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Piazza Risorgimento: multe sì, multe no. Per ora scendono in campo i giudici (di pace)

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Nella foto, due residenti di piazza Risorgimento che si sono rivolti af Prefetto di Milano affinché annulli le multe

Della questione è stato investito il prefetto di Milano e, come detto nel titolo, il giudice di pace cui hanno fatto ricorso alcuni residenti

La querelle si trascinerà a lungo e alimenterà polemiche a destra e a manca. Il nocciolo della questione verte sulle multe elevate per divieto di sosta in piazza Risorgimento, amena piazzetta adagiata lungo il Naviglio Grande subito dopo il ponte gobbo, a Trezzano.

Due sentenze del tribunale di Milano anno stabilito che si tratta di un’area privata, su cui probabilmente il comune non ha poteri sanzionatori. Nonostante questo, le multe in questi ultimi tempi hanno continuato a fioccare. Della questione è stato investito il prefetto di Milano e, come detto nel titolo il giudice di pace, cui hanno fatto ricorso alcuni residenti (leggi qui). Non è detto che non investa anche gli avvocati: del comune e di chi ritiene di essere multato ingiustamente, in procedimenti discussi davanti ai giudici ordinari.

Il j’accuse porta la firma di Giuseppe Russomanno che già da qualche tempo ha depositato un’interpellanza con la quale ha chiesto al sindaco Fabio Bottero che fine faranno le multe elevate in questi anni, se le somme incassate saranno restituite agli automobilisti, se il comune pretenderà il loro pagamento, nonostante le sentenze di tribunale ordinario e corte di Appello secondo le quali le aree dove sorge la piazza sono private e su quindi il comune non ha alcun potere, né di eseguire dei lavori, né di elevare contravvenzioni.

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Dice Russomanno: “Il sindaco non ha trovato il tempo di rispondere alla mia interpellanza ma i residenti sono stanchi di questioni che trascina da anni senza risolverle. Se l’area è privata, come riconosciuto dai giudici di Milano, e il comune non poteva e non doveva multare gli automobilisti che parcheggiavano e parcheggiano le loro auto sulla piazzetta, è ora che annulli le multe e restituisca i soldi incassati senza averne diritto”.

Sulla questione è intervenuto anche il comandante della polizia locale Michele Genna che lo scorso 8 giugno ha firmato un’ordinanza con la quale ha sospeso (temporaneamente) i divieti di sosta e di fermata sull’intera piazzetta “nonché qualsiasi altro divieto” e ha ordinato all’Ufficio tecnico comunale di “occultare l’esistente segnaletica”.

Infatti dal giorno successivo l’ordinanza, i segnali di divieto di sosta sono stati coperti con dei sacchi neri della spazzatura. Interpellato sulla vicenda, il sindaco Bottero ha detto: “Siamo in attesa del giudizio del giudice di pace sul ricorso di alcuni residenti e solo dopo faremo una valutazione sulla vicenda”.

Ma cosa accadrebbe se fosse riconosciuto il diritto dei ricorrenti? Il Comune sarà costretto ad annullare tutte le multe elevate in questi ultimi anni? “È una riflessione che non abbiamo ancora fatto – ha risposto il primo cittadino – I nostri uffici sono sicuri che la nostra tesi è quella più corretta e che le multe possano essere elevate e devono essere pagate”.

 “Dobbiamo però guardare al futuro – si è poi sfogato Bottero – . La questione di piazza Risorgimento si trascina da troppi anni: è giunta l’ora che si arrivi a una conclusione. La giunta è a disposizione per sottoscrivere una nuova convenzione che ne attribuisca la proprietà al comune, non è corretto che figuri come privata. Se così fosse, perché i proprietari non la chiudono? Provocherebbero le proteste dei commercianti e si scatenerebbe una nuova e inutile guerra di posizione”.

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