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Corsico: immobile di via Monti confiscato alla ‘ndrangheta a rischio crollo, riparte la protesta dei residenti

Gli abitanti della zona non hanno rinunciato a lottare affinché il Comune, cui l’immobile è stato assegnato, lo metta in sicurezza abbattendolo o ristrutturandolo

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Nella foto, gli abitanti di via Monti mostrano il degrado dell'edificio al civico 23

 

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Nella foto, gli abitanti di via Monti mostrano il degrado dell’edificio al civico 23

Si torna a parlare dell’immobile che sorge nel cuore di Corsico, in via Monti 23, confiscato alla ‘ndrangheta che correrebbe il rischio di crollare perché afflitto da gravi problemi strutturali. Dopo anni di proteste gli abitanti della zona non hanno rinunciato a lottare affinché il Comune, cui l’immobile è stato assegnato, lo metta in sicurezza abbattendolo o ristrutturandolo.

Il silenzio

Un gruppo di loro ha chiesto e ottenuto due incontri con il sindaco Ventura, l’assessore Magnoni e il presidente della commissione antimafia Vitali, durante i quali avrebbe ottenuto garanzie verbali sulla non pericolosità dell’edificio. Il problema è che di fronte alla richiesta di fornire la documentazione che attesterebbe la stabilità dell’immobile, è seguito il silenzio.

Il crollo del solaio

Nella foto, il tetto dell’edificio di via Monti 23 crollato sul solaio

Intanto però il tetto della casa è imploso ed è crollato sul solaio provocando ulteriori lesioni che gravano sugli edifici circostanti. Ai danni già evidenti ha aggiunto lesioni che provocano infiltrazioni di acqua nell’abitazione dei coniugi Perronaci, 88 anni lui, 90 lei. Gli abitanti ormai stanchi di aspettare inutilmente, starebbero decidendo azioni clamorose: sit in davanti al comune, richiesta di intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine.

Il boss Rocco Agostino

La storia dell’immobile di via Monti 23 è lunga e sconcertante. Fu sequestrata al boss della ‘ndrangheta Rocco Agostino negli Anni ‘90 e da decenni è lì, in balia del degrado. Prima doveva essere una casa per madri vittime di violenza, poi una casa per papà separati. Il problema è che ha pesanti difetti strutturali alle fondamenta. I costi per la sua ristrutturazione sono troppo alti. Costerebbe meno abbatterlo. In questi anni ci sono stati progetti accantonati, uno dopo l’altro. E ora? “Il degrado è insopportabile – denunciano alcuni – e vorremmo capire quali sono le intenzioni dell’amministrazione comunale ma ogni volta andiamo a sbattere contro un muro di gomma”.

Proprietà comunale dal 2002

L’edificio è diventato proprietà comunale nel 2002. Composto da tre appartamenti su tre piani, per oltre 160 metri quadri di superficie, rientra nell’elenco dei quindici beni sequestrati alla criminalità organizzata presenti a Corsico. Come detto, doveva diventare una casa per le donne vittime di violenza (giunta Ferrucci), poi doveva ospitare i papà separati in difficoltà economica (giunta Errante). Sin ora nessuno si è assunto la responsabilità di prendere una decisione. Non è tra gli obiettivi delle opere pubbliche previste per il  2024 e nemmeno tra quelli del 2025. E sono trascorsi, per l’appunto, vent’anni, anzi ventidue, dalla sua assegnazione definitiva.

Il degrado nel cuore della città

Nell’immagine lo stato di un contatore del gas installato sulla parete dell’edificio di via Monti 23

È uno scempio, uno scempio a due passi da via Cavour, nel cuore della città. Ogni giorno, offre uno spettacolo di degrado unico: macerie e rifiuti abbandonati all’interno e all’esterno della recinzione del cantiere aperto e poi, scoperte le magagne strutturali, subito chiuso. Sono quattro anni che i residenti provano a risolvere la situazione. Avevano scritto una prima lettera all’appena eletto sindaco di Corsico, Stefano Ventura. Poi una seconda, infine una terza protocollata il 7 marzo scorso, con la richiesta di garanzie scritte sulla sua “non pericolosità”. Tutto inutile: l’immobile è ancora lì con il suo corollario di degrado e il tetto imploso.

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