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La piscina fantasma di Cesano Boscone finisce al Tg1: è tra le opere italiane incompiute

L’impianto è diventato un vero e proprio fantasma: tra investimenti e procedimenti giudiziari ha superato cifre incredibili e, forse, i cesanesi, se lo vogliono, dovranno sborsare altri soldi

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L'immagine è un fotogramma del video trasmesso dal Tg1 sulla piscina fantasma di Cesano Boscone
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L’immagine è un fotogramma del video trasmesso dal Tg1 sulla piscina fantasma di Cesano Boscone

Il video è stato trasmesso domenica 17 marzo alle 23,40. Naturalmente ha scatenato una serie di polemiche. Mostra una giornalista del Tg1 che si aggira tra i ruderi della piscina di Cesano Boscone (guarda qui). Il degrado che mostra è insopportabile: rifiuti, detriti, avanzi. Una realtà nascosta a lungo, tornata alla ribalta della cronaca grazie allo “speciale” sulle opere italiane incompiute mandato in onda dalla Rai. Un titolo che pochi comuni tentano di vincere. Beh, Cesano ci è riuscita.

Scelte non sempre coerenti

Certo, la trasmissione non puntava l’indice verso l’uno o l’altro responsabile degli sprechi, li ha mostrati, così come sono. La storia della piscina di Cesano è lunga e complessa. È fatta di promesse, di investimenti sbagliati, di scelte non sempre coerenti. L’ha ricostruita Fabio Raimondo che non ha perso l’occasione per puntare l’indice contro chi ha governato Cesano negli ultimi anni.

Il prologo

Da dove ha cominciato? Dal 2005 quando il Comune alla cui guida c’è Bruna Brembilla, esponente storica del Pd, assegna alla Cesano Sport Management Srl, società con capitale sociale di soli 10 mila euro (poi fallita), “la progettazione, costruzione e gestione della piscina quantificando il costo complessivo dell’investimento in € 3 milioni e 555 mila euro oltre Iva.

L’inaugurazione elettorale

Nel 2009, in piena campagna elettorale che porterà sulla poltrona di primo cittadino Vincenzo D’Avanzo, anche lui del Pd, “l’amministrazione comunale – conferma Raimondo – inaugura la parte scoperta della piscina (con buona parte dell’area ancora interessata dal cantiere), ma resta in funzione solo qualche settimana e poi chiude definitivamente”.

Il contenzioso

Nella foto, una veduta aerea della piscina di Cesano Boscone

Dopo il fallimento della Cesano Sport Management, tra il Comune, che si era fatto garante dell’azienda fallita, e il Monte dei Paschi di Siena, che aveva anticipato i soldi per l’inizio lavori, prende il via un contenzioso che si conclude nel 2015 quando i giudici del Tribunale di Milano condannano il Comune a versare nelle casse della banca la modica cifra di 1 milione e 650 mila euro.

“Un esempio da esportare”

Quattro anni dopo, e si è alla vigilia delle elezioni comunali del 2019, in via Pogliani danno l’ok al bando per “il completamento e la gestione per i successivi vent’anni della piscina comunale”. Il progetto prevede un ulteriore investimento di oltre 10 milioni di euro. Un’iniziativa presentata come la panacea di tutti i mali (ritardi e mancanza di fondi), “un esempio da esportare di collaborazione tra il pubblico e il privato”.

Banco saltato

Peccato che ci sia ben poco da esportare. Da un lato la pandemia, dall’altro l’aumento dei costi post Covid hanno fatto saltare il banco. L’avvio dei lavori era previsto per l’estate del 2021, ma il cantiere non ha mai preso vita. Ci sono stati dei tentativi di trovare un accordo con il raggruppamento di imprese che si è aggiudicato la Concessione per la progettazione, il completamento e la gestione della piscina, che sono tutti falliti.

Condizioni di sostenibilità economiche?

Il pool di imprese aveva chiesto al Comune di Cesano Boscone di “intervenire per il ripristino delle condizioni di sostenibilità economiche e per il riequilibrio economico finanziario dell’affidamento, da operare mediante la revisione del quadro economico dell’investimento”. L’Amministrazione si era impegnata ad operare al momento del collaudo, un riequilibrio economico finanziario dell’affidamento che non poteva eccedere la soglia massima del 20% dell’originario costo dell’opera. Quella trattative è fallita e ad oggi del cantiere non c’è traccia. È probabile che per la piscina, che ora è diventata un vero e proprio lugubre fantasma e che tra investimenti e procedimenti giudiziari ha superato cifre incredibili, i cesanesi, se davvero la vogliono, dovranno sborsare altri soldi.

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