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Dopo Salvatore Furci, ex capo della polizia locale di Trezzano, condannata anche la moglie: aveva fornito le informazioni per nascondere la cocaina

La sentenza emessa ieri l’ha riconosciuta colpevole di “concorso nell’occultamento della droga” nell’auto di Gaia Lia Vismara

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Nell'immagina, Salvatore Furci, ex comandante della polizia locale di Trezzano condannato a otto anni di reclusione, e Pia Vismara, comandante della polizia locale di Corbetta, vittima di una vendetta fallita di Furci
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Nell’immaginae, Salvatore Furci, ex comandante della Polizia locale di Trezzano, condannato a otto anni di reclusione, e Lia Vismara, comandante della Polizia locale di Corbetta, vittima di una vendetta fallita di Furci

Dopo il marito, condannato appena un mese fa a otto anni di reclusione, anche la moglie di Salvatore Furci, ex comandante della Polizia locale di Trezzano, ha subito lo stesso trattamento: Anna Guarnaccia, questo è il nome della consorte di Furci, è stata condannata a due anni di reclusione per “concorso nell’occultamento di cocaina e calunnia”, nel caso che ha avuto come vittima il capo della Polizia locale di Corbetta, Gaia Lia Vismara, nella cui auto, un complice di Furci aveva nascosto della droga nella speranza che la donna fosse allontanata dal suo comando.

Il processo è stato celebrato nel Tribunale di Milano,  Pm Gianluca Prisco,  Gup Massimo Baraldo.  La pena complessiva è di due anni e sei mesi di reclusione. Secondo i giudici, la donna “ha contribuito alla commissione del reato fornendo informazioni importanti allo stesso Furci pur senza parteciparvi materialmente. Informazioni che vertevano sull’ora in cui cominciava, quella sera di gennaio di due anni fa, una partita di pallavolo nella palestra di Baranzate di Bollate alla quale aveva poi assistito la Vismara”.

Furono quelle informazioni (sulla fine dell’incontro, sul modello di auto che avrebbe utilizzato, oppure su dove si trovava parcheggiata) inviati tramite messaggi whatsap a permettere  al complice di Furci di mettere materialmente la cocaina nella vettura della comandante. L’obiettivo era vendicarsi della Vismara che aveva detto no all’assunzione di Furci nel comando della polizia locale di  Corbetta.

Sempre secondo i giudici “il ruolo della moglie di Furci è dunque quello di una persona che ha agito nell’ombra, distante da chi ha lavorato materialmente, ma allo stesso tempo fornendo elementi importanti al fine di commettere il reato”. Anna Guarnaccia lavorava come agente di polizia locale a Cinisello e avrebbe sfruttato il suo ruolo per ottenere i dati trasmessi al marito.

“Le due sentenze – ha commentato l’avvocato di parte civile Roberto Grittini riferendosi anche a quella di Furci del settembre scorso – chiariscono definitivamente l’accaduto e che dimostrano chi ha messo la droga nell’auto della comandante corbettese. Ora arriva anche la dimostrazione di chi ha fornito gli aiuti del caso allo stesso Furci”.

 

 

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