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Corsico, ecco cosa bolle nella pentola del centrosinistra

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Chiara Silvestrini, sin da quando era piccola, respira l’aria del Naviglio. Si può definire una corsichese purosangue

Parla il nuovo capogruppo Pd al Consiglio comunale, Chiara Silvestrini, corsichese doc, ritenuta da molti il delfino dell’ex sindaco Maria Ferrucci

È giovanissima, ha solo 29 anni, ed è, dopo le dimissioni di Luigi Salerno, il nuovo capogruppo Pd in Consiglio comunale, a Corsico. Ha studiato lingue ed è un’appassionata cinofila, tanto che porta il suo cane, “Ninetta”, un boxer di una decina di mesi ai concorsi riservati. Si sta anche specializzando in pet terapy che ritiene scienza particolarmente indicata per dare un aiuto a chi ne ha bisogno.

Corsichese doc

Lei si chiama Chiara Silvestrini e, sin da quando era piccola, respira l’aria del Naviglio. Si può definire una corsichese purosangue, visto che la sua famiglia ha messo radici in città sin dal 1940. pocketnews.it l’ha intervistata per capire cosa bolle nella pentola del centrosinistra, dopo le dimissioni di Salerno e che ruolo intende ritagliarsi all’interno del partito. Oggi e in un prossimo futuro.

A 29 anni è diventata capogruppo Pd a Corsico, quando ha debuttato in politica?
“Nel 2009, in occasione delle primarie tra Maria Ferrucci e Giovanni Molisse, ex assessore della giunta Graffeo. L’allora sindaco non poteva più ripresentarsi come candidato perché aveva superato il numero di mandati consentito e ci si affidò alle primarie”.

Per chi ha lavorato, Ferrucci o Molisse?
“Ferrucci, ma solo perché la conoscevo da più tempo e più da vicino”

Come si colloca rispetto alle varie anime del Pd e della sinistra in generale?
“Sostengo Renzi sin dall’inizio della sua avventura alla segreteria del Pd, ma sono una renziana critica. Non approvo sistematicamente tutto quel che fa o decide”.

Cosa non la convince del suo segretario nazionale?
“A volte ha atteggiamenti che non condivido. Sembra poco propenso al dialogo, anzi che dialoghi sino a un certo punto, ma poi non trova o non vuole trovare una mediazione. L’immagine che ne viene fuori, a volte, lascia perplessi”.

Sente la responsabilità di rappresentare un partito che a Corsico ha una lunga tradizione ma che negli ultimi tempi sembra aver perso il filo diretto con il proprio popolo?
“Sì. La responsabilità deriva dalla tradizione di un partito che aveva un profondo legame con il il territorio. Oggi il Pd è cambiato e noi che lo rappresentiamo ne seguiamo l’evoluzione. Oggi è difficile mantenere lo stesso tipo di rapporti che si erano instaurati 30 anni fa. È cambiato tutto: è l’anima stessa del Pd a evolversi e non dobbiamo evolverci con essa”.

Per andare in che direzione, per andare dove?
“Lo scopriremo strada facendo. Il partito sta cambiando come sta cambiando la società ed essere al passo con i tempi non è affatto facile”.

Luigi Salerno ha dato le dimissioni, con lei rappresentava il futuro del partito. Adesso è rimasta da sola a guardare il futuro?
“Il fatto che Luigi abbia rassegnato le dimissioni o che faccia parte della minoranza del Pd, non significa che sia sola. Siamo uniti, ho il suo appoggio, più quello delle altre due consigliere comunali, Ferrucci e Landoni. Siamo forti se siamo uniti, pur con anime diverse”.

Condivide il giudizio di Salerno secondo il quale “Le giunte targate Pd sono sempre state premiate dall’elettorato, tranne che nel 2015. Il motivo? Le scelte politiche errate dell’amministrazione Ferrucci”.
“In parte sì. Se avessimo azzeccato tutte le scelte saremmo al governo della città. In una sconfitta ci sono sempre fattori diversi che la determinano. A fianco dei malumori di alcuni personaggi, rispetto al 2010, nel 2015 erano cambiate alcune condizioni e, soprattutto alcune norme. Ci sono state anche alcune scelte non condivise. Una cattiva informazione su quello che avevamo fatto. Gli elementi sono molti, forse troppi per poterli elencare tutti”.

È vero che dopo essere stata il delfino di Maria Ferrucci, negli ultimi tempi l’ex sindaco l’aveva emarginata?
“Mai stata il delfino di chicchessia. Io sono leale, ma lealtà non significa che dico di sì a tutto quel che mi viene proposto. Approvo le scelte che ritengo positive, dico no a quelle che secondo me sono negative. A volte le mie critiche sono aspre, la discussione è accesa, ma accade sempre all’interno della sezione, mai in Consiglio comunale, dove sono stata sempre leale sia nei confronti del partito sia nei confronti di Maria Ferrucci”.

Ma lei è stata proposta come vicepresidente del Consiglio. L’impressione che ne hanno ricavato pubblico e addetti ai lavori è stata quella d’essere mandata allo sbaraglio. Infatti è stata sconfitta da Franca Marchetti del M5s…
“Il ruolo di vicepresidente del Consiglio non è di poco conto. Se lo si vuole fare bene serve un po’ di esperienza. Nonostante la mia età, ho più esperienza di amministrazione pubblica di Franca Marchetti. Non mi sono sentita mandata allo sbaraglio. Io avrei garantito maggiori tutele alla minoranza. È stato il M5s a non voler collaborare con gli altri gruppi di opposizione e per far eleggere la sua rappresentante ha accettato i voti del centrodestra. Conosco i giochi che possono esserci dietro questo tipo di manovre e non li condivido.”

Si riferisce a qualche voto di troppo da parte del M5s a favore di proposte della giunta Errante?
“Non entro nel merito…”

Nel 2014 la sinistra ha perso le elezioni perché si è presentata divisa e distante dagli elettori. Cosa deve fare per riconquistare il comune?
“La sconfitta è il punto da cui partire. Avere un centrosinistra unito non vuol dire non discutere o rinunciare alle primarie. È fondamentale l’unità di intenti, è fondamentale che una volta scelto il candidato, tutti remino nella stessa direzione, così come è accaduto a Milano con Beppe Sala”.

Qual è il suo candidato ideale?
“Probabilmente non esiste. Dovrebbe avere esperienza amministrativa, dovrebbe individuare soluzioni né troppo facili e nemmeno troppo difficili, dovrebbe avere capacità di ascolto e di dialogo, competenze consolidate e lungimiranza, capacità di dare una nuova prospettiva alla città”

Potrebbe esserlo Roberto Masiero, leader delle liste civiche corsichesi?
“Masiero o un altro, bisogna prima capire chi è disponibile e su che basi costruire l’unità del centrosinistra”.

Cosa dovrebbe fare per vincere?
“Se riuscisse a tenere unite tutte le anime della sinistra sarebbe già a buon punto”.

Lei si candiderà?
“Mancano ancora due anni e mezzo… tutto è in divenire”.

L’asilo Monti è una ferita ancora aperta nel dibattito politico. Perché il Pd ha votato contro l’ipotesi di riapertura?
“Non ci sono le condizioni: troppe spese a carico dell’eventuale aggiudicatario, un progetto educativo non chiaro, promesse di risorse che in questo momento non si sa dove reperire. Il centrodestra tende a paragonare un asilo privato a uno pubblico. Invece sono diverse le condizioni, sono diverse le normative, è diversa la gestione. Il progetto presentato non è convincente, per questo motivo abbiamo votato contro, ma non vuol dire che siamo contrari alla sua apertura”.

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