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Trezzano: un salasso di 600mila euro per le casse comunali, senza un responsabile (almeno per ora)

A tanto ammonta la somma che il Comune dovrà pagare per aver venduto, in via Fucini, a un privato un’area poi risultata inquinata

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Nella foto, l'area di via Fucini al centro dell'affaire che sta avvelenando la vita politica di Trezzano
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Nella foto, l’area di via Fucini al centro dell’affaire che sta avvelenando la vita politica di Trezzano

Due riunioni, della Commissione Finanza e della commissione Trasparenza, non sono state sufficienti a chiarire i contorni dell’ “affaire”. Anzi, sono servite a infittire il giallo che ruota attorno a un terreno che si trova in via Fucini all’angolo con via Mascheroni, dalle parti del cimitero nuovo, alla periferia ovest di Trezzano. Lì c’è un’area di circa 650 metri quadrati di proprietà del Comune che due anni fa fu venduta a un imprenditore per circa 40mila euro. Quello che a prima vista appariva un affare per il Comune (l’area sembrava priva di valore perché qualificata come “inutilizzabile”, poi si è scoperto che su di essa si poteva costruire una palazzina di quattro piani) si è rivelato essere un vero salasso per le stesse casse comunali, costrette a sborsare più di 600mila euro per danni provocati.

Area contaminata

Il Comune cioè ha incassato 40mila euro ed ora è costretto a sborsarne 600mila. Il motivo? Appena l’acquirente aveva iniziato i lavori per realizzare i suoi progetti, aveva scoperto che il terreno è contaminato dalla presenza nel sottosuolo di scarti di lavorazione e fibre di amianto e quindi, senza una preventiva bonifica, lì non si poteva e non si può costruire alcunché. Così, l’imprenditore in questione, titolare della Abitare &Co.S.r.L. di Corsico (da non confondere con Abitare Co. Srl, società di intermediazione immobiliare con sede legale a Milano in Via Monte Napoleone, 8), ha denunciato il Comune chiedendo il risarcimento dei danni. Risarcimento che gli è stato riconosciuto. In totale questa operazione costerà alle casse comunali 616 mila euro tra bonifica, danno indiretto ed oneri vari. Domani, giovedì 30 novembre il Consiglio comunale dovrà approvare lo schema di transazione più il debito fuori bilancio. Una vera mazzata.

Il “giallo”

Il “giallo” di cui si parlava prima, tra i tanti altri gialli di cui si discuterà domani sera, è emerso durante la riunione della Commissione Finanza. A confermarlo è stata lo stesso segretario comunale Elisa Terrazzino. Cosa ha detto? Che tra i documenti della vendita non esiste alcuna perizia con la quale si è stabilito il valore di quell’area. Tenuto conto che terreni di simile metratura erano stati venduti per cifre anche 4 volte superiori, ci si chiede quali siano i criteri utilizzati per fissare il prezzo di quella di via Fucini. Non solo. Nell’atto di vendita sottoscritto da acquirenti e Comune c’è scritto che la perizia esiste. E se esiste, che fine ha fatto? E se non esiste, quell’atto è un falso? Assessore all’Urbanistica nel 2021 era (ed è) il sindaco Fabio Bottero. Capo dell’ufficio tecnico era l’architetto Giorgio Lazzaro.

Il “reliquato”

Fu Lazzaro a dare avvio alla procedura interpellando solo i soggetti (famiglia Lanzone) le cui proprietà confinano con il terreno in questione. Nei documenti, l’area venne definita un “reliquato” che in linguaggio burocratico significa un residuo, un avanzo senza alcuna utilità. Altro che inutile. Si è poi scoperto che sull’area si può costruire una palazzina di oltre 800 metri cubi che in termini pratici significa quattro appartamenti più box. Possibile che nessuno abbia fatto le verifiche? Possibile che non si siano controllati i parametri indicati dal Pgt per quell’area? Possibile che i funzionari abbiano agito senza informare i loro riferimenti politici?

