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Rozzano: bocciato l’ampliamento della chiesetta di San Ambrogio

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La chiesa quattrocentesca di Rozzano dedicata a san Ambrogio

Dopo una battaglia durata dieci anni, la conferma è arrivata dal nuovo parroco che ha ribadito quanto già anticipato, prima di andarsene, dal vecchio

La notizia è fresca fresca e farà felici tutti coloro che apprezzano le meravigliose chiese lombarde e le opere d’arte che contengono: l’ampliamento della chiesa quattrocentesca di Rozzano dedicata a san Ambrogio non si farà. La conferma è arrivata da nuovo parroco che ha ribadito quanto già anticipato dal vecchio, prima di andarsene. Si tratta di una vittoria di tutte le associazioni ambientaliste e culturali del territorio, dall’Associazione Parco sud al Comitato occhi aperti, che per anni si sono battute contro un progetto che avrebbe stravolto le caratteristiche del luogo di culto.

Dal Luini al Bergognone

Stiamo parlando di una chiesa che affonda le sue radici nel ‘300 in cui si possono ammirare numerosi affreschi la cui realizzazione è fatta risalire in un periodo compreso tra il Quattrocento e il Seicento. Addirittura conserva dipinti attribuiti a Bernardino Luini, altri al Morazzone, altri ancora al Bergognone. Non solo. Preoccupava lo spostamento del prezioso organo ottocentesco custodito nella chiesa, che avrebbe dovuto essere spostato dalla controfacciata e ricollocato, secondo il progetto, su un ponte sospeso a metà della nuova navata. Sarebbe stato, insomma uno scempio perché l’organo non è predisposto per stare quella posizione, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista acustico.

Dieci anni di battaglie

Sono stati necessari dieci anni di battaglie per porre fine a un’operazione che sin dal suo concepimento ha sollevato molti dubbi e perplessità. Tutto nasce dieci anni fa, per l’appunto nel 2007, quando, visto l’aumento selvaggio della popolazione rozzanese, l’Arcidiocesi di Milano e il parroco della chiesa propongono alla Soprintendenza di Milano un progetto per ampliarla. L’obiettivo è ospitare il maggior numero possibile di fedeli. Il progetto presentato, però, stravolge completamente l’edificio. In primo luogo sarebbe dovuta sparire la facciata, inglobata dalla nuova struttura. “Una deturpazione – secondo ambientalisti e associazioni impegnate nella sua difesa – inaccettabile per un bene storico così importante e non solo per la comunità di Rozzano”.

Sovrintendenza che non sovrintende

Ciò che lascia perplessi è quel che accade tre anni dopo, nel luglio 2010: la Sovrintendenza approva il progetto, che diventa pubblico solo nell’aprile del 2012. Un mese dopo, l’Associazione per il Parco Sud, Italia Nostra e il Comitato occhi aperti presentano alla stessa Sovrintendenza la richiesta di revisione del progetto. La risposta? “Le opere proposte sono compatibili con i criteri di tutela”. Da non credere. Bisogna aspettare altri tre anni perché l’allora sottosegretario ai Beni Culturali e Ambientali, Ilaria Borletti Buitoni, scriva alla Sovrintendenza di Milano e chiede “un eventuale riesame del progetto e relativa autorizzazione” perché “l’operazione appare in effetti molto delicata e suscita qualche dubbio”.

L’irritazione del parroco

Gli ostacoli al progetto eretti dagli ambientalisti avevano irritato il parroco promotore dell’ampliamento, che aveva invitato tutti i suoi parrocchiani a firmare una petizione per convincere gli enti di tutela del patrimonio artistico che quell’operazione era necessaria. La “querelle” in alcuni casi ha raggiunto livelli vicini allo scontro fisico, sicuramente ha superato i livelli di guardia sul piano verbale. Dopo dieci anni, finalmente, il buon senso ha prevalso. Il nuovo parroco ha confermato a più riprese che non si procederà all’ampliamento. Intanto i piani edilizi di Rozzano proseguono con la realizzazione di nuovi quartieri, anche se molte case rimangono vuote. L’Associazione Parco sud ha proposto che si realizzi una nuova e più grande chiesa in un’area adiacente quella di San Ambrogio, utilizzando quest’ultima per cerimonie religiose particolari. In questo modo si salvaguarderebbe il patrimonio storico, certamente di proprietà della Curia, ma anche di tutti i rozzanesi.

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