Home News Cusago Emergenza terza età: “Ecco chi assolve bisogni che le strutture pubbliche non...

Emergenza terza età: “Ecco chi assolve bisogni che le strutture pubbliche non sono in grado di garantire”

Intervista al direttore sanitario della Rsa Visconti di Cusago, Plinio Tuccia, geriatra, che da 35 anni si occupa di assistenza agli anziani

0
Ogni Rsa dovrebbe avere per ogni singolo paziente un Pai (piano assistenziale individuale)
cusago-visconti-2
Ogni Rsa dovrebbe avere per ogni singolo paziente un Pai (piano assistenziale individuale)

Si chiama Plinio Tuccia, ha 65 anni, specializzato in geriatria, e da 35 anni si occupa di assistenza agli anziani. Laureato all’Università statale di Milano con specializzazione a Pavia, è il direttore sanitario della “Residenza Sanitaria Anziani” Visconti, che sorge in corso Europa, al confine fra Trezzano sul Naviglio e Cusago. Con lui pocketnews.it ha effettuato un “giro di orizzonte” sull’assistenza agli anziani nel territorio: c’è un’emergenza in questo campo? quali sono i numeri? qual è il rapporto tra pubblico e privato? cosa accade in una famiglia quando uno dei propri cari ha bisogno di assistenza continua?

Lui spiega: “Il fabbisogno del territorio è certamente superiore alle possibilità di assistenza che offrono le strutture presenti in zona. La politica dell’ATS (azienda tutela salute) della Lombardia spinge per il potenziamento dell’assistenza a domicilio, assistenza che non sempre è possibile assicurare. Ecco, le RSA assolvono bisogni che le strutture pubbliche non sono in grado di garantire. Ci sono pazienti affetti da demenza, pazienti cardiopatici, pazienti diabetici, pazienti con difficoltà motorie causate da patologie sia neurologi che legate al decadimento fisico dell’età avanzata. Per assisterli quotidianamente sono necessarie risorse, economiche e di personale specializzato. Si tratta di pazienti lungo-degenti difficili da gestire nell’ambito familiare – domiciliare”.

L’RSA Visconti ha aperto da metà marzo, quanti sono i pazienti che già assistete?
“Sono novanta, su una disponibilità di 110 posti letto. E ci sono molte richieste di inserimento e altrettante prenotazioni. Diamo la priorità ai casi più urgenti. In media registriamo 3 o 4 casi di ingressi al giorno”.

Provengono tutti da comuni del territorio?
“Certamente sì. Abbiamo una convenzione con il comune di Cusago e stiamo discutendo con altri enti locali del Sud ovest milanese.

Esiste in Lombardia un’emergenza assistenza anziani?
“Nel panorama nazionale la Lombardia è trainante, è all’avanguardia e ben organizzata. I problemi cominciano verso il Sud dove la tendenza al ricovero in RSA, risulta più difficoltosa per carenza di ricettività”.

Come si ottiene la qualifica di struttura Rsa?
“Si devono rispettare precisi requisiti strutturali di assistenza. Uno dei quali è il minutaggio c’è il tempo di assistenza quotidiano che si deve garantire ad ogni paziente. Quindi sconti che è una struttura autorizzata la regione Lombardia, siamo a quota 750 minuti, ma ne garantiamo circa il 15% in più per poter garantire ai nostri ospiti servizi sempre più all’altezza delle esigenze.

Ci sono in zona RSA pubbliche?
“Sì, ma sono poche, appena tre. Si trovano all’interno del Redaelli e ad Abbiategrasso. La più famosa di tutte è quella del Pio Albergo Trivulzio”.

Quali sono le tariffe?
“Sono differenziate: partono da una base di 82 – 85 euro al giorno a salire. Va fatta una precisazione: non è vero che le RSA pubbliche sono completamente gratuite, oltre al contributo regionale, si paga una quota che viene stabilita in base a criteri socio economici della famiglia del paziente”.

Cosa manca alle RSA per essere considerate a pieno titolo centri di assistenza completi?
“Il limite è imposto dalle norme; non necessariamente devono essere dotate di diagnostica strumentale (Radiologia) e di laboratorio. Per questo qui alla Visconti abbiamo sottoscritto convenzioni con laboratori privati di analisi cliniche”

In Italia, il numero di anziani nel 2050 sarà elevatissimo  e lo sappiamo da almeno 20 anni. Quali e quante figure professionali serviranno per garantire a tutti un’assistenza adeguata?
“Tutto dipende dalla compromissione dei pazienti assistiti. Servono medici, infermieri, fisioterapisti, educatori, animatori, psicologi, operatori socio sanitari, professionalità forti che naturalmente devono lavorare in equipe. Se c’è un ambito che nel prossimo futuro potrebbe essicurare un posto di lavoro, è quello sanitario assistenziale. I giovani ne prendano coscienza se vogliono garantirsi un futuro ricco di soddisfazioni professionali”.

L’Italia è al quarto posto nei Paesi Ocse per aspettativa di vita alla nascita con 82,8 anni, prima di noi la Svizzera con 82,9, la Spagna con 83,2 e il Giappone con 83,4 anni. Qual è quindi la qualità di vita che si prospetta per questa fascia di popolazione sempre più numerosa?
“Con l’innalzamento delle prospettive di vita le persone che si approcciano al bisogno di assistenza di una RSA, devono trovare ambienti in grado di dare continuità assistenziale in un contest capace di emozionare e stimolare positivamente l’ospite. E’ fondamentale creare un ambiente non ospedaliero ma accogliente, sicuro, confortevole avente le caratteristiche della ricercatezza e della cura dei dettagli garantendo allo stesso tempo tutta la sicurezza dei servizi sanitari tipici dell’età. In questa maniera in RSA Visconti siamo in grado di garantire una qualità di vita unica per questa fascia di età grazie alla presenza di uno stupendo giardino con magnifici palmeti e spazi interni straordinariamente curati eleganti luminosi e grandi oltre che una equipe sanitaria di primaria importanza. Ogni Rsa dovrebbe avere per ogni singolo paziente un Pai (piano assistenziale individuale) grazia al quale affrontare, assieme a tutte le figure professionali presenti nella struttura, le problematiche presenti. È necessario elaborare un piano assistenziale con obiettivi tarati sulla persona. Lo stesso Pai va rielaborato a cadenza semestrale, per verificare se ci sono o meno variazioni sullo stato di salute dell’ospite”.

Qual è l’obiettivo a medio o lungo termine della RSA Visconti?
“Calarsi sempre di più nel tessuto sociale del territorio che la circonda come struttura interessata a fornire servizi a Comuni e a famiglie che non sono in grado di garantire ai propri cari assistenza continuativa e qualificata.”

 

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version