
Gli schieramenti
C’è chi dice che trattandosi di denuncia anonima non dovrebbe essere presa sul serio (le truppe cammellate giallorosse) e chi sottolinea che proprio perché maturata in un ambiente come quello comunale in cui le gerarchie sono ben definite, anzi sono rigide, e i rapporti tra le persone spesso delicati, la questione va affrontata con estremo rigore (truppe del centrodestra e affini). I sindacati del pubblico impiego hanno annunciato la convocazione di un’assemblea e l’attivazione della Commissaria Pari Opportunità del Comune.
C’è un giudice a Berlino?
Dopo un attimo di smarrimento, il sindaco Stefano Ventura ha affidato ai suoi portavoce la tesi che “non è mai accaduto nulla di quanto denunciato”. Come faccia a dichiararlo dopo sole 24 ore dalla pubblicazione della notizia in ambito locale da pocketnews.it è un mistero. Non risulta infatti che sia stata aperta un’indagine interna, né nominata una commissione d’indagine. Sui social però si è scatenato l’inferno. Accuse e controaccuse. Associazioni che ufficialmente sono al fianco delle donne che mettono in dubbio il contenuto della denuncia, addetti ai lavori che puntano l’indice contro i vertici di via Roma. Tutto basato sul nulla. Senza un giudice terzo che stabilisca la veridicità dell’Sos lanciato dalle dipendenti comunali, nessuno conosce la verità. Si fa solo rumore. (C’è un giudice a Berlino? qualcuno ricorderà la storia del mugnaio di Bertold Brecht che lotta tenacemente contro l’ imperatore per vedere riparato un abuso).
Adesso c’è, adesso non c’è
Curioso è il fenomeno dei post Facebook prima pubblicati e poi cancellati. Come quelli firmati da Vito Petitia, per 43 anni dipendente comunale proprio al Comune di Corsico, ex responsabile della Protezione civile. Cosa ha scritto? In uno pubblicato sul gruppo Nuovo cafè di Corsico ha ricordato la parola “whisterliwinving”, un termine che dà la possibilità di denunciare, in modo anonimo per tutelare la riservatezza dell’identità dei dipendenti autori della segnalazione. E fa riferimento alla legge “pensata per contrastare la corruzione nella pubblica amministrazione, poi estesa ai fenomeni di molestie, stolking, atteggiamenti lesivi nei confronti dei lavoratori”.
“Nessuno – ha scritto Petita e noi siamo d’accordo con lui – può sostituirsi alle autorità giudiziarie che hanno l’obbligo di aprire un accertamento. Né chi minimizza, tipo non risulta che ci siano stati atteggiamenti aggressivi o violenti (chi lo ha stabilito, c’è stata un’inchiesta super partes che è giunta a questa conclusione?) È solo un atto di fede… occorre fare chiarezza. Anche per evitare future problematiche. Denunciare un sopruso non è facile, un sostegno alle donne che hanno avuto il coraggio di farlo è doveroso”.
Nello stesso post, Petita ha sottolineato anche: “questo mio non è un j’accuse contro l’amministrazione comunale, ma alcuni dirigenti non sono certo privi di responsabilità, sono privi di empatia, mancanza di umanità (accusa gravissima ndr). La prima regola è il rispetto per chi lavora per la comunità cittadina, per chi tutti i giorni incontra per strada chi con noi condivide i problemi della città”. Il post si chiude con un “tutta la mia solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del comune di Corsico senza se e senza ma.” Petita ha espresso concetti nobili e condivisi. Ma allora perché dopo essere rimasto on line per qualche minuto, il post è stato cancellato?