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Giorno del ricordo: a Cesano il dramma delle Foibe alimenta un nuovo scontro

Alla richiesta di togliere il patrocinio alla presentazione del libro di Eric Gobetti, il comune risponde rilanciando l’iniziativa

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Nella foto una lapide in ricordo dell'eccidio dei italiani uccisi nelle foibe dai comunisti jugoslavi e, nei riquadri Fabio Raimondo ed Eric Gobetti
Nella foto, una lapide in ricordo degli italiani uccisi nelle foibe dai comunisti jugoslavi e, nei riquadri, Fabio Raimondo ed Eric Gobetti

Le polemiche sulle foibe? É come se non ci fossero. Il giorno dopo il durissimo attacco lanciato da Fabio Raimondo contro l’amministrazione comunale di Cesano Boscone “colpevole” di aver patrocinato un appuntamento che ha come protagonista Eric Gobetti, autore del libro “E allora le Foibe?”, da via Pogliani rispondono con il lancio di un comunicato che ribadisce la scelta: nessun passo indietro, nessun ritiro del patrocinio all’incontro. Si comincia domani, sabato 3 febbraio, con l’inaugurazione della mostra“Fascismo, foibe, esodo – Le tragedie del confine orientale”, si prosegue il giorno dopo, Domenica 4, con la presentazione del libro di Gobetti.

L’indignazione

L’accusa di Raimondo è diretta: “Provo indignazione – ha scritto in una nota stampa – nello scoprire che l’Amministrazione comunale di Cesano Boscone abbia scelto di ricordare gli italiani vittime delle foibe invitando Eric Gobetti, autore conosciuto negli ambienti estremisti di sinistra per aver pubblicato un libro che sminuisce il dramma delle foibe. Spiace che il Comune abbia patrocinato un evento per dare spazio e visibilità ad un personaggio tanto fazioso quanto denigrante”.

La replica

“Fascismo, foibe, esodo – Le tragedie del confine orientale” – ribattono dal Comune – è una mostra realizzata dalla “Fondazione memoria della deportazione” e patrocinata dalla presidenza del Consiglio regionale della Lombardia. Racconta alcuni fatti storici fra il 1918 e il 1956 riferiti all’area geografica compresa tra la Venezia Giulia, Zara e Fiume, su terre abitate da popolazioni di origine italiana, ma anche da sloveni e croati”. L’esposizione è stata organizzata nella Casa della musica di via Matteotti 9. Sarà aperta al pubblico sabato 3 e domenica 4 febbraio dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 19. L’ingresso è libero.

Il commento del sindaco

“L’iniziativa proposta da Anpi – hanno sottolineato il sindaco Salvatore Gattuso e gli assessori Marco Pozza e Fulvio Paladini – verte in primo luogo sulla mostra già patrocinata dalla Presidenza del Consiglio regionale lombardo “Le tragedie del confine orientale” ed è dedicata alla storia di quelle regioni dalla Prima guerra mondiale alla dominazione nazifascista, fino alle drammatiche vicende delle foibe e dell’esodo istriano. Il libro del professor Eric Gobetti, storico e studioso anche della ex Jugoslavia, è considerato da alcuni storici come un’accurata ricostruzione di eventi che hanno caratterizzato un momento buio del secolo scorso».

Le precisazioni

In merito alle critiche all’iniziativa giunte nelle ultime ore, l’amministrazione comunale precisa: «Il libro è l’esito di una ricerca e siamo convinti che i cesanesi abbiano tutti gli strumenti culturali e la capacità di analisi critica per confrontarsi sui contenuti proposti dall’autore. Ogni tipo di limitazione della libertà, esprimendo anche la contrarietà a tesi storiche, è lontano dai nostri ideali di democrazia».

Pd ancora ostaggio

Ma Raimondo rilancia: “Il libro di Gobetti rappresenta l’ennesimo tentativo di minimizzare e giustificare l’eccidio commesso dai partigiani comunisti jugoslavi nei confronti di migliaia di italiani, spesso seppelliti ancora vivi e lasciati morire nel buio delle foibe. A Cesano Boscone il Pd è ancora ostaggio della sinistra estrema.”

Restituire dignità

Simona Sanfelici e Simone Bianchi, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia hanno ribadito: “Con la revoca del patrocinio il Comune avrebbe restituto dignità alla memoria delle migliaia di italiani trucidati barbaramente sul nostro confine orientale e ai 350.000 connazionali costretti all’esilio da Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla repressione dei partigiani del Maresciallo Tito e alla sistematica pulizia etnica attuata nei confronti dei cittadini italiani da parte dei comunisti jugoslavi.”

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