“Chi lavora può sbagliare”

La questione è stata affrontata in Commissione Trasparenza durante la quale si doveva tentare di individuare il responsabile amministrativo e politico di questo pasticcio. Invece come sempre maggioranza e opposizione si sono divisi su due fronti contrapposti. Con il sindaco in grande imbarazzo che ha puntato tutto sul “chi lavora può sbagliare”, la strategia che sta alla base di questa operazione, così come altre, era, secondo me, corretta”, “ci tengo a far presente che grazie anche al lavoro importante che è stato fatto sul bilancio comunale, sulla gestione delle risorse economiche e finanziarie dell’ente, anche in questo caso riusciamo ad affrontarla per fortuna senza avere scossoni alla tenuta del bilancio, questo comunque è importante e naturalmente i soldi li vorremmo usare per promuovere il più possibile opere sul territorio, sviluppo e tutto quello che è utile alla comunità”. Invece 600mila euro prenderanno un’altra strada e finiranno nelle tasche di Lanzone o di chi effettuerà la bonifica dell’area.

Dov’è la perizia?

“Rimango esterrefatto dall’intervento del Sindaco – ha sottolineato durante la stessa Commissione Trasparenza Giuseppe Russomanno – onestamente, quando sento dire che anche questa è un’esperienza, è utile ripulire un terreno, è utile buttare via 600.000 euro… è utile un’esperienza che ci costa 600.000 euro?”. Poi il consigliere di Fdi ha puntato l’indice: “C’è una dichiarazione di falso fatta dal funzionario, sia nella determina che fa, sia nell’atto di vendita: dichiara che c’è una perizia fatta dal Comune. Lo chiedo a lei, dov’è la perizia?” Domanda rimasta priva di risposta.

“Istruttoria in corso”

La rappresentante del M5stelle Villa Zina ha chiesto rivolgendosi al sindaco: “Ma il funzionario non ne ha mai parlato con lei della vendita di quest’area della via Fucini o della vendita di altre aree? Non si è mai confrontato con lei?” Anche in questo caso nessuna risposta. Nella replica Bottero si è difeso: “Noi stiamo risolvendo la problematica, non è ancora completamente risolta, abbiamo ancora una istruttoria in corso. Il Comune vuole andare fino in fondo. Se qualcuno ritiene di andare a depositare esposti è ovviamente un suo sacro santo diritto. Ho detto e lo ribadisco, il Comune farà tutto quello che sarà necessario fare per arrivare alla conclusione chiara di questa vicenda e tutelando l’ente e tutte le persone coinvolte”.

Situazione grave

Un impegno solenne a fare chiarezza è stato preso dal presidente del Consiglio comunale Claudio Albini: “è evidente, questa è una situazione che non sarebbe mai dovuta avvenire, è una situazione grave, è una situazione che nessuno di noi si aspettava, è una situazione in cui il Comune di Trezzano si trova a mettere dei soldi, e non sono pochi, 600.000 euro è tanta roba, è una situazione che in questo momento si sviluppa su due binari paralleli: da una parte la transazione, dall’altro se ci sono delle responsabilità chi ha sbagliato dovrà pagare, punto, non c’è altro da raccontarci”.

Andare in fondo a questa storia

“Chi ha sbagliato – ha proseguito – oggi non siamo noi a doverlo dire e non siamo in questo momento in grado di dirlo, ma questo non vuol dire che il lavoro che sta facendo il Sindaco, insieme alla segretaria comunale, insieme allo staff, non va esattamente in quella direzione. E’ evidente che ci sia qualcosa che bisogna comprendere, chiarire cosa è accaduto, perché se io ho approvato una delibera in Consiglio comunale in cui c’è scritto che ci sono dei documenti e i documenti non ci sono, bisogna capire cosa è successo, se sono persi in qualche cassetto, come dice può essere, non lo so, se sono persi, oppure se quei documenti non esistevano. E se quei documenti non esistono, come ieri sembra essere stato detto anche così, è evidente che bisognerà andare in fondo a questa storia”. Domani, in Consiglio comunale se ne vedranno e, soprattutto sentiranno, delle belle.

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