
Era una truffa ben architettata quella che ha visto protagonista uno svizzero che, dopo aver venduto due orologi di lusso online, è stato raggirato da un malvivente che si è presentato in hotel a ritirarli e a pagarli. La vicenda si è conclusa con il recupero della merce rubata, grazie all’intuito del venditore che aveva inserito un localizzatore Gps nelle scatole degli orologi proprio per evitare di essere truffato.
I fatti. Martedì mattina, il venditore di nazionalità svizzera, che si trovava a Milano per motivi di lavoro, ha organizzato la vendita di due cronografi di alta marca – un Rolex e un Patek Philippe, del valore complessivo di 15.000 euro – a un acquirente che si era presentato all’hotel Sheraton con il denaro contante. Il compratore, un 31enne di etnia rom, K.S., conosciuto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti penali, ha effettuato il pagamento con delle banconote che, a prima vista, sembravano autentiche.
Solo dopo aver ricevuto il danaro, il venditore si è accorto che non tutte le banconote erano vere. Le prime, visibili in cima alla mazzetta, erano infatti autentiche, mentre quelle sottostanti sono risultate essere dei fac-simile. In quel momento il venditore ha realizzato di essere stato vittima di una truffa e ha lanciato l’allarme. Era però sicuro che avrebbe recuperato i due orologi.
Infatti, prima di consegnare i due preziosi oggetti, aveva inserito un localizzatore Gps nelle loro scatole come misura precauzionale. Grazie a questa mossa, è riuscito a tracciare i cronografi e seguirne la rotta. Rotta che lo ha portato fino al campo nomadi che sorge al confine con Cusago all’estremo confine ovest del capoluogo lombardo. Qui, i carabinieri del nucleo Radiomobile hanno rintracciato gli orologi. Erano in casa di un parente del truffatore, del quale si sono perse le tracce. Nel campo rom, le forze dell’ordine hanno sequestrato altre banconote false e denunciato il 31enne per truffa.