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Sindaci di sei comuni firmano lo stop al gioco d’azzardo nei locali pubblici

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Il documento sarà notificato oggi agli esercizi commerciali che al loro interno hanno slot machine e marchingegni affini

L’ordinanza vieta di utilizzare gli apparecchi da gioco con vincita in denaro in tre fasce orarie per un totale di 6,5 ore al giorno

La firma è quella dei sindaci di Assago, Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico, Cusago e Trezzano sul Naviglio. L’ordinanza è stata emessa nell’ambito  di un progetto che vuole contrastare il gioco d’azzardo patologico.
Il documento sarà notificato oggi agli esercizi commerciali che al loro interno hanno slot machine e marchingegni affini. I sindaci ne proibiscono l’utilizzo dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12 alle 14.30 e dalle 19 alle 21, ogni giorno. Naturalmente dall’ordinanza sono esclusi i giochi del lotto, 10 e lotto, superenalotto, totocalcio, gratta e vinci e il bingo. Chi non rispetta le nuove disposizioni  sarà punito con una multa che va da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro.

512 slot machine

All’interno dei confini dei sei Comuni ci sono  95 locali (soprattutto bar) con che in totale hanno   512 slot:   tutti sono stati controllati e geolocalizzati. Questo lavoro ha permesso di tracciare una “mappa del rischio”. L’ordinanza è una tappa del   progetto del Piano di zona “#gioco@perdere”.

Progetto importante

“Nell’ultimo anno – ha spiegato il sindaco di Trezzano sul Naviglio Fabio Bottero in una nota stampa  – abbiamo condiviso un progetto importante coinvolgendo servizi sociali, Polizia locale, enti del terzo settore, scuole. Un lavoro educativo fondamentale per affrontare in modo serio, concreto e sinergico il grave problema del gioco d’azzardo patologico che ha conseguenze gravissime sia dal punto di vista sociale che economico. È chiaro per tutti che nel territorio dobbiamo agire insieme, con gli stessi provvedimenti e linee guida: questa prima ordinanza, davvero rivoluzionaria, lo dimostra. Non si potrà giocare in fasce orario oggi considerate ‘a rischio’, dopo aver accompagnato i figli a scuola o all’ora di pranzo e di cena, sottraendo del tempo alla famiglia e alle relazioni”.

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