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Giuseppe Sellino e Valeria Viola: “Abbiamo detto no ai processi sommari su Facebook”

Parlano i due amministratori del gruppo Sei di Trezzano se… dopo una settimana di feroci polemiche sull’arresto del comandante della Polizia locale di Trezzano

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IMG_4157Lui ha 48 anni, è sposato e ha una bimba. Lei di anni ne ha 51, ha due figlie (di 18 e 23 anni) e ha conosciuto suo marito mentre era seduto su una panchina: senza dirgli nulla lo ha baciato e da allora sono inseparabili. Sono Giuseppe Sellino e Valeria Viola. Assieme gestiscono il gruppo social “Sei di Trezzano se…” da più parti considerato la quarta gamba che regge l’amministrazione Bottero che governa Trezzano (le altre tre sono il Pd, la lista Trezzano per Fabio e Trezzano Oltre).

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Le polemiche hanno raggiunto l’apice la settimana scorsa quando il gruppo è stato “archiviato” (di fatto chiuso per due giorni) dagli stessi gestori, dopo l’arresto dell’appena nominato comandante della Polizia locale di Trezzano. L’accusa è partita immediata: “Ecco, il loro amico Bottero è in difficoltà e impediscono agli iscritti di esprimere la propria opinione”. Accusa che si è aggiunta a quelle che periodicamente gli vengono lanciate da chi viene bannato (cioè escluso dal gruppo).

Loro, serafici, si difendono. “Non è facile gestire un gruppo che ha 12.357 iscritti, che solo negli ultimi 28 giorni ha registrato 5.873 commenti a 654 post, con 17.100 reazioni, e una quantità infinita di messaggi personali.  La difficoltà maggiore è rimanere “super partes”, non lasciarci condizionare dalle nostre opinioni, dare a tutti la possibilità di esprimersi, ma sempre nel rispetto delle persone e della loro privacy. Questi ultimi sono elementi fondamentali. Se non li si comprende si cade nell’equivoco e ci si attribuisce chissà quali censure”.

Sei di Trezzano se… vede la luce (virtuale s’intende) il 18 febbraio 2014. Nasce grazie all’intuizione della moglie di Sellino, Veronica, come contenitore di ricordi e per un po’ di tempo lo è stato. Il suo successo è travolgente, in poche ore si iscrivono centinaia di residenti, 2mila in due giorni. Un bacino di utenza che si è allargato a macchia d’olio. I post pubblicavano vecchie foto del paese, di amici, di celebrazioni. Polemiche? Nessuna.

Sul gruppo si incontravano persone che si erano perse di vista, compagni di scuola, di università, di militare, ex vicini di casa. La svolta nel 2016 quando  Sellino e Viola organizzano il Sei di Trezzano se…Day.  Quella che doveva essere una rimpatriata si trasforma in un evento con più di mille partecipanti. Le magliette che ricordano la giornata vanno a ruba, i ricavi sono devoluti al Gruphif e alla Protezione civile. Dice Sellino: “Quando tutti avevano detto tutto, il gruppo si è trasformato in “agorà”, in una piazza virtuale dove discutere di altro e non solo di ricordi”.

I post cominciano ad affrontare i problemi del paese: la buca sulla strada, l’illuminazione insufficiente, l’erba alta. Intanto Valeria Viola viene cooptata da Sellino come amministratrice.  Ricorda Sellino: “Valeria era un membro del gruppo molto attivo, mi è piaciuta subito dal punto di vista caratteriale: è molto obiettiva nella vita e i suoi valori sono in linea con i miei. Di lei mi fido ciecamente”.

Cambiano i contenuti, cambia il regolamento. Sellino e Viola si rendono conto dell’utilità che un gruppo così numeroso poteva avere per le persone che vivono a Trezzano, nell’affrontare le loro problematiche, nel risolvere i piccoli (o grandi, dipende dai punti di vista)problemi quotidiani. Alla guida di Trezzano c’è Fabio Bottero. Quando i problemi non vengono risolti (dalla politica, non dal gruppo) e le proteste diventano più decise, parte qualche accusa. Prima velatamente, poi sempre più precisa. Alcuni di coloro che vengono bannati fondano un nuovo gruppo e lo chiamano “quelli che sono stati espulsi da Sei di Trezzano se…” Appunto.

Si arriva così alla settimana scorsa. La polizia di Stato arresta il neo-comandante della Polizia locale di Trezzano, Salvatore Furci,  e sui social si scatena l’inferno. Decine di post, migliaia di commenti al veleno. Non solo contro l’arrestato, ma anche contro molti  che hanno indossato la stessa divisa, anche contro chi non la indossa più o è deceduto. Sellino allora decide di “archiviare” il gruppo.  “Dovevo – dice – porre un freno alla valanga di veleno sputato addosso anche a persone che con l’episodio in questione non avevano nulla a che fare”.

Invece riprendono ancora con maggiore insistenza le accuse di essere la quarta gamba della giunta Bottero, il sindaco che ha scelto e nominato Furci, comandante della Polizia Locale. “Non siamo minimamente coinvolti con la politica –  affermano all’unisono Sellino e Viola – non abbiamo alcun scheletro nell’armadio. L’obiettivo primario del gruppo è ottenere soluzioni a problematiche reali messe in evidenza dagli iscritti. Va bene anche la politica, ma deve basarsi sul confronto non sulle sterili polemiche”.

Poi continuano: “I post silenziati sono quelli che non rispettano la privacy delle persone, quelli dei partiti politici che approfittano di situazioni particolari per farsi pubblicità. Diamo l’ok alla politica se è costruttiva, ci opponiamo al confronto senza argomenti, alla propaganda, all’aria fritta. Da noi Russomanno  (esponente di Fratelli d’Italia ndr), per fare un esempio, ha la stessa voce in capitolo della signora Cesarina. Se entrambi partecipano in modo attivo alla discussione, ben vengano. Non vogliamo polemiche, ma scelte e soluzioni”.

Ma gli espulsi? “Nessun problema, ognuno sceglie come e con chi confrontarsi e su che gruppo stare” è la lapidaria risposta. E l’archiviazione del gruppo in un momento di chiara difficoltà da parte di chi aveva deciso di nominare Furci comandante dalla Polizia locale? “In pochi minuti si è scatenato l’inferno. Un vero delirio. Ognuno sparava aneddoti e cattiverie sulla Polizia locale. Le offese sono inenarrabili, anche nei confronti di chi non c’è più. Con la scusa dell’arresto, tutti i vigili di Trezzano erano diventati dei delinquenti”.

“La situazione – continuano – era diventata ingestibile. Stavamo assistendo a un processo sommario anche carico di chi non centrava nulla. Così abbiamo sospeso la pubblicazione del gruppo. Abbiamo tolto la parola a chi non è in grado di rispettare le regole della convivenza civile, le regole di elementare educazione. È stata una provocazione per costringere gli iscritti a osservare la questione da un altro punto di vista, abbiamo voluto dare l’opportunità per una riflessione”.

Però, dopo due giorni il gruppo è tornato on line? “Non volevamo fallire la missione che ci eravamo dati: dare la possibilità anche ad altri di esprimere il proprio parere senza processi, che su Facebook non dovrebbero mai essere imbastiti”. Ma scegliere chi o cosa pubblicare non attribuisce un potere che limita la libertà degli altri? “Non abbiamo mai avuto la sensazione di esercitare un potere. La gestione del gruppo è puro divertimento, non lo sfruttiamo per i nostri interessi personali. Siamo contenti quando riusciamo ad essere utili a qualcuno. Tutto il resto è solo….”

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