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Chiara Ferragni e pandoro Balocco, il Codacons chiede di indagare l’influencer per truffa aggravata

L’associazione consumatori ha chiesto alla Guardia di finanza di sequestrare i conti delle sue aziende che hanno partecipato all’iniziativa "Pandoro PinkChristmas"

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ULTIM’ORA – “Devolverò 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini”. Lo ha annunciato poco fa Chiara Ferragni in un video sui social dopo la maxi multa per i pandori Balocco griffati Ferragni e le polemiche che ne sono seguite. L’imprenditrice digitale continua: “Ma non basta: lo faccio pubblicamente perché mi sono resa conto di aver commesso un errore di comunicazione. Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficienza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali. Perché anche se il fine ultimo è buono, se non c’è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione, può ingenerare equivoci”.

“Il mio errore in buona fede – ha continuato – è stato legare con la comunicazione una attività commerciale e una di solidarietà. Purtroppo si può sbagliare, mi spiace averlo fatto e mi rendo conto che avrei potuto vigilare meglio. Ma, se la sanzione definitiva dovesse essere, come spero, inferiore a quella decisa dall’Agcm, la differenza verrà aggiunta al milione di euro. Nei prossimi giorni parlerò con il Regina Margherita per capire come l’ospedale utilizzerà la somma da me donata e vi racconterò periodicamente gli aggiornamenti”.

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I guai non vengono mai da soli. La vecchia massima ha trovato conferma in questi giorni. Il destinatario, anzi la destinataria dei guai è Chiara Ferragni, la compagna di Fedez, finita sulla graticola per la campagna del pandoro Balocco. È stata prima multata dall’Antitrust per pubblicità ingannevole, poi è stata attaccata dalla premier Giorgia Meloni, infine è finita nel mirino del Codacons che ha annunciato che presenterà 104 denunce contro di lei in altrettante procure della Repubblica Italiana.

Possibile reato di truffa aggravata

Per quanto riguarda la multa dell’Antitrust, la Ferragni ha già ha annunciato di voler impugnare la decisione di appiopparle una sanzione di più di un milione di euro, sul fronte politico sta ancora decidendo cosa fare. Per quanto riguarda il Codacons potrebbe dover “rispondere del possibile reato di truffa aggravata”. L’esposto dell’ associazione dei consumatori, contiene anche la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato’ con il suo logo.

Pubblicità ingannevole

Cosa è successo. In merito all’iniziativa del Pandoro, prodotto in edizione limitata per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, ha puntato l’indice sulla pubblicità ritenendola scorretta, perché faceva intendere che comprando il pandoro (a 9,37 euro, invece di 3,68 euro che è il costo del pandoro non firmato dalla Ferragni) si contribuisse con una donazione diretta all’ospedale torinese.

Un cachet da oltre un milione di euro

La realtà, secondo gli investigatori dell’Antitrust, è diversa. Balocco ha fatto una donazione di soli 50mila euro al Regina Margherita ben prima che partisse la campagna pubblicitaria, mentre alla Ferragni sarebbe stato corrisposto un cachet da oltre un milione di euro. Il documento dell’Antitrust è pesantissimo. Si legge: “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro […]

“In tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del “Pandoro PinkChristmas” – sottolinea l’Antitrust – vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro “griffato” e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della Signora Chiara Ferragni”.

Sequestro dei conti

Ed è in base a queste informazioni che il Codacons chiederà a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia l’apertura di una indagine per possibili reati nella fattispecie di truffa aggravata a danno dei consumatori, sulla base dell’art. 640 del Codice penale secondo cui “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032″, pena che sale fino a 5 anni di reclusione nel caso di aggravanti previste dal Codice”. Il Codacons chiede poi “alla Guardia di Finanza di porre sotto sequestro i conti delle società legate all’influencer, allo scopo di garantire le azioni di rivalsa dei consumatori che hanno acquistato il pandoro incriminato”.

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1 commento

  1. Che esagerazione, certo la Ferragni non ha l immunità parlamentare, in confronto a quello che fanno i nostri politici, questo della Ferragni non è nulla , con la differenza che quelli con una faccia di bronzo , non restituiscono nulla , e non chiedono neanche scusa , anzi usano anche l’arroganza,al contrario della Ferragni ,che ha tutta la mia solidarietà…. Povera Italia ???????? ????????????????

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