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Cesano, la chiesa di Sant’Ireneo sarà consacrata dopo un quarto di secolo di attesa

L'arcivescovo Delpini celebra il rito che riconosce ufficialmente il luogo di culto di via Turati, al quartiere Tessera: tanti matrimoni e funerali sono stati celebrati nella chiesa non ancora consacrata come Casa di Dio

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La particolarità della Chiesa di Sant’Ireneo parte dalle sue origini. L’edificio attuale prende il posto di un capannone prefabbricato eretto negli anni 6

Venerdì 31 ottobre 2025, alle 20.30, al quartiere Tessera di Milano, in via Turati, l’Arcivescovo Mario Delpini consacrerà la Chiesa di Sant’Ireneo. È un evento molto atteso, perché la comunità vive e utilizza l’edificio come luogo di preghiera già da circa 25 anni, ma fino ad ora non era mai stato riconosciuto ufficialmente come luogo sacro attraverso il rito previsto dalla Chiesa cattolica.

Una situazione in qualche modo sorprendente, perchè anche se è vero che i riti religiosi si possono celebrare in qualunqua posto, perchè la casa di Dio è ovunque ci sia un cristiano, è un po’ strano pensare che tanti matrimoni e funerali si siano celebrati in una chiesa non ancora consacrata, cioè resa indiscutibilmente e ufficialmente Casa di Dio. 25 anni sono lunghi, impossibile pensare che non ci sia mai stato il tempo. Infatti i motivi di tanto ritardo sono altri.

La consacrazione, nella liturgia cattolica, è l’atto che destina in modo esclusivo persone, luoghi o oggetti al culto divino, separati dall’uso profano. Gli elementi architettonici vengono quindi “affidati” alla dimensione sacrale e da quel momento devono essere custoditi con particolare rispetto. La normativa canonica stabilisce che ciò che è dedicato a Dio non può essere impiegato per scopi impropri o estranei alla fede.

Però, ora, in quanto casa di Dio ufficiale, avrà diritto a molte più cure. Come a quel tetto, che dopo 25 anni comincia a dare segni di usura e che durante le giornate di pioggia lascia filtrare delle piccole cascatelle d’acqua, di cui Don Giovanni tanto spesso si è lamentato. Cascatelle che potrebbero essere considerate integrate nello spirito architettonico dell’edificio sacro solo se non si sapesse che sono dovute ad infiltrazioni nella copertura.

La particolarità della Chiesa di Sant’Ireneo parte dalle sue origini. L’edificio attuale prende il posto di un capannone prefabbricato eretto negli anni 60, in un quartiere popolare, e che fu consacrato a Chiesa in quegli anni. Gli fu dato il nome, dedicandolo a sant’Ireneo martire, negli stessi momenti in cui, al quartiere Giardino, in un capannone del tutto identico nasceva la chiesa di San Giustino. Lì la storia delle due parrocchie si divide un po’ perchè Sant’Ireneo riuscì ad avere, e a pagare, il centro parrocchiale, mentre la comunità di San Giustino pensò alla costruzione della nuova Chiesa, che fu pronta nel 1985.

Invece, il progetto del nuovo edificio di Sant’Ireneo risale invece al 1989, quando l’architetto Mauro Galantino vinse il concorso “Tre chiese per il 2000” indetto dalla Diocesi di Milano. Il suo progetto, all’esterno in mattoni rossi, richiamava l’originale colore delle case popolari del quartiere, che erano in stile “soviet”. La chiesa, internamente era costituita da un grande spazio centrale circondato da piccoli cortili con dei giardini su cui si aprono ampie vetrate. Fu pronta e inaugurata nel 2000, 25 anni fa, e cominciò ad essere utilizzata da subito.

Spoglia di arredi se non l’altare, i fiori freschi e quelle splendide vetrate, con le sue pareti in cemento grezzo dava l’idea di qualcosa ancora da ultimare. Forse per questo si è aspettato tanto per il rito di consacrazione, tanto che il fatto che non fosse stata consacrata è caduto un po’ nel dimenticatoio. Tutti i fedeli davano per scontato che fosse già stata consacrata all’inizio del suo uso.

L’arrivo dell’Arcivescovo Delpini per la celebrazione del rito, non sancirà quindi soltanto un passaggio liturgico, ma riconoscerà pienamente il ruolo che Sant’Ireneo ha assunto negli anni nella vita del quartiere. La chiesa, con la sua architettura moderna e la sua funzione comunitaria, diventa finalmente anche un luogo sacro in senso pieno.

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