e che sottoporrà ai pazienti anche un questionario che consentirà di conoscere e analizzare il loro livello di conoscenza dei rischi e delle opportunità di protezione dall’Herpes zoster”.

 

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