La loro storia, resa pubblica da pocketnews.it, ha sollevato un’ondata di indignazione e di solidarietà. Molti si sono offerti di organizzare una colletta, alcuni hanno offerto un lavoro. Ma la questione è che tra pochi giorni non avranno un tetto sulle loro teste e non sanno più a chi rivolgersi.
Sinora hanno provato di tutto. Si sono rivolti al mercato libero e a quello di edilizia popolare. Hanno anche partecipato al bando di zona per l’assegnazione di 60 alloggi di proprietà comunale o dell’Aler, indetto nelle scorse settimane. Nei giorni scorsi sono state pubblicate le graduatorie ma la loro richiesta figura agli ultimi posti.
A Gennaio pocketnews.it aveva pubblicato le vicissitudini di Raffaella Petrachi, 31 anni, mamma di due bimbi di 6 anni e di 2 anni, Asia e David (leggi qui). In quella occasione la mobilitazione popolare aveva prodotto un risultato: la proprietaria di un piccolo appartamento aveva offerto alla famiglia Petrachi una sistemazione temporanea. Garanti dell’accordo sindaco e servizi sociali di Cesano Boscone (leggi qui).
In questo caso dal comune di Corsico sono arrivate dichiarazioni di impotenza. Questo è il comunicato integrale inviato alla nostra redazione.
“La casa è una vera e propria emergenza a Corsico. Tanto che l’amministrazione, contrariamente a quanto avveniva in passato, aveva chiesto di mettere nel bando tuti gli alloggi disponibili. Nel 2019 erano solo 6 comunali e 3 dell’Aler. Per la prima volta, infatti, dopo tanti anni, nel bando sono stati inseriti 19 alloggi di proprietà del Comune e 5 di proprietà di Aler. Le graduatorie sono stabilite secondo criteri individuati da Regione Lombardia e gestiti dal Piano di Zona. L’amministrazione ha deciso di investire sulle politiche per la casa, perché l’emergenza è enorme. C’è una quarantina di sfratti esecutivi e altrettante abitazioni che finiranno all’asta. Verrà istituto a breve un apposito ufficio per le politiche abitative”.
Il comunicato continua: “La situazione della famiglia Maimone è più complessa di quanto è stato raccontato. Non si possono dare dettagli per motivi di riservatezza e di salvaguardia della famiglia stessa. Sono state proposte, dai servizi sociali comunali, alcune soluzioni abitative e un aiuto economico. Valutando, insieme, anche la possibilità di un eventuale aiuto da parte della rete familiare. Non corrisponde quindi al vero che sono state invitati a tornarsene in Sicilia. E non è possibile derogare alle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio esclusivo, violando la legge e scavalcando altre famiglie che sono in una situazione ancora più drammatica”.
Come detto la notizia dell’impossibilità di trovare una soluzione immediata, anche se temporanea, è stata accolta con le lacrime agli occhi. Jessica Notaro ha confermato quanto già dichiarato in merito all’atteggiamento tenuto da alcuni funzionari dei servizi sociali (tornatevene in Sicilia) alle sue richieste d’aiuto. Ha comunque deciso di non mollare.