
Secondo un articolo pubblicato da AdgInforma.it , il portale dell’Agenda del giornalista, il nuovo anno sarà molto probabilmente quello in cui i grandi player tecnologici si sfideranno su questo mercato attualmente dominato dalla svedese Spotify e dalla mela morsicata di Apple.
Anche Twitter si è mossa in questo senso lanciando prima i “voice tweet”, ovvero la possibilità di registrare tweet in audio della lunghezza massima di 2 minuti. Facebook si sta muovendo sull’idea dell’assistente vocale intelligente capace di riassumere gli articoli o i post lunghi e leggerli come pillole audio. Il progetto sarà accompagnato da un traduttore universale abilitato a 51 lingue, per ora addestrato su 16 mila ore di voce registrata.
D’altronde – scrive AdgInforma.it – che quello dei podcast sia un media in grande evoluzione è confermato dall’incremento degli investimenti pubblicitari da parte di prodotti e brand. Nella realizzazione di serie audio ci sono in prima fila le griffe del lusso con Chanel a fare da apripista mentre Results Media, agenzia di pubblicità specializzata in media audio, già lo scorso anno rilevava che un Podcast con un download medio a episodio di 50 mila ascoltatori può incrementare il fatturato annuo di 170 mila euro.
Un fenomeno che non è sfuggito agli strateghi del marketing che hanno messo a punto pubblicità su misura per questo tipo di media. Si sa che la pubblicità segue la diffusione e la popolarità dei programmi: è sempre stato così ed ora succede anche con i Podcast.
Non è un caso se le azioni di Spotify, che domina attualmente questa fetta di mercato, stiano spopolando in borsa. Da gennaio dello scorso anno a oggi sono più che raddoppiate, passando da 146 dollari a oltre 366.