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Corsico, dopo 28 anni si riapre il cold case per l’omicidio di Pietro Sanua

Una nuova pista porta direttamente nel cuore della Calabria. Forse individuati gli assassini dell'ambulante anti-racket

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Neela foto, Pietro Sanua con la moglie e in figlio in Piazza Duomo a Milano
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Neela foto, Pietro Sanua con la moglie e in figlio in Piazza Duomo a Milano

Era considerato un uomo scomodo. Per questo gli uomini dei clan avevano deciso di ucciderlo. Oggi, dopo 28 anni forse si è arrivati a una svolta nelle indagini per l’omicidio di Pietro Sanua, sindacalista e fruttivendolo ambulante, fondatore di Sos impresa, assassinato la mattina del 4 febbraio 1995 in via Di Vittorio, a Corsico. Assassinato a colpi di lupara. Indagato è Vincenzo Ferraro, 54 anni, incensurato. Assieme a una persona ancora non identificata sarebbe stato a bordo della Fiat Uno bordeaux che all’alba del 4 febbraio 1995 aveva incrociato il furgone di Sanua.

Un uomo scomodo

Dall’utilitaria è sceso un uomo che ha sparato 2 colpi di fucile calibro 12 “all’indirizzo della cabina del furgone colpendo mortalmente con un colpo alla testa Sanua”. L’ambulante era scomodo perché aveva denunciato sorteggi pilotati per l’assegnazione degli spazi pubblici ambulanti e perché si era “permesso” di segnalare traffici di droga tra i grossisti dell’Ortomercato. Ora, nel mirino dei magistrati e finito il fratello del boss Ferraro. La sua casa di Oppido Mamertina in provincia di Reggio Calabria, è stata perquisita nei giorni scorsi. Dai documenti raccolti, gli investigatori si attendono elementi utili per risolvere quello che è considerato un cold case.

Gli scenari dell’inchiesta

La perquisizione in Calabria nella casa di Vincenzo Ferraro potrebbe cambiare completamente gli scenari dell’inchiesta. Sanua fu assassinato con un colpo di fucile il 4 febbraio 1995 sotto gli occhi del figlio Lorenzo mentre si stava recando col suo furgone al mercato di Corsico. Dopo anni di buio, lo scorso 28 giugno, gli inquirenti avevano diffuso un identikit. Rappresentava il volto di un ragazzo con i capelli neri, notato da un operaio vicino al luogo in cui fu incendiata l’auto usata dai sicari.

L’ipotesi investigativa

Stando all’ipotesi investigativa, formulata dal procuratore aggiunto di Milano Alessandra Dolci, il mandante del delitto sarebbe stato Gaetano Suraci, oggi deceduto. In Calabria la polizia ha perquisito due appartamenti nella disponibilità di Vincenzo Ferraro, difeso dall’avvocato Francesco Siclari, alla ricerca di “documentazione cartacea, fotografie o qualsiasi altro materiale attestante i rapporti che l’indagato, nel periodo antecedente, prossimo o successivo alla data dell’omicidio, ha avuto con Gaetano Suraci e con la famiglia di quest’ultimo, nonché documentazione attestante il possesso di una Lancia Thema, auto usata per allontanarsi da Trezzano dopo aver incendiato la Fiat Uno usata nell’agguato.

Il boss

Le indagini sul caso Sanua sono state riaperte due anni fa su richiesta degli avvocati Nicola Brigida e Fabio Repici che assistono il figlio Lorenzo e la madre. Sono stati gli agenti della Squadra mobile di Milano guidati dal dirigente Marco Calì in collaborazione con quelli della Sezione investigativa del Servizio centrale operativo ad aver perquisito a Oppido Mamertina l’abitazione di Vincenzo Ferraro, fratello di Giuseppe, quest’ultimo recluso nel carcere di Sassari in regime di 41 bis dal 2019 dopo 18 anni di latitanza,. Giuseppe Ferraro è il boss dell’omonimo clan di Oppido Mamertina.

Capelli impomatati

La verità dovrebbe trovarsi tra i documenti sequestrati. Ne sono convinti di investigatori coordinati dal procuratore Alessandra Dolci. E potrebbe arrivare anche grazie all’identikit reso noto lo scorso giugno. Mostra un giovane con i capelli impomatati, i tratti del viso marcati, niente barba e occhi scurissimi. È il presunto killer visto fuggire dalla zona industriale di Trezzano sul Naviglio dove pochi istanti dopo è stata data alle fiamme la Fiat Uno usata dagli assassini? Furono due le persone che tesero l’agguato bloccando il furgone di Sanua, su cui viaggiava anche il figlio. Ci sarebbe anche una nuova pista sull’auto usata dal commando. Sarebbe un ulteriore pezzo del puzzle per risolvere il cold case.

 

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