Home Attualità Genitori in piazza per reintrodurre il pre e post scuola a Trezzano

Genitori in piazza per reintrodurre il pre e post scuola a Trezzano

L’unico politico trezzanese a metterci la faccia è stato Claudio Albini, area Pd, presidente del Consiglio comunale, che ha incontrato i manifestanti

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Nella foto, il sit in organizzato dai genitori dei bambini che frequentano le scuole materne davanti al Municipio di Trezzano sul Naviglio
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Nella foto, il sit in organizzato dai genitori dei bambini che frequentano le scuole materne, davanti al Municipio di Trezzano sul Naviglio

Protesta doveva essere e protesta è stata. I genitori dei bambini delle scuole materne di Trezzano si sono dati appuntamento davanti al comune di Trezzano e hanno messo in piedi un sit in per protestare contro l’inerzia della giunta che ha abolito il pre e il post scuola da alcuni istituti per l’infanzia della città. Dire che le mamme fossero “incazz….te” è dir poco.

La vicenda è nota. Dopo che per anni il servizio è stato garantito, quest’anno post pandemico, quando tutto doveva tornare alla normalità, l’amministrazione trezzanese ha deciso di non effettuare il pre e post scuola mettendo in ambasce centinaia di famiglie che per ritirare o portare i propri figli a scuola sono costretti a fare i salti mortali.

Per qualche giorno hanno chiesto alle aziende in cui lavorano permessi speciali. Adesso sono diventati troppi e corrono il rischio di essere licenziati. A nulla sono serviti gli appelli, le esortazioni e le lettere di preghiera inviate in municipio. Dice Mauro Pericelli, uno dei genitori in rivolta: “Sinora ci siamo trovati e ci troviamo di fronte a un muro sul quale continua a rimbalzare ogni nostra richiesta”.

Davanti al comune sono arrivati decine di genitori in difficoltà. In maggioranza hanno i figli iscritti all’istituto Lelio Basso di via Giacosa, ma non mancano coloro che hanno bambini in età prescolare che frequentano la materna Beltramini e quella del Boschetto. Il refrain è per tutti lo stesso: “Senza pre e post scuola molti rischiano il licenziamento. O rispettiamo gli obblighi nei confronti della aziende in cui lavoriamo o non ritiriamo i nostri figli”

In alcuni casi, le richieste di permessi sono stati negati. Per non perdere il posto di lavoro, alcuni sono stati costretti a rivolgersi a una baby sitter. La tariffa media è di 500/600 euro al mese, insostenibile per molti. La questione è stata anche argomento di discussione in Consiglio comunale grazie a una mozione presentata dal M5stelle, a firma Villa Zina.

Mozione che però sinora non ha sortito alcun effetto. Il motivo? Alla votazione del documento con il quale si chiedeva alla giunta di impegnarsi a reintegrare il servizio, la maggioranza si è astenuta, lasciando in mezzo al guado centinaia di famiglie. Molte delle quali hanno inscenato la protesta di questo pomeriggio. Protesta che ha aperto uno spiraglio.

Gli unici politici trezzanesi a metterci la faccia sono stati Claudio Albini, area Pd, presidente del Consiglio comunale e Maurizio Coppo. Erano presente anche l’ex preside della Franceschi, Ciocca e la stessa Villa Zina. Albini ha incontrato i manifestanti.Ha tentato di illustrare le posizioni dell’amministrazione, ma di fronte alla determinazione delle mamme ha dovuto fare alcune concessioni.

Sulle rive del Naviglio, di fronte al municipio, la discussione si è così conclusa con un impegno: entro al massimo due settimane, dirigenti scolastici, amministratori pubblici e genitori si incontreranno a un tavolo dal quale dovrebbe uscire una soluzione reale, una soluzione che tenga conto degli impegni economici del comune (i soldi dovrebbero essere stati individuati), ma che tenga conto anche e soprattutto delle esigenze delle centinaia di famiglie, private sino ad ora di un servizio essenziale.

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