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Accusato di peculato, l’ex sindaco di Opera patteggia una condanna a 4 anni e mezzo

Antonino Nucera era finito ai domiciliari per corruzione e truffa aggravata ai danni della Pubblica amministrazione

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Nucera-ex-sindaco-di-OperaSi è chiusa con la condanna a una pena di 4 anni e mezzo la vicenda di Antonino Nucera, l’ex sindaco di Opera, arrestato nell’aprile dello scorso anno per una vicenda di presunti appalti truccati e tangenti e che aveva fatto venire a galla pure un presunto peculato su delle forniture di mascherine. Si è trattato di un patteggiamento deciso dal gup di Milano Massimo Baraldo.

L’inchiesta – coordinata dai procuratori Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli è stata avviata nel febbraio 2020 per far luce su presunti illeciti commessi da alcuni membri dell’amministrazione comunale operese. Dalle indagini sarebbe poi emerso, come dal febbraio all’ ottobre 2020, il sindaco di Opera, con la complicità della dirigente dell’ufficio tecnico avrebbe sistematicamente interferito in alcune gare bandite da Comune facendo assegnare alcuni lavori pubblici a imprenditori “amici”, ricevendo ricevendo in cambio “sostanziose utilità”.

L’ex sindaco era finito ai domiciliari per corruzione e truffa aggravata ai danni della Pubblica amministrazione anche perché, nel corso del suo mandato, si sarebbe adoperato “con artifizi e raggiri (omettendo di effettuare le prescritte comunicazioni agli enti competenti) per continuare a ricevere lo stipendio come dirigente Amministrativo di una scuola di Milano dove lavorava prima di essere eletto, causando un danno erariale di circa 59.000 euro”.

Tra le altre accuse rivolte a Nucera, c’è anche quella che quando era ancora sindaco di Opera, avrebbe ottenuto l’indebito annullamento di due multe per violazione del codice della strada per infrazioni commesse mentre era personalmente alla guida di un’autovettura intestata al Comune, grazie alla complicità di due ex comandanti della Polizia Locale (poi indagati) i quali avevano falsamente attestato che, al momento delle infrazioni, il mezzo era utilizzato dal personale dipendente per indagini di polizia giudiziaria.

Un’accusa era particolarmente odiosa: il sindaco di Opera, nei primi mesi della pandemia, avrebbe arbitrariamente distribuito a parenti stretti e a dipendenti comunali circa 2000 mascherine chirurgiche che la Protezione Civile avevano destinato alle locali Rsa e alla farmacia comunale.

Nucera ha patteggiato per corruzione, truffa, peculato e falso e ha messo a disposizione, tra risarcimenti e confische, circa 110mila euro. Ventidue erano gli indagati in totale nell’inchiesta (funzionari pubblici, imprenditori e cinque società), ma alcuni avevano già patteggiato. Tra i 14 imputati rimasti in udienza preliminare in cinque hanno scelto la strada dei patteggiamenti accolti dal gup, come Nucera, altri 3 il rito abbreviato (condanne dagli 8 mesi ai 2 anni e 8 mesi) e altri 6 il rito ordinario e sono stati mandati a processo (anche se i pm avevano chiesto proscioglimenti). Il Comune di Opera nel procedimento era parte civile, assistito dal legale Alessandro Bastianello.

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