La seduta si è aperta con la discussione del bilancio consuntivo. Relazione del sindaco su quanto di bello e buono è stato fatto durante l’ultimo anno, soldi spesi, mutui, operazioni varie. Votazione. La maggioranza convinta di aver operato bene approva, la minoranza no! Nel bilancio ci sono iniziative che non ha condiviso e perciò ribadisce la sua contrarietà. Tutto normale.
La deflagrazione avviene su una mozione con la quale il M5S ha da tempo richiesto l’istituzione di una commissione antimafia locale. Ne esistono a Corsico, a Buccinasco, a Rozzano. Trezzano per anni è stata considerata terra di grande mafia, visto che qui ci abitavano e ci abitano famiglie con cognomi che hanno rappresentato il gotha della criminalità organizzata siciliana. È vero che la loro presenza passa inosservata, ma stare all’erta è un dovere.
Ieri è arrivata in Consiglio la proposta della “Costituzione della commissione intercomunale antimafia e tutela ambientale” nella quale si riconosce che la Lombardia è una regione storicamente infiltrata dalla criminalità organizzata” “che è necessario tenere sempre alta l’attenzione nei confronti dei fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale”, che “l’infiltrazione mafiosa è da combattere anche a livello amministrativo, culturale e politico” e che “la lotta alla mafia, non avendo colore politico, necessita del più largo consenso di tutte le forze politiche, anche a livello sovra comunale”.
Secondo il progetto della maggioranza, confermato dal sindaco durante la discussione in aula, infatti, in quest’ambito è necessario “coinvolgere il territorio, attraverso uno scambio di informazioni e ad una continua interazione con le Guardie Ecologiche volontarie, esperti in materia, Polizie Locali, nonché attraverso la collaborazione con le Amministrazioni comunali dei singoli Enti Locali, con la Commissione Antimafia Regionale e con la Commissione Antimafia del Comune di Milano”.
Di una commissione antimafia locale, indispensabile per Villa Zina, Ghilardi, Russomanno e Padovani, una commissione che affronti i problemi di Trezzano non c’è alcuna traccia. Ma lo scontro non è arrivato su questo punto. II rappresentanti della minoranza hanno dichiarato di essere disponibili ad approvare il documento, al limite rimandando a un secondo momento l’approfondimento sulla commissione locale.
La rottura è arrivata sulle regole per la rappresentanza. Per sindaco e maggioranza, presidente e consigliere dovranno essere indicati dal consiglio comunale (avendo i numeri potrebbe indicare chiunque), per l’opposizione, il nome del loro rappresentante dovrebbe essere una prerogativa esclusiva della minoranza.
Durissime le parole di Villa Zina: “Noi abbiamo proposto la commissione, noi abbiamo lavorato per la sua costituzione. Ci andrebbe bene anche la commissione sovracomunale se si facesse anche quella locale, ma non possono toglierci la dignità di indicare il nostro rappresentante”.
Ancor più dura la presa di posizione di Giorgio Ghilardi: “I veri nemici della mafia operano con unita di intenti e non accettano di delegare la loro coscienza a una maggioranza che su questi argomenti cerca l’unità, pensando che l’opposizione sia disponibile ad accettare di dare una delega in bianco a chicchessia su un argomento così sensibile per le coscienze cittadine”.
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È un argomento ostico. Basti pensare che il fratello di Peppino Impastato ritiene che solo la Sinistra possa parlare di antimafia e che la mafia è a Destra