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Imparare l’inclusione e prevenire la violenza di genere fin dalla prima infanzia

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin si moltiplicano le iniziative a favore dell’educazione al rispetto di genere. Il Gruppo Cap ha adottato il progetto “Fin da bambina” che per la prima volta arriva in un asilo nido

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“Imparare a vivere un corretto rapporto tra donne e uomini, superando pregiudizi, stereotipi e preconcetti che troppo a lungo hanno caratterizzato gran parte della società”. Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin si moltiplicano le iniziative a favore dell’educazione al rispetto di genere. Il Gruppo Cap ha adottato il progetto “Fin da bambina” che per la prima volta arriva in un nido d’infanzia, con l’obiettivo di accompagnare genitori, educatori e bambini in un percorso di crescita privo di violenze.

Promuovere l’inclusione

In collaborazione con la Consulta femminile, l’impresa che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, e quindi dei comuni del Sud ovest milanese, ha introdotto nel nido d’infanzia situato all’interno della sede dell’azienda, una iniziativa che vuole promuovere l’inclusione attraverso il coinvolgimento dei genitori dei bambini che frequentano il nido stesso e le educatrici che lo animano e che lavorano ogni giorno loro.

Inclusione delle diversità

“Lo scorso anno abbiamo inaugurato il nido d’infanzia che abbiamo fortemente voluto all’interno della nostra nuova sede. Un nido che si rivolge non solo alle persone che lavorano in azienda, ma anche ai genitori del nostro quartiere, – spiega in una nota stampa – Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap. Adottando il progetto “Fin da Bambina” intendiamo proseguire sulla strada intrapresa nella promozione di una cultura fondata sull’attenzione, sul rispetto, sulla valorizzazione e inclusione delle diversità”.

Intuizione vincente

“Fin da Bambina” è un progetto che nasce nel 2016 per iniziativa della Consulta Femminile di Milano, con l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni pubbliche e private per superare gli stereotipi che bloccano il raggiungimento della vera parità tra generi, in ogni contesto e in ogni età. L’intuizione di portare queste iniziative all’interno delle strutture scolastiche, a partire dagli asili, si è rivelata vincente. E per la prima volta, il progetto entra in un nido d’infanzia, diventando parte integrante dell’offerta formativa.

La bellezza di una relazione senza prepotenze

La proposta educativa vuole infatti creare un clima di rispetto reciproco proprio dalla prima infanzia, coinvolgendo tutte le figure più importanti nella vita dei piccoli, trasmettendo loro, con buone pratiche quotidiane, la bellezza di una relazione paritaria senza prepotenze e conflitti. Il progetto si articola in più fasi e vede il supporto di tutte le associazioni presenti nella Consulta Femminile, ognuna con le proprie specifiche competenze. Il percorso è iniziato già all’inizio di novembre, con un incontro che aveva l’obiettivo di coinvolgere genitori, educatrici e le esperte della Consulta Femminile di Milano.

Diritti del Fanciullo

Il progetto Fin da Bambina trae ispirazione dalla Carta dei Diritti della Bambina, presentata e approvata Reykjavik nel 1997, che integra la Convenzione ONU del 1989 sui Diritti del Fanciullo, e si basa, come questi ultimi due documenti, su due concetti chiave: l’affermazione del diritto alla parità come principio di non discriminazione da tutelare fin dalla nascita alla stessa stregua degli altri diritti fondamentali, quali il diritto alla salute, alla nutrizione, all’istruzione o alla cura, e la promozione della cultura al rispetto di genere come diritto basato su un sano e costruttivo rapporto tra uomo e donna.

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