
Un “atto dovuto” utile a proseguire gli accertamenti clinici sulla vicenda. Così i giudici che conducono l’indagine sulla morte di Anna Giugliano, la donna di 28 anni che nel marzo scorso è morta dopo essersi sottoposta a un intervento per ridurre il peso all’ospedale Humanitas di Rozzano. Infatti, dopo il chirurgo che ha eseguito l’operazione, gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati anche il medico che doveva seguire la giovane nel decorso post operatorio.
L’intervento
L’8 marzo scorso, la 28enne era stata sottoposta a un intervento per l’applicazione di un bypass gastrico, operazione per la perdita di peso ormai diffusa in tutto il mondo. Il chirurgo realizza una minuscola tasca gastrica che contiene una piccola quantità di cibo. Un intervento standard ampiamento praticato che permette di ridurre la quantità di cibo ingerito con conseguente perdita di peso.
I dolori
Dopo l’intervento, concluso senza alcuna complicazione, la ragazza era stata dimessa e, dimessa dall’ospedale, era tornata a casa. Purtroppo, dieci giorni dopo ha iniziato ad avvertire forti dolori all’addome. Dopo qualche giorno di terribili sofferenze, la 28enne si era recata al pronto soccorso dell’Humanitas, dove è morta poche ore dopo il ricovero.
L’errore
Secondo l’avvocato della famiglia della ragazza, Ciro Giordano, durante l’intervento ci sarebbe stato “un errore della sutura che non sarebbe stata completata nel modo necessario a evitare la fuoriuscita nell’addome di liquidi corporei che poi, infettandosi, hanno causato la morte per sepsi”. Per questo motivo, ad aprile era stato iscritto nel registro degli indagati il chirurgo che le aveva applicato i punti di sutura. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio colposo. Ieri sul registro degli indagati è finito anche un secondo medico.
Antipiretico per cura
Infatti, dopo sette mesi di indagini, condotte dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pubblico ministero Valentina Mondovì, è emerso che dopo i primi sintomi dell’infezione la donna aveva contattato più volte l’ospedale per lamentare i dolori. Il medico che la seguiva nella fase post-operatoria senza rendersi conto della gravità del suo stato di salute, le avrebbe prescritto una compressa di paracetamolo per la febbre alta e ulteriori analisi per chiarire la natura del malessere.