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Auto sequestrate e abbandonate: Bottero scatena la caccia alle streghe

Durante la riunione sull’affaire delle auto sequestrate e lasciate per anni a marcire dei depositi giudiziari (un salasso per le casse comunali di 400mila euro), il sindaco invece di indicare le responsabilità ha…

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deposito-giudiziario-auto-botteroIeri, 14 dicembre, a Trezzano si è tenuta una riunione congiunta tra la commissione alla trasparenza e la commissione al bilancio. Tema all’ordine del giorno: discutere delle indagini sull’affaire delle auto sequestrate e lasciate per anni a marcire dei depositi giudiziari (uno scherzetto che potrebbe costare alle povere casse comunali la bellezza di 400mila euro) e individuare le risorse per mettere in sicurezza il bilancio da un esborso di quelle dimensioni.

La riunione si è tenuta. Peccato che tutte le aspettative di fare finalmente chiarezza sulle responsabilità di chi ha provocato quel disastro sono andate deluse. Alle richieste dei membri dell’opposizione di fornire i documenti finali delle indagini, sindaco, presidente del consiglio comunale e i membri della delegazione della maggioranza che governa Trezzano hanno cantato in coro un vecchio ritornello che nessuno canta più (la citazione e alla grande Gabriella Ferri): “le indagini non sono finite, i documenti non si trovano, non possiamo prendere provvedimenti senza avere la certezza delle responsabilità”.

Atteggiamento comprensibile da un certo punto di vista. Peccato che ad alcuni è sorta spontanea la domanda: “Se non ci sono novità, perché convocare la riunione?” L’arcano è stato svelato da Bottero. Il sindaco ha scatenato una specie di caccia alle streghe: voleva sapere quale membro della commissione (trasparenza o bilancio?) ha informato i giornali di ciò che covava sotto la cenere.

Una pia illusione la sua. Che però conduce a una riflessione. Cioè, la preoccupazione o la priorità di Bottero di fronte a un salasso di 400mila euro che rischia di minare il bilancio comunale, non è quella di individuare i responsabili (se non si sbrigasse probabilmente rischierebbe che decorrano i termini per applicare eventuali sanzioni e forse l’obiettivo è proprio questo) ma di trovare chi ha riferito ai giornali le informazioni sul più grande scandalo che abbia investito il comune di Trezzano negli ultimi anni.

Il bello è che lo va a cercare tra i membri di due commissioni che probabilmente non hanno nulla a che vedere con la diffusione delle notizie, visto le decine di persone, tra consiglieri comunali e funzionari che hanno avuto tra le mani i documenti pubblicati.

Ad ognuno, il suo mestiere. In dialetto milanese si dice “Ofelè fa el to mistè”. Letteralmente “Pasticcere, fai il tuo mestiere”. I giornalisti fanno il loro mestiere, pubblicano le notizie. Sarebbe ora che anche i politici facessero il proprio e cominciassero a usare davvero la trasparenza, senza sbandierarla nei comizi quotidiani cui sono avvezzi, comizi ad uso e consumo dei loro elettori. Se così fosse, non ci sarebbe alcuna fuga di notizie. Ci sarebbe una sola conseguenza: nessuno scandalo potrebbe mai essere insabbiato.

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