Nel gennaio del 2022, aveva comprato una Porsche 912 del 1966 in un autosalone di Valbrembo in provincia di Bergamo. Aveva anticipato 3.500 euro e poi saldato con altri 35 mila. Essendo un esperto dopo qualche tempo aveva cominciato ad avere dubbi su quell’acquisto. Si era così rivolto al venditore chiedendo un “risarcimento”. Peccato che dalle richieste di riavere indietro i suoi soldi sarebbe poi passato alle minacce: «Se non mi dai i soldi ti brucio l’autosalone». Denunciato è stato arrestato per estorsione.
Protagonista di questa vicenda è Giuseppe Cornacchio, settantenne di Cesano Boscone con precedenti penali per riciclaggio, rapina e ricettazione. Ieri, sabato 29 ottobre, davanti al giudice Roberto Palermo del Tribunale di Bergamo, nell’udienza di convalida dell’arresto, il settantenne si è difeso negando le minacce e sostenendo che dal suo punto di vista l’auto non era a posto, e che temeva di finire nei guai proprio alla luce dei suoi precedenti. I dubbi sulla originalità della Porche gli si erano insinuati dopo che l’aveva portata da un meccanico.
Così dieci mesi dopo averla comprata, l’uomo aveva contattato il titolare dell’autosalone in cui l’aveva comprata, sostenendo con argomentazioni precise, che l’auto potesse essere in qualche modo contraffatta. Come il numero del telaio, che dovrebbe certificarne l’autenticità, che presentava alcune stranezze. Cornacchio aveva prima chiesto un risarcimento bonario di 4.500 e non ottenendo risposta sarebbe poi passato alle minacce di atti violenti.
Preoccupato, il proprietario dell’autosalone aveva deciso di contattare i carabinieri della stazione di Villa d’Almè. Con i militari aveva preparato una trappola in cui il settantenne è caduto come una pera. All’appuntamento, fissato per venerdì 28 ottobre, i militari sono usciti allo scoperto e lo hanno arrestato per estorsione. Tuttavia, una volta in tribunale, il giudice ha sottolineato come la stessa Porsche abbia dichiarato che il motore dell’auto acquistata da Cornacchio era dello stesso tipo, ma non l’originale.
In definitiva, il magistrato ha riqualificato il reato da estorsione a «compravendita degenerata a causa dell’irruenza del Cornacchio ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni». Pertanto, non ha applicato nessuna misura cautelare. Infatti, il settantenne è andato via dal tribunale di Bergamo senza scorta dei carabinieri. Dovrà ripresentarsi qui il prossimo 31 marzo 2023 quando è stata fissata prossima udienza.