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Un muratore di Trezzano accusato di aver dato fuoco a una donna che voleva lasciarlo

I carabinieri hanno ripreso con uno smartphone un video shock con la testimonianza della 41enne ustionata mentre era in barella

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muratore-arrestato-bruciato-donnaSaranno i carabinieri di Bereguardo a tentare di ritrovare il bandolo della matassa che sembra avvolgere una brutta storia di violenza. Una donna ha accusato un muratore residente a Trezzano sul Naviglio di averle buttato addosso dell’alcool e di averle dato fuoco. Ha anche detto a uno dei soccorritori di essere incinta ma gli esami non hanno confermato questa eventualità.

Questa vicenda ha inizio la notte tra giovedì e venerdì quando alcuni volontari di una croce locale sono arrivati in una villetta di Vellezzo Bellini e hanno soccorso una donna che aveva profonde ustioni sul viso e su gran parte del corpo. In un primo momento, la donna e il suo convivente, il muratore trezzanese, appunto, hanno fornito una versione dei fatti (un incidente domestico) che non ha convinto i sanitari che hanno chiamato le forze dell’ordine.

Arrivati i carabinieri, la donna ha subito cambiato versione. E in un video registrato con un telefonino dai militari, mentre si trovava sulla barella dell’autoambulanza, ha indicato agli inquirenti il responsabile di quello strazio: l’uomo con cui aveva una relazione da tre mesi. È lei, vittima e allo stesso tempo unica testimone. Sotto accusa è così finito Marian Mihai Codirleanu, muratore di 41 anni di origini rumene, resdente a Trezzano sul Naviglio che da soli tre mesi si era trasferito nella casa della convivente. Sarebbe responsabile di averle buttato addosso dell’alcol etilico e poi di averle dato fuoco con un accendino.

Prima ancora, l’uomo si sarebbe accanito su di lei con una bottiglia di birra, procurandole un taglio sulla fronte. «Mandatelo in prigione, è stato lui, mi ha buttato l’alcol addosso» avrebbe gridato la donna nel video, girato dai carabinieri. Infermiera di 41 anni ma da tempo senza lavoro, è stata ricoverata in condizioni gravissime ma stabili all’ospedale Niguarda. Ha ustioni sul 50% per cento del corpo. La prognosi dei medici è ancora riservata.

Il suo presunto aguzzino, invece, è in carcere a Torre del Gallo, con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla relazione con la vittima. È in attesa dell’interrogatorio di garanzia, che si farà nei prossimi giorni davanti al giudice Pasquale Villani. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Paolo Mazza, vanno avanti, per precisare tutti i punti ancora oscuri dell’intera vicenda.

Nel rapporto dei carabinieri stilato dopo il sopralluogo nella villetta di Vellezzo Bellini si cita il divano, luogo probabile dell’aggressione, completamente bruciato, una maglietta intrisa di alcol, mentre sul pavimento del soggiorno e della cucina sono state trovate tracce di sangue compatibili con un’aggressione precedente al fuoco.

Tracce di un tentativo di ripulire la scena del delitto prima dell’arrivo dei soccorsi sono state poi scoperte all’esterno della villetta. In un sacco nero c’era un asciugamano impregnato di alcol, pezzi di vestiti bruciati e anche una ciocca di capelli della donna. Sono tutti dettagli che hanno convinto gli inquirenti ad arrestare il muratore e a rinchiuderlo in una cella del carcere a Torre del Gallo, dove ha potuto soltanto vedere il suo avvocato, Massimo Ceccarelli di Pavia.

 

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