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Corsico, l’ipotesi del trasferimento della Perlite e della Imerys scatena un nuovo scontro?

Se ne parlerà Giovedì 24 marzo alle 21 nel saloncino La Pianta di via Leopardi 7. In quella sede verrà presentata un’ipotesi preliminare di rigenerazione dell’area dove si trovano attualmente i due stabilimenti

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Nella foto, la sede della Perlite in Alzaia Trento, 7, a Corsico
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Nella foto, la sede della Perlite in Alzaia Trento, 7, a Corsico

Da una parte l’annuncio dell’amministrazione comunale di Corsico forse atteso da anni: esiste la possibilità che la Perlite e la Imerys due aziende storiche del territorio, si trasferiscano dalla loro sede in Alzaia Naviglio Trento e diano la possibilità di riqualificare l’area. Dall’altra i partiti di opposizione che annunciano battaglia su tutti i fronti, se il progetto si basa sulle previsioni del Pgt approvato nel 2012 dall’allora giunta Ferrucci, piano che prevedeva la realizzazione di 8 edifici di 7/8 piani ciacuno.

Se ne parlerà Giovedì 24 marzo alle 21 nel saloncino La Pianta di via Leopardi 7. In quella sede verrà presentata un’ipotesi preliminare di rigenerazione dell’area dove si trovano attualmente i due stabilimenti. “La Perlite e la Imerys provano dopo tanti anni ad immaginare un futuro lontano da Corsico, favorendo una rigenerazione completa dell’area” racconta un comunicato pubblicato dal comune.

«Fin dall’anno scorso, nell’intento di favorire una riqualificazione verde dell’asta del Naviglio e la ciclo-pedonalizzazione dell’alzaia – ha rivelato il sindaco Stefano Ventura – abbiamo avviato un dialogo interlocutorio con le due imprese che svolgono la loro attività a ridosso delle zone residenziali delle vie Copernico e Molinetto di Lorenteggio. Si sono mostrate disponibili a valutare la sostenibilità economico-finanziaria di un loro possibile trasferimento presso altra area fuori Corsico».

La Perlite e la Imerys (sino a qualche anno fa si chiamava Dicalite) sono due aziende che sin dal 1951 sono presenti a Corsico. Producono perlite che ha come derivato della produzione polveri fini che se respirate costantemente, possono causare silicosi. Nel luglio del 2019 ci fu l’ultimo episodio di una serie di inquinamenti atmosferici: automobili e balconi della zona adiacente le due fabbriche furono ricoperti da una polverina bianca, sottile. Il fenomeno si verificò dopo che molti residenti, affacciandosi alle finestre di casa, avevano visto una nube bianca uscire dai tetti degli stabilimenti situati proprio sull’Alzaia Trento.

Due mesi prima un altro episodio: macchine imbiancate e balconi ricoperti di polvere bianca. Era intervenuta l’Arpa che aveva indicato la Imerys come responsabile e le aveva imposto interventi immediati per evitare la dispersione nell’aria della sostanza. Interventi eseguiti, almeno stando quanto affermava l’azienda, che però aveva puntualizzato: «gli stabilimenti sono vecchi, serve tempo per adeguarli. Abbiamo già ristrutturato alcuni impianti di filtrazione e le emissioni sono sotto controllo. Stiamo procedendo con gli ammodernamenti».

Visti i costi di ristrutturazione e ammodernamento, è probabile che i vertici delle due aziende abbiano convenuto come sia più conveniente trasferirsi, magari dietro la concessione di incentivi. Di che natura? Economici, naturalmente. Oppure in cambio di concessioni edilizie. Già negli anni Novanta, nel corso di una mostra sul futuro della città organizzata dal Comune, era stato ipotizzato il trasferimento della Dicalite (oggi Imerys) e della Perlite in un’altra zona. Poi le intenzioni erano rimaste sulla carta

Oggi, il vento potrebbe essere cambiato. «Le due società – ha continuato il sindaco – si sono rivolte allo studio KCity di Milano affinché venisse predisposta un’ipotesi preliminare per la rigenerazione dell’intera area, in coerenza con le trasformazioni previste nel contesto delle sponde del Naviglio. Ho ritenuto importante che KCity presentasse i primi risultati dello studio alla cittadinanza in un incontro pubblico».

“Un’occasione di confronto anche sul disegno futuro dell’Alzaia, per la quale da tempo è ipotizzata la trasformazione in via ciclopedonale, allontanando così il transito automobilistico e dei mezzi pesanti. Non sarà un percorso facile e rapido – ha concluso Ventura – ma crediamo che attraverso un dialogo serio tra amministrazione comunale e proprietari delle aree si possano generare importanti benefici per la città».

Che cosa significa dialogo serio, chiedono dall’opposizione. Roberto Mei, di Forza Italia, è categorico: “Voglio vedere lo studio, ma guai se prevede un solo centimetro di case da edificare. Il territorio di Corsico è cementificato al 96% e non necessita di nuovi palazzi. Se invece è prevista la creazione di un nuovo parco che possa collegarsi al parco Pozzi, allora se ne può parlare”.

“Ma dubito sia questa la direzione – ha continuato Mei -. A Corsico è in vigore il Pgt approvato nel 2012 dalla giunta Ferrucci, che prevedeva su quell’area otto palazzo da 7/8 piani. Corriamo il rischio di creare un nuovo quartiere Burgo con tutti i problemi di viabilità e servizi che chi ha acquistato la casa in quel contesto ha sopportato in questi anni: dalla mancanza di trasporto urbano alla carenza di servizi, al teleriscaldamento. Certo, il comune ha bisogno di oneri di urbanizzazione, ma non è questo il modo per incamerarli”.

